Musetti e Zeppieri. Speranze d’Italia con vista su Roma (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Se fossero un grande duo musicale, la loro alchimia produrrebbe scintille: il virtuoso delle improvvisazioni e il solido esecutore che raramente sbaglia la nota. Se non avessimo assistito negli ultimi mesi alla clamorosa esplosione di Sinner, i diciottenni Lorenzo Musetti e Giulio Zeppieri rappresenterebbero l’avanguardia delle ambizioni future del tennis italiano. O forse già del presente, se e vero che oggi incroceranno le loro spade di giovani cavalieri per un posto nel tabellone principale degli Internazionali e 21.190 euro: un atterraggio tra i grandi che avrebbe il sapore della predestinazione. Un legame fortissimo E ancora una volta, come già accadde nella semifinale juniores degli Australian Open 2019 (vinta da Lollo, poi campione, il primo azzurrino di sempre a Melbourne), dovranno lasciare negli spogliatoi la straordinaria amicizia che li lega, così insolita da coltivare in uno sport aspramente individuale. Del resto Musetti e Zeppieri, separati alla nascita da appena tre mesi, hanno condiviso praticamente tutto il percorso giovanile, giocando insieme in doppio in molti tornei internazionali, e le famiglie si conoscono e si frequentano.
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E con due allenatori presto trasformatisi in padri putativi, Simone Tartarini e Piero Melaranci. Lorenzo, nato a Carrara e figlio di un operaio dei marmi (la mamma e impiegata in un supermarket), e arrivato prima sul palcoscenico grazie a un gioco d’attacco vario e spumeggiante che si ispira a Tsitsipas, anche se l’idolo della prima infanzia era ovviamente Federer. Anzi, papà era così tifoso dello svizzero da farsi promettere, quando mise in mano la racchetta al pupo di cinque anni, che avrebbe sempre giocato il rovescio a una mano. Voto mantenuto, e oggi quel colpo e uno dei cardini della crescita di Musetti, studente al Liceo linguistico, blando tifoso juventino, appassionato di cinema classico (attori preferiti Pacino e De Niro) e musica d’antan (soprattutto Battisti).
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Anche Zeppieri, mancino, e più forte sul lato del rovescio, che però gioca a due mani. Solidissimo pure al servizio, come ha dimostrato il successo sul boliviano Dellien, 97 Atp con ottima propensione alla terra, ha individuato in Medvedev un esempio da cui cogliere la sua essenza di tennista
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Giulio sta salendo di livello per gradi, come si conviene a chi fino a a 14 anni si è diviso tra calcio e racchette dopo aver provato anche il nuoto e il baseball. Figlio di un avvocato e di una casalinga, romanista tiepido, ha avuto un avvio di 2020 abbastanza tormentato causa problemi alle tonsille, che si e fatto togliere a fine giugno dopo il diploma al Liceo scientifico. Recuperata la condizione fisica e mentale, affronta probabilmente lo snodo più importante della carriera in erba: «Essere tornato su ottimi livelli dopo qualche guaio significa che ho carattere, ora la sfida con Lorenzo sarà un bel test. Per il futuro vorrei costruirmi un gioco da solido top ten e rimanerci a lungo». Al domani, invece, Musetti chiede «la continuità nei risultati ad alto livello, se ti stabilizzi e riduci gli alti e bassi la classifica arriva di conseguenza». Peccato che al Foro non d sia il pubblico: avrebbe guardato in faccia la speranza
Roma senza padrone (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)
II Foro Italico senza tifosi, un controsenso. Senza voler scomodare Bud Collins, uno dei Padri del giomalisnno tennistico, che una volta disse «gli inglesi hanno forse inventato il tennis, ma gli italiani lo hanno umanizzato», per chi è cresciuto a pane e Panatta oppure semplicemente si è affacciato una volta agli Internazionali, è lampante il rapporto profondo che lega gli Internazionali di Roma al suo pubblico. Rumoroso, esagerato, maleducato, ma indispensabile contorno alle partite. Eppure dovremo farci bastare questo torneo a porte chiuse che si gioca per la prima volta a settetnnbie, senza dimenticare di ringraziare chi – tra mille sforzi e polemiche – ha spinto per far disputare oinunque la manifestazione. Che si presenta in una versione importante, anche se falcidiata dalle rinunce dovute alla eccessiva vicinanza con lo Slam di Flushing Meadows
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E’ un torneo, il primo importante sulla terra dopo il lockdown, che si presenta senza un favorito assoluto. C’è Djokovic, certo, che fino a domenica scorsa aveva vinto 26 partite su 26 nel 2020, e che è rimasto poi travolto anche lui dalla pallina scagliata verso la giudice di linea, con conseguente squalifica. Da verificare, quindi, con quale stato d’animo si riaffaccerà in campo. E poi Rafa Nadal che al Foro Italico ha già vinto nove volte e che tenta di chiudere il secondo tris di fila, dopo quello tra il 2005 e il 2007. Non gioca però dal l° marzo (vittoria in finale ad Acapulco su Fritz) e in questi mesi ha evitato qualsiasi torneino o esibizione.
