Sinner, prospettive di concretezza: “Top 10? Non ho vinto ancora niente, vediamo tra 12 mesi dove sarò”

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Sinner, prospettive di concretezza: “Top 10? Non ho vinto ancora niente, vediamo tra 12 mesi dove sarò”

L’azzurro dopo il ko con Nadal nei quarti del Roland Garros punta già il mirino sulla prossima stagione con una priorità: “Ho bisogno di giocare il più possibile, ho meno esperienza di partite rispetto ad altri della mia età”

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Jannik Sinner - Roland Garros 2020 (foto Twitter @Rolandgarros)
 

Jannik Sinner ha la personalità per iniziare a gestire anche la sconfitta. Ha perso in casa del re, per un paio di set l’ha costretto a tirare fuori il meglio.  Gli potrebbe risultare comodo adagiarsi sull’idea che a 19 anni, a questi livelli, non si perde mai: o si vince, o si impara. Ma in campo si va per vincere, non per altro”, puntualizza. L’allievo di Riccardo Piatti è già mentalizzato da giocatore vero, i complimenti che provano ad ammorbidire gli spigoli di un’eliminazione se li fa scivolare addosso.

“Non sono uno che guarda al futuro o al passato – ha spiegato a caldo – ma sempre al presente. È bello sentirsi dire che posso ambire alla top 10, ma alla fine devi dimostrare tutto. Non ho vinto niente fino ad ora, se non le Next Gen Finals. Devo restare a testa bassa e cercare di migliorare e giocare dopo ore e ore di lavoro in campo. Ho un grande team alle mie spalle. Vedremo tra 12 mesi dove sarò. Ecco la sfida. Lanciata su un orizzonte temporale limitato, che non si perde nel tempo. Altri quattro Slam per misurare i reali progressi.

GLI EPISODISinner è sbandato, sia nel primo sia nel secondo set, agli incroci che avrebbero potuto spostare l’inerzia a suo favore. Sul 6-5 del primo parziale (palla corta sbagliata), ma anche quando è stato avanti 3-1 nel secondo e ha perso il servizio. “Sono game in cui comunque ho giocato bene – è l’analisi -, quella smorzata ci poteva stare, anche perché ne avevo fatte altre in precedenza che avevano funzionato. Avrei potuto farla meglio, ma non è per una sola palla che perdi la partita. Sul 3-1 nel secondo set ho iniziato a mettere in campo poche prime, dandogli modo di spingere di più. Io non ho sfruttato le mie chance, chiaramente lui sì”.

Il crollo del terzo set, fisico e psicologico insieme, fa poco testo e può essere tenuto a margine rispetto al giudizio complessivo. Nelle 78 vittorie di Nadal al Roland Garros ottenute senza perdere un set, solo Almagro nel 2010 e Fogini nel 2013 avevano sottratto allo spagnolo almeno dieci game nei primi due set.

ESPERIENZA – La proiezione è già al successivo step nel percorso di crescita, ostacolato dai lunghi mesi di stop. “Mi serve giocare il più possibile – ha concluso – devo sfruttare anche le sconfitte per fare esperienza di campo. La tensione che c’è in partita in allenamento non ce l’hai, per migliorare serve giocare. Prima dell’anno scorso io ho fatto veramente poche partite anche rispetto a gente della mia età. Devo migliorare anche mentalmente. Sono sceso in campo con il mio piano partita contro Nadal e l’ho attuato abbastanza bene provando a vincere, perché si gioca per quello. Certo, sapevo bene chi ci fosse dall’altra parte. Rafa, con cui mi sono anche allenato qualche volta, rimane un grande esempio per tutti”.

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