Thiem tiene i piedi per terra: "Non sono uno dei Fab"

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Thiem tiene i piedi per terra: “Non sono uno dei Fab”

“Se si confrontano i grandi titoli sono ancora molto lontano”, ammette l’austriaco. Che però ha preso a batterli regolarmente: 11 vittorie nelle ultime tre stagioni. Contro Medvedev per chiudere il cerchio alle ATP Finals

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Dominic Thiem - ATP Finals 2020 (via Twitter, @atptour)
 

Ancora una volta Dominic Thiem si è confermato un pericolo costante anche per i Fab Three. Il suo successo su Novak Djokovic, il quinto negli ultimi sette confronti diretti contro il serbo (7-5 per Nole il computo totale), gli vale la 300° vittoria ATP e la seconda finale consecutiva alle ATP Finals. Una partita giocata complessivamnete alla grande, che però ha rischiato seriamente di perdere dopo aver mancato quattro match point nel tiebreak del secondo set ed essersi trovato sotto 0-4 in quello del terzo. Con le spalle al muro, Thiem ha tirato fuori il suo miglior tennis, tirando a tutta ogni colpo, senza paura, ed è riuscito a portarla a casa.

Sono stato un po’ fortunato alla fine nel tiebreak del terzo set. È incredibile averne vinti due contro Rafa e quest’ultimo contro Djokovic. Da 0 a 4 sono andato a tutta su ogni singolo colpo e sono entrati tutti in campo, non accade così in ogni partita. Sono felicissimo che sia andata così. Questi match sono sempre così equilibrati che alla fine chi ha un pizzico in più di fortuna vince“.

Ironicamente, sembra essere stato Djokovic stesso a ispirare Thiem, a insegnargli (indirettamente e nolente, ovvio) come vanno affrontati i tiebreak più delicati. “Ho preso Novak come esempio perché ha vinto tanti tiebreak importanti in carriera. Ho la sensazione che quando affronta un tiebreak importante si rifiuta di sbagliare e ho provato a farlo anche io dalla ripartenza del circuito. La fortuna quest’anno è stata dalla mia parte, ma alla fine c’è sempre equilibrio: l’anno scorso ho vinto 7-6 al terzo con Novak e perso 7-6 al terzo in finale.”

Un’altra grande chiave del successo odierno, oltre ad una tenuta mentale fuori dal comune, è stato sicuramente il rovescio slice. Con questa soluzione, che Dominic ha affinato negli anni a fianco della più appariscente sberla in top, l’austriaco è stato capace di ribaltare molti scambi e di prendersi il tempo per esplodere i suoi colpi con maggiore tranquillità. Lo stesso Thiem, con un pizzico di meritato orgoglio, ha sottolineato i suoi progressi. “Il rovescio slice è uno dei colpi più importanti nel mio gioco. Qui è un’ottima opzione per passare da una situazione difensiva a una più neutrale, specialmente su questa superficie. Penso di averlo migliorato, lo alleno parecchio. Se non ci fosse, perderei gran parte del mio gioco“.

300 vittorie in carriera, uno Slam e un 1000 in bacheca, almeno cinque successi contro ciascuno dei Fab Three (solo Andy Murray ci era riuscito prima). Questi sono dati che iniziano a definire i contorni di una carriera di tutto rispetto. C’è anche chi tenta un azzardato paragone con i Fab già adesso, ma Thiem non è d’accordo. “No, non sono uno dei “Fab”. Se si confrontano i grandi titoli sono molto lontano: uno Slam e un Masters 1000. Un po’ meno degli altri. Mi piace giocare contro di loro, è sempre una grande cosa. Noi giocatori giovani dobbiamo essere felici che siano ancora in giro, ogni partita con loro è una grande opportunità“.

In termini di palmares certamente ancora non si possono fare confronti, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che, al momento, Dominic sia sullo stesso livello di gioco dei grandissimi. I numeri sono lì a dimostrarlo: dal 2018 contro Federer, Nadal e Djokovic ha collezionato 11 vittorie e 7 sconfitte, un saldo niente male. E adesso, per chiudere il cerchio, non gli resta che ripetere la vittoria ottenuta contro Medvedev allo US Open. Nell’ultimo match di tennis che la 02 Arena accoglierà per diverso tempo.

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