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Dalla partita con Carreno Busta, che arriva da New York con qualche acciacco ma fresco semifinalista, ne sapremo di più. Il terzo incomodo potrebbe essere Tsitsipas, semifinalista qui un anno fa,
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E gli italiani? Berrettini – che a Roma un anno fa si arrese a Schwartzmann negli ottavi dopo aver battuto Zverev – ci ha fatto sognare a New York fino al primo set della sfida con Rublev, cedendo poi fisicamente. Speriamo che una settimana di riposo lo abbia rimesso in sesto, ma sulla terra non gioca dal Roland Garros 2019. A Fognini invece non possiamo chiedere molto. Tornato dopo la doppia operazione alle caviglie, a Kitzbühel ha perso male al debutto contro Huesler 303 del mondo (arrivato poi alle semifinali) e ha anche un esordio non facile contro Anderson o Humbert
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Halep e Karolina Pliskova, campionessa uscente, sono le favorite insieme alla Azarenka, se Vilca avrà ancora energie dopo la finale degli US Open. Speriamo nella Giorgi, che a Roma ha tradizionalmente giocato poco e male, grande attesa per la stellina Cory Gaut subito contro il tennis geniale della Jabeuz Forse il miglior primo turno del torneo.
Roma amica di Rafa (Daniele Azzolini, Tuttosport)
È uno dei tornei di Nadal, e Rafa c’è. Si è presentato a Roma con canotta d’ordinanza e baffi e barba appena curati, che gli davano un’aria da brigante intellettuale. Ma nella prima serata romana ci ha dato un taglio, ed è rimasta solo la canottiera sponsorizzata, a ricordarci che di trentaquattrenni in grado di indossare una mise così sbracciata ed esposta, senza far ridere tutto il circondario, ne conosciamo uno soltanto. Lui. Roma aiuta Rafa, e forse stavolta Rafa aiuta Roma. Offre al torneo un’occasione in più, quella della ripartenza post Covid-19 di uno dei due Bi-Goat (l’altro è Federer, ça va sans dire),
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Un lockdown extra large di sei mesi e mezzo (l’ultimo match giocato è stato ad Acapulco il 29 febbraio scorso) che ha finito per offrire agli Internazionali un anticipo del Mondiale su terra rossa parigino, con i primi due in pista. E pazienza se il primo dei due – giusto per arricchire il settore “dubbi da chiarire” – sarà alle prese con i postumi della delusione da squalifica,
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Così Rafa paga i suoi debiti. Un anno fa furono proprio gli Internazionali a rilanciarlo dopo un avvio di stagione sul rosso per una volta senza vittorie. Montecarlo, Barcellona, anche Madrid senza colpo ferire, prima di ricevere da Roma la spinta per presentarsi a Parigi acchittato di tutto punto per la festa della dodicesima conquista. Roma gli offrì sul piatto Chardy, Basilashvlli e Verdasco già pronti a trattare la resa, poi Tsitsipas che la settimana prima lo aveva battuto a Madrid e per questo subì una sontuosa lezione, infine Djokovic, cui concesse un set, il secondo, oscurandolo però nel primo e nel terzo. Nono successo romano l’aperitivo con le bollicine prima del dodicesimo Roland Garros. Magari il sorteggio poteva essere più generoso, questo sì. Rafa torna e trova Pablo Carreno Busta, semifinalista agli Us Open
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Gli unici due, a ben vedere, che abbiano ottenuto quest’anno lo scalpo di Djokovic, Rafa nella finale dell’Atp Cup, Carreno Busta allo Us Open per interposta pallata di Nole alla giudice di linea (involontaria, certo, ma passibile di squalifica come da regolamento). Match non facile per Nadal, che pure guida i testa a testa dall’alto di un 5-0.
