Rosso di sera (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)
La pazienza è la chiave del paradiso. Freddo, impassibile, implacabile, Sinner attraversa una serata surreale con la calma dei forti e un anno dopo approda di nuovo al 2° turno degli Internazionali, dove il tabellone gli proporrà domani lo stesso, terribile incrocio del 2019, contro l’Apollo greco Tsitsipas, per classifica il terzo favorito del torneo, stavolta però da fronteggiare con una consapevolezza tecnica e mentale da protagonista a tutto tondo e non con lo sguardo sognante del ragazzino alle prime esperienze. Ci sarà comunque tempo per pensare a Stefanos e all’enorme qualità del suo gioco: intanto Jannik mastica il pane duro del tennis di altissimo livello allenandosi con Nadal, il più forte di sempre sulla superficie, e poi nella sua esibizione di primo turno fornisce una lezione di glaciale tranquillità travolgendo Paire e le sue follie da guitto di second’ordine. La sfida si presentava delicata per l’indubbio valore dell’avversario, bizzoso ma talentuoso come testimonia il numero 24 accanto alla classifica, ma si è trasformata quasi subito in una sceneggiata per l’atteggiamento ingiustificabile del francese, che aveva animato la vigilia con un tweet di fuoco contro l’organizzazione. L’accusa? Averlo messo in campo già di lunedì invece di concedergli un giorno in più di preparazione dopo lo stop forzato causa positività al coronavirus prima degli Us Open. Così, fin dai primi scambi, la sua attitudine è quella di chi è capitato a Roma per caso, con dritti sparati a mezza rete e palle corte quasi paranoiche. Per fortuna Sinner non abbocca, martella con il servizio ed è incisivo da fondo, rispondendo con la solidità dei suoi schemi alle provocazioni dell’altro. Che toccano vertici da teatrino dell’assurdo all’inizio del secondo set, quando Paire inizia la personale battaglia contro il giudice di sedia e la condisce con insulti, racchettate alle bottigliette dell’acqua, irriverenti battute da sotto e perfino un’interruzione volontaria del gioco che richiederebbe almeno una sanzione. Sinner, imperturbabile, assiste allo show e non cede di un passo, illustrando la maturità del campione: «Una situazione strana, all’inizio del secondo set l’ho un po’ subita ma sono stato bravo a rimanere concentrato sulle cose da fare e su me stesso, a prendermi i miei tempi e non quelli che voleva dettare lui». Dopo l’assaggio terraiolo di Kitzbuehel, due match opposti (successo su Kohlschreiber, sconfitta con Djere) per intensità e valore mostrati, Jannik si sente pronto per l’ostacolo Tsitsipas: «Roma è il mio torneo favorito, qui mi trovo bene. Durante il lockdown ho lavorato duro anche se non è stato facile e penso che presto si potranno vedere i risultati. Le partite senza pubblico forse ti danno un senso di vuoto, ma noi giocatori siamo contenti di avere comunque ripreso, le partite mancavano a tutti. Con Stefanos sarà un match difficile, ma voglio pensare a quello che potrò dare io». Certezze, come Sonego che annichilisce Basilashvili o Travaglia che contro pronostico si prende lo scalpo di Fritz, e promesse: il derby dell’ultimo turno delle qualificazioni tra diciottenni d’assalto Musetti e Zeppieri, gli altri teenager azzurri con gli orizzonti su una decade di successo, premia Lorenzo, il più alto in classifica (249 a 345) e per adesso il più pronto per tenore di gioco, letture tattiche e resistenza fisica. […] L’allievo di Simone Tartarini centra così il secondo main draw della carriera dopo Dubai a febbraio: «Non è stato facile, Giulio ed io siamo praticamente fratelli, sono contento della mia prestazione ma dispiaciuto per lui, sono riuscito a rimanere calmo quando la situazione mi stava sfuggendo di mano». Il test d’ingresso a Roma sarà da brividi, ma con un carico di fascino e di esperienza da mettere nel bagaglio verso la maturazione definitiva: stasera sul Centrale lo aspetta infatti Wawrinka […]
Djokovic e Nadal, applausi a Thiem: “Te lo sei meritato” (Stefano Semeraro, La Stampa)
[…] «Sono contento per Dominic», dice Nadal. «Se c’è uno che meritava di vincere uno Slam, be’, è lui. È uno che lavora duro, molto concentrato sui suoi obiettivi, e una gran persona dal lato umano». Insomma: un secchione. L’alunno che dopo aver studiato tanto – tre finali perse – sudando freddo ha passato l’esame. «Mi dispiace per Sascha, ci è arrivato vicino, ma sono sicuro che in futuro avrà altre occasioni». Tradotto: il ragazzo ha talento, è intelligente, deve solo applicarsi un po’ di più (come gli ripeteva anche il suo ex istitutore moravo, Ivan Lendl). […] «Voglio congratularmi con entrambi», dice Djokovic, il Franti della situazione. «Lottavano per vincere il primo Slam, e ce l’hanno messa tutta. Dominic forse meritava più di chiunque altro, ora sono curioso di vedere come cambierà la sua carriera. Solo dopo il mio primo Slam mi sono tolto la scimmia dalla spalla, mi sono rilassato, e ho iniziato a credere di più a me stesso. Poi c’è il Roland Garros fra due settimane, e sulla terra il favorito appena dietro Rafa di sicuro è lui». A Parigi difficilmente il numero ripeterà l’errore di farsi sospendere per una pallata. «Guardate, certe cose sono imprevedibili, e in campo la pressione e l’adrenalina sono tante. Io sto lavorando sul lato mentale come su quello fisico, ma so che ogni tanto perdo il controllo. E non posso garantire che non mi ricapiterà mai in futuro». È un Djoker, Nole. Mica un secchione.
Berrettini: Roma senza tifo fa male (Christian Marchetti, Corriere dello Sport)
Fabio Fognini, Matteo Berrettini e la voglia di gridare. […] Ma per Matteo c’è un cruccio in più: «Non sta a me decidere se sia giusto o meno. Mi dispiace soltanto che, per una volta di ritorno nella mia Roma, non possa andare a trovare la mia famiglia (lo vietano le regole per mantenere intatta la bolla del Foro Italico, ndc). Cosa dire? Situazione estrema richiede misure estreme». «Il vantaggio di ritrovarmi subito dal cemento alla terra è di avere partite ufficiali. Più ne ho sulle gambe, meglio è», sostiene Matteo, numero 8 al mondo e testa di serie numero 4 del torneo che esordirà al secondo turno contro il vincente di Struff-Coria. «Lo svantaggio – prosegue – è che la mia ultima partita sulla terra risalga allo scorso anno a Parigi». Un paio d’ore d’allenamento con Nadal («Ottimo, per quantità e qualità») e nelle pause spazio ai sentimenti: «Se ripenso a tutte le partite giocate qui fa male non vedere le tribune zeppe, i tifosi l’uno sull’altro. La sensazione è strana, ma quest’anno cosa c’è di normale? Questo torneo mi porterà pressione, ma è bella sentirla». […] Ironico, quasi sprezzante in un paio di battute è Fabio Fognini da Arma di Taggia. «[…] Il tennis va bene, ma fisicamente sono ancora indietro. Userò tutti i tornei fino alla fine dell’anno per prepararmi al meglio al 2021». Infine una “profezia”: «Rafa sta bene. Sulla terra sarà durissima per tutti».