La rinascita di Trevisan: "Sto stupendo anche me stessa". Il suo coach: "Martina è sempre stata una leonessa"

Interviste

La rinascita di Trevisan: “Sto stupendo anche me stessa”. Il suo coach: “Martina è sempre stata una leonessa”

Martina Trevisan ha raggiunto i quarti di finale del Roland Garros, contro ogni pronostico. Nel 2014 tornava a giocare dopo cinque anni di stop a causa di un problema di anoressia. “Il messaggio è non mollare mai”

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So di aver fatto una gran cosa arrivando qui, oggi. Il messaggio è focalizzarsi sui propri sogni e non mollare mai“. In questa risposta di Martina Trevisan è racchiusa tutta la sua storia. Una carriera giovanile promettente, fino ai 16 anni – n.57 in singolare, due volte semifinalista Slam in doppio – poi la decisione di accantonare il sogno di diventare una tennista professionista, per quattro anni, perché c’erano altri problemi personali da risolvere; Martina ha infatti dovuto combattere con l’anoressia, di cui oggi parla apertamente come di un fantasma che ormai appartiene al passato. Il suo periodo lontano dal tennis è durato dal gennaio 2010 al marzo 2014, poi ha deciso di riprovarci – ripartendo da un torneo ITF a Caserta. Sei anni e mezzo dopo il primo quindici della sua ‘seconda carriera’, Martina Trevisan è ai quarti di finale del Roland Garros.

Sto stupendo un po’ anche me stessa“, ha detto in conferenza stampa dopo la vittoria contro Bertens. “A questi livelli non ci ero mai arrivata; ho ricominciato con calma, passo dopo passo, ero molto sul chi va là – puntavo solo a sentirmi bene in campo. Partita dopo partita ho capito che potevo ancora dire la mia. Il mio team ha sempre creduto in me, mi hanno sempre ripetuto che potevo stare a questo livello, anche quando ero un po’ titubante. Anche grazie al loro aiuto sto realizzando dove mi trovo adesso“. La figura principale del suo team è l’allenatore Matteo Catarsi, che abbiamo intervistato. “Il prossimo passo è rimanere coi piedi per terra e continuare a migliorarsi. L’idea era quella di giocare qualche ITF, vista la classifica che aveva Martina quando siamo arrivati in Francia, ma ora probabilmente ci dedicheremo alla preparazione per la prossima stagione“. Perché insomma, raggiungere i quarti in uno Slam fa una bella differenza.

I maggiori progressi sono stati sotto il profilo fisico, dove è migliorata molto, ma può ancora migliorare” continua Matteo Catarsi. “Dal punto di vista tecnico può lavorare sulle percentuali al servizio e sugli attacchi in controtempo; oggi contro Bertens ha sbagliato alcune chiusure, ma le giocate in verticale Martina le vede molto bene, cosa non comune nel tennis femminile. Quindi lavoriamo molto su smorzate, volée, schiaffi al volo“. Il segreto di Martina, però, è nella testa. “Sotto l’aspetto mentale, Martina è sempre stata una leonessa” dice il suo allenatore. “Essendo stata ferma quattro anni e mezzo, ovviamente ha faticato un po’ all’inizio a rimettere insieme le idee. Ha fatto un lavoro molto importante con il mental coach Lorenzo Beltrame (si sentono dagli USA con videochiamate; Beltrame lavora anche con Konta e altri sportivi, ndr) che la sta aiutando a ritrovare il suo tennis migliore“.

Martina Trevisan – Roland Garros 2020 (foto via Twitter @rolandgarros

Il rapporto con Lorenzo è nato due anni fa a Roma“, racconta Catarsi. “Sono stato io a spingere Martina a fare questa scelta difficile che richiede molto impegno fuori dal campo. È un percorso che sto seguendo anche io per aiutarla, ma mi ha sorpreso quanto sia difficile. La cosa che ho trovato più sorprendente è che Lorenzo le fa scrivere quotidianamente delle cose, su se stessa, su come si sente. È un lavoro molto duro e impegnativo. Stanotte, ad esempio, lo sentirò in videochiamata per parlare della partita di oggi“.

VERSO I QUARTI – L’avventura parigina, però, non è da ritenersi terminata, anche se un bel po’ di soldini – 283.500 euro – potrebbero indurre un fatale appagamento: “Viene prima aver raggiunto i quarti, ma sono importanti anche i soldi!” dice Martina a metà tra ironia e pragmatismo. La prossima avversaria sarà Iga Swiatek, che a sorpresa ha strapazzato la prima favorita Simona Halep. “Ho sempre seguito Swiatek, ci ho giocato tre anni fa in un ITF (era il 25k di Varsavia nel 2017, ndr); lei era molto piccola ma già si vedeva che poteva diventare molto forte – infatti vinsi solo al terzo. Ci ho rigiocato sull’erba lo scorso anno, perdendo in due set, ma non si può fare un paragone perché è una superficie totalmente diversa. So che serve molto bene, è molto ‘carica’, ti fa sentire sempre la pressione e gioca bene anche da fondo“.

Martina, decima qualificata a giocare i quarti qui a Parigi, potrà contare sulle sue armi. “Il dritto mancino, il servizio slice, il back – li uso per cercare di rompere gli schemi delle giocatrici. Continuerò a lavorare su queste cose“. Come si dice in questi casi: Martina, tu tirala sempre dall’altra parte. Può essere che non ritorni.

Ha collaborato Lorenzo Colle

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