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il seguito promette sudori freddi: Raonic in terzo turno, poi Rublev nei quarti. In campo con Sinner, ieri. Una promessa fatta da coach Piatti al suo allievo, cui Rafa non si è sottratto. I suoi «bravo Jannik» hanno sottolineato i momenti migliori del giovane italiano, un incoraggiamento che da solo vale una vittoria Ma non sarà in campo prima di mercoledì, Rafa. Il torneo sta completando le operazioni di qualifica e forse allargherà la partecipazione italiana al tabellone maschile già resa abbondante dalla presenza di Berrettini (testa di serie numero 4) e Fognini (numero 7), entrambi al secondo turno grazie al “bye” ricevuto, di Caruso che attende un qualificato, poi di Travaglia opposto a Fritz, di Sonego atteso da Basilashvili, di Sinner che incrocia il francese Paire appena uscito dal Covid e di Mager che farà la conoscenza del bulgaro Dimitrov. Uno in più di sicuro uscirà dal derby fra diciottenni, Musetti e Zeppieri Ma al turno decisivo è giunto anche Cecchinato, che nelle qualifiche ha battuto due clienti animosi come Gerasimov
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Open d’Italia la grande bellezza. Berrettini e Sinner chance capitale (Nazione-Carlino-Giorno Sport)
Riflettori puntati sui rivali di sempre, Rafael Nadal e Novak Djokovic: gli Open d’Italia prendono il via oggi, con tre mesi abbondanti di ritardo per la pandemia con tanti big pronti a darsi battaglia sui campi in terra rossa del Foro Italico, anche se a porte chiuse. Osservato speciale è soprattutto lo spagnolo, che torna a giocare dopo un’assenza di sei mesi. Vincitore per nove volte degli Open d’Italia Nadal già da qualche giorno testa i campi del Foro Italico e ieri mattina si è allenato con la stella nascente azzurra Jannick Sinner (che farà il suo esordio contro il francese Benoit Paire e chi vince, al secondo turno se la dovrà vedere con il greco Tsitsipas).
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II maiorchino farà il suo esordio a Roma direttamente al secondo turno contro il connazionale Pablo Carreno Busta reduce sorprendentemente dalla semifinale degli Us Open. Attesa anche per Djokovic, reduce dalla squalifica rimediata agli Us Open per aver scagliato una pallina contro la giudice di sedia, e per l’azzurro Matteo Berrettini. II romano numero 8 al mondo al secondo turno incrocerà il vincitore della sfida tra il tedesco Jan-Lennard Struff e un qualificato. Salvatore Caruso invece affronterà un qualificato nel primo round e, in caso di vittoria, se la vedrà con Djokovic. Gianluca Mager sfiderà la testa di serie n.15 Dimitrov, mentre Stefano Travaglia può giocarsela contro lo statunitense Taylor Fritz. Parte favorito, invece, Lorenzo Sonego, che è stato abbinato al georgiano Nikoloz Basilashvili: in caso di passaggio del turno, sfida al vincitore della partita tra Karen Khachanov e Casper Ruud.
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Non ci saranno nemmeno Serena Williams (sofferente a un tendine) e Naomi Osaka, rispettivamente semifinaliste e vincitrici agli US Open. Mentre ci sarà Simona Halep, assente negli Stati Uniti, e sarà presente come testa di serie n.1. Ci saranno anche Elina Svitolina, Kiki Bertens e Belinda Bencic oltre alla campionessa in carica Karolina Pliskova. Per l’Italia, le uniche partecipanti saranno tre wildcard, Camila Giorgi – che affronterà l’ucraina Dayana Yastremska, n.25 del ranking – Jasmine Paolini ed Elisabetta Cocciaretto.
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