Nadal: "C'è tanto margine per modificare il tennis, ma vorrei che non si eliminassero i giudici di linea"

Interviste

Nadal: “C’è tanto margine per modificare il tennis, ma vorrei che non si eliminassero i giudici di linea”

Nadal favorevole a cambiare le regole del tennis: “Siamo uno sport che ha cambiato molto poco negli ultimi 50 anni”

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Rafael Nadal - Finals 2020 (via Twitter, @atptour)
 

Una delle novità più importanti e radicali che il mondo del tennis ha visto introdotte nei tornei giocati durante la pandemia è stata l’adozione su scala massiccia del sistema di chiamate elettroniche Hawk-Eye Live, che ha di fatto eliminato la necessità di avere i giudici di linea in campo rendendo il sistema di controllo delle chiamate di fatto il meccanismo principale per la valutazione delle chiamate dentro/fuori.

Adottato per la prima volta nel 2017 alle NextGen Finals di Milano, è stato sdoganato per la prima volta in un Masters 1000 e in un torneo del Grande Slam durante l’ultima edizione del Western&Southern Open disputatasi a Flushing Meadows e dello US Open tenutosi subito dopo nello stesso impianto. Anche alle Nitto ATP Finals in corso di svolgimento alla O2 Arena di Londra si è deciso di avvalersi di questa tecnologia per evitare di avere altre persone all’interno del campo e facilitare quindi il distanziamento.

A non tutti i giocatori questa novità è andata a genio, e tra costoro c’è sicuramente Rafael Nadal, che nella conferenza stampa dopo la sua sconfitta contro Dominic Thiem ha spiegato la sua posizione con dovizia di particolari. Arrivato davanti ai reporter con uno stato d’animo insolitamente ciarliero nonostante il risultato negativo, lo spagnolo ha spiegato un episodio avvenuto durante il match nel quale ha discusso con l’arbitro il giudizio di Hawk-Eye Live: “Non credo che il segno che la macchina ha fatto vedere in quella occasione [alla fine del secondo set], ma in fondo fa lo stesso. La tecnologia è questa oggi e bisogna accettarla com’è. Ma personalmente non mi piace. Preferisco i giudici sul campo. Ma oggi la situazione è questa, nessuna lamentela, siamo tutti nella stessa situazione. Solo che ho avuto la sensazione che un paio di chiamate non abbiano fatto vedere il segno giusto”.

In seguito, durante la parte di conferenza stampa in lingua spagnola, Nadal ha ribadito la propria opinione elaborando ulteriormente il suo pensiero. “Ognuno ha la sua opinione, e tutte sono valide, non voglio fare polemica. A me piace di più il campo tradizionale, nel quale ci sono i giudici di linea. Ma non tutti la pensano allo stesso modo: per esempio Djokovic, credo al Roland Garros, ha detto che non si sentirebbe la mancanza dei giudici di linea. Sono vedute diverse, mi piace meno, ma dobbiamo adottarci alle circostanze che questo mondo ci propone”.

Se mi chiedete cosa mi piacerebbe avere per il futuro, vi dico che siamo uno sport che ha molto margine per evolversi, uno sport che ha cambiato molte poche cose negli ultimi 50 anni in confronto alla maggioranza degli altri sport, questo è un fatto. Ma non credo che questo sia un percorso per migliorare la spettacolarità del nostro sport. A me piace di più un campo tradizionale con i giudici di linea, e con il giudice di sedia, anche se volendo proseguire su questo percorso di sviluppo si potrebbe dire che anche il giudice di sedia potrebbe essere sostituito: in fin dei conti potrebbe essere possibile sostituirlo con un sistema diverso per annunciare il punteggio, per prendere le decisioni, per esempio con un sistema di video-analisi automatico che può essere interrogato a richiesta, così come l’orologio per tenere il temp,… e così via. Sicuramente dal punto di vista tecnologico non sarebbe difficile fare in modo che sul campo ci rimangano solamente i giocatori, ma a me non piace, preferisco che l’elemento umano rimanga una componente di questo sport”.

Un Nadal quindi favorevole in principio a modifiche regolamentari per aumentare la spettacolarità dello sport ma meno favorevole a eliminare i giudici di linea, e soprattutto meno favorevole alla discriminazione tra i giudici di linea e quelli di sedia, che secondo lui potrebbero (e forse dovrebbero?) seguire la stessa sorte dei loro colleghi delle righe ed essere sostituiti dai robot.

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