[4] N. Osaka b. [28] J. Brady 7-6(1) 3-6 6-3
LA (PIÙ) GIOVANE ESPERTA – Naomi Osaka è due anni e mezzo più giovane di Jennifer Brady, la fragorosa new entry di questo US Open, ma per quanto paradossale possa sembrare alla fine la giapponese vincitrice di due prove del Grande Slam ha fatto valere la sua esperienza, quella che conta davvero, quella che non si basa sulla carta di identità.
POTENZA E PRECISIONE – La campionessa 2018 deve sudare 2h08 prima di battere l’americana, si impone al termine di un match di altissima qualità in cui i vincenti hanno superato nettamente gli errori gratuiti. Il tutto dopo scambi da fondo campo tenuti a ritmi supersonici. Si gioca al coperto visto che a Flushing Meadows diluvia in questa lunga serata dedicata alle semifinali femminili. E fin dall’inizio del match si intuisce che non è il consueto match femminile che siamo abituati a vedere. Non solo per le qualità evidenti delle due protagoniste ma per l’assurda resa del servizio da parte di entrambe. Per quanto riguarda la trasformazione della prima palla di servizio siamo a percentuali da Isner vs Karlovic. Osaka nel primo set è addirittura sopra al 90% ed entrambe servono in media a quasi 180 km/h la prima.
AL COPERTO – Le condizioni indoor e il campo indubbiamente più rapido di questa edizione dello US Open favoriscono uno spettacolo balistico di rara qualità, dove Jennifer non sembra tradire l’emozione della prima semifinale nello Slam di casa. Questo almeno finché non si arriva all’inevitabile tie-break del primo set (anche se Naomi ci arriva già con sei punti vinti in più). Tre errori gratuiti della ragazza che vive a Boca Raton in Florida, la condannano a cedere il primo parziale con un netto 7-1 nel “jeu décisif”.
REAZIONI A CATENA – Il secondo set sembra proseguire sulla falsariga del primo senza nemmeno l’ombra di una palla break fino al 4-3 Brady che trova la zampata vincente alla prima occasione: sul 15-40 si inventa una difesa stoica che manda infine fuori giri Naomi per il break che di fatto chiude il set dato che Jennifer non trema sul 5-3 e servizio.
Osaka non si scompone più di tanto, convinta di poter far valere il suo gioco e il suo carisma nella stretta finale. Ottiene finalmente il primo break della sua partita sul 2-1 in suo favore ed è un break che non si lascerà più sfuggire fino al definitivo 6-3 senza rischiare mai nulla alla battuta.
DA GRANDI PALCOSCENICI – Per Osaka è la terza finale Slam e non è una bella notizia per quella che sarà la sua avversaria: le prime due non le ha fallite, anzi ha elevato il suo livello di gioco in entrambe le occasioni. Per Jennifer Brady un torneo da favola in ogni caso e sarà N.25 del mondo nella classifica di lunedì. Se il livello di gioco rimane più o meno su questi livelli, difficile credere che si possa fermare qui.