Kokkinakis ci riprova: “Quando sto bene sono molto competitivo”

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Kokkinakis ci riprova: “Quando sto bene sono molto competitivo”

Un anno fa era in ospedale e non riusciva nemmeno a respirare. Tra qualche settimana lo sfortunatissimo australiano avrà un’altra occasione per far decollare la sua carriera nello Slam di casa

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Thanasi Kokkinakis - Los Cabos 2019 (foto via Twitter, @AbiertoLosCabos)
 

Di giocatori frequentemente infortunati ce ne sono diversi nel circuito. Basta pensare a Juan Martin del Potro, Milos Raonic e Kei Nishikori. Thanasi Kokkinakis rientra di sicuro in questa categoria. Cinque anni fa, il classe 1996 di Adelaide e Nick Kyrgios erano le grandi speranze del tennis australiano. