Ci sono vittorie che sciolgono il cuore. Come quella ottenuta oggi sul Centrale deserto da Salvo Caruso, che dopo tre ore di corsa, grinta, cuore e furore ha superato Tennys Sandgren, piazzando in palmarès la prima vittoria della carriera in un Masters 1000 e contemporaneamente regalandosi un secondo turno di discreto prestigio contro Novak Djokovic. Ha finito sulla sua seggiola, con l’asciugamano in faccia, in lacrime. Felice ed esausto. Vittorie che sciolgono il cuore, appunto. Di chi guarda, ma anche di chi vince.
Si era messa male, e si temeva per il peggio. Sandgren padrone del campo, del gioco, dell’umore del match. Salvatore un po’ passivo, impaurito e battuto per colpa del break subito nel quarto gioco, nonostante le due palle per strappare il servizio all’avversario fallite in quello precedente. Dodici punti in più per Tennys nella frazione avevano misurato la temperatura nel match. Match che però Caruso ha preso di peso e girato nel secondo, mettendo pressione, avvicinandosi al campo e staccandosi definitivamente nel sesto gioco, per forzare la partita al terzo.
Il tennista da Avola nel set decisivo è finito in una buca nel sesto gioco, quattro a due per l’altro, e non sembrava poter riuscire a risalire. Eppure ci sono giornate in cui si nega l’evidenza, e si rifiutano le sconfitte: contro break al game sette e servizio conservato nell’ottavo da tregenda, gravato da tre dei quattro doppi falli commessi nell’intero incontro, per giunta annullando altre due palle break per meritarsi l’arrivo in volata e ancora un grosso spavento nel decimo game, quando un nastro maligno l’ha costretto a cancellare un match point, sul ciglio del burrone. Sandgren ha ingoiato amaro, inferocito per le buche di un campo oggettivamente devastato, ma ha dovuto far buon viso, per quanto gli sia e gli fosse possibile.
Poi il tie break, si diceva, all’inizio dominato fino al quattro a uno, mazzolando con il proverbiale cross di rovescio – “se sono in giornata non lo sbaglio nemmeno bendato“, è solito dire il Nostro – poi rimesso in gioco, quando Salvo si è mangiato i due minibreak di vantaggio, e infine vinto per sette a quattro con lo slancio finale, il fuoco negli occhi, e tre chilometri e mezzo corsi a tutta forza durante la tesissima sfida.
Oltre al regalo-Djokovic e alla prima vittoria “Mille”, lunedì prossimo Caruso arriverà al best ranking, un altro. Tutto meritato. Un gran pomeriggio, che non possiamo definire splendido solo perché, in parte contemporaneamente, Elisabetto Cocciaretto ne stava passando uno tremendo: doverosa wild card incappata in una partita stortissima – appena diciassette punti vinti in risposta, cinque break subiti – la diciannovenne anconetana ha racimolato una brutta sconfitta e appena quattro game contro Irina-Camelia Begu, che domani affronterà Johanna Konta.