Simona Halep per Behind the Racquet: "Era difficile gestire l'attenzione del pubblico"

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Simona Halep per Behind the Racquet: “Era difficile gestire l’attenzione del pubblico”

La N.2 WTA ha raccontato i primi anni di popolarità per il sito creato da Noah Rubin

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Simona Halep - Praga 2020 (via Twitter, @Simona_Halep)
 

Appena guarita dal Covid-19, Simona Halep ha scritto un breve post per il noto sito “Behind the Racquet”, dove i tennisti raccontano i loro momenti di difficoltà più profonda. La vincitrice degli ultimi Internazionali d’Italia ha affrontato diversi ostacoli per raggiungere la vetta del tennis mondiale (come l’operazione di mastoplastica riduttiva del 2009), ma ha deciso di raccontare i problemi avuti nel gestire l’improvvisa fama derivata dalla prima finale Slam raggiunta a Parigi.

Nel 2014, il tennis mi ha cambiato la vita. Ho giocato la mia prima finale Slam al Roland Garros – nessun giocatore rumeno aveva raggiunto una finale Slam dal 1978. Tutti erano emozionati e avevano grandi aspettative per il mio futuro. Hanno iniziato a credere che potessi vincere un grande torneo. Sono diventata famosa da un giorno all’altro. Le persone mi riconoscevano per strada e mi chiedevano foto e autografi”.

Halep è forse lo sportivo più famoso di Romania (basti pensare alle 30.000 persone che l’hanno celebrata allo Stadio Nazionale di Bucarest dopo la vittoria a Wimbledon 2019) ed una delle atlete più note al mondo – nel 2020 è stata la quarta donna più pagata. Si può quindi immaginare quanto sia stato difficile adattarsi a questa nuova dimensione. “Per me è stato un grosso cambiamento ed è stato difficile gestirlo, ma ho imparato molte cose durante quel periodo. Ho provato a godermi l’attenzione ma ero molto stressata e la cosa mi richiedeva una grande quantità di energia. Volevo continuare a concentrarmi sulla mia carriera, e ho cercato di trovare un equilibrio. Sono diventata generosa e aperta con i fan ma sono rimasta concentrata sul duro lavoro necessario per ottenere risultati in campo”.

Si può ipotizzare che, dopo quella finale, Halep abbia avvertito sempre più pressioni sulle spalle, soprattutto perché l’agognato Major tardava ad arrivare: nonostante il 2017 concluso al vertice delle classifiche WTA, la sua stagione viene principalmente ricordata per la rimonta subita contro Jelena Ostapenko nella finale del Roland Garros, forse il momento in cui più di tutti si è visto quanto fosse importante per lei scrivere il proprio nome sugli albi d’oro più prestigiosi del nostro sport. Da allora, però, Halep si è sbloccata e, dopo aver perso la finale dell’Australian Open 2018 contro una campionessa dal simile travaglio come Caroline Wozniacki, ha sollevato il trofeo sia a Bois de Boulogne nel 2018 che a Wimbledon nel 2019. Lei glissa su quanto sia successo in quegli anni, ma accenna comunque al processo formativo che ha intrapreso per compiere l’ultimo passo.

“Inizialmente, sentivo di dover dimostrare al mondo che potessi continuare a vincere. Era una motivazione per migliorare ogni giorno ma era anche un pensiero fisso. Negli ultimi anni sono migliorata nel gestire sia gli aspetti positivi che quelli negativi della pressione. Accetto la pressione che segue una grande vittoria, e anzi ne sono contenta. La affronto e cerco di non basare la mia vita tennistica sul successo.

Parafrasando “The inner game of tennis”, il manuale di W. Timothy Gallwey sull’approccio psicologicamente più corretto al gioco, Halep ha realizzato che l’obiettivo non è vincere a tutti i costi, ma piuttosto dare il massimo e superare gli obiettivi prefissatisi: “Voglio vincere partite e tornei, ma ho imparato a non mettere il successo al primo posto. La cosa più importante è il duro lavoro. Se dai il 100 percento, non hai motivo di rimpianto. Non ho mai avuto paura del fallimento. Se non vinci significa che non eri abbastanza forte, e quindi che devi lavorare di più”.

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