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L’investitura di Toni Nadal: “Sinner può diventare numero uno”
Lo zio ed ex allenatore di Rafa ha parlato al Corriere dello Sport: “Jannik, Tsitsipas e Medvedev lotteranno per il primo posto nei prossimi anni”
“Sinner? Non mi sembra granché...”. Un sorriso che entra nell’obiettivo dello smartphone. Non fa mica sul serio, Toni Nadal. Anzi. “Sto scherzando, chiaro. Jannik è un grande giocatore, candidato a diventare il numero uno del mondo. Nonostante la sua gioventù dimostra maturità nel gioco“. Si è espresso così, sulla stellina azzurra, lo zio ed ex allenatore del maiorchino. Che è intervenuto dall’Academy di Manacor in una chiacchierata con l’associazione dei corrispondenti stranieri in Spagna. È il Corriere dello Sport ad averlo sollecitato sul giocatore del momento, ottenendo referenze più che interessanti: “L’ho visto alcune volte, l’ultima contro Rafa al Roland Garros. Conosco le sue qualità già da tempo, avevo visto dei suoi video su Youtube, ha un grande futuro e sicuramente lui, Tsitsipas e Medvedev lotteranno per il primo posto nei prossimi anni. Sinner mi sembra completo, fa tutto abbastanza bene, anzi molto bene“.
IMPARARE – Sul nipote, alle prese con il tabu Finals, non è entrato nell’attualità. Ma ha colto lo spunto per risalire alla sorgente. Al percorso di formazione del campione, che ha seguito da vicino per 16 anni. Si nasce o si diventa Rafa Nadal? “Pablo Picasso diceva: ‘L’ispirazione esiste, ma deve trovarti mentre stai lavorando’. Se lo diceva lui, è così. Un esempio: non si diventa Messi lavorando, ma si nasce. Se Leo però avesse giocato a un altro sport, non sarebbe stato lo stesso. Sento parlare spesso di talento, ma io ho sempre detto che nella vita c’è un talento speciale, che è la capacità di imparare. Quello significa per me è avere talento: c’è chi impiega tre ore a capire una cosa, chi un’ora. Lavoro più talento ti fa diventare il numero uno. Per quanto riguarda Rafa non mi preoccupavo che ne avesse molto o poco, ma mi premeva che arrivasse al suo massimo potenziale. E a dirla tutta non avrei mai pensato potesse vincere 20 Grandi Slam“.
L’attività di allenatore continua, con un occhio dedicato ai giovani. “Ma posso dirlo con certezza – ha concluso – non ne avrò mai un altro come lui, ma continuo a credere di poter dare qualcosa a questi ragazzi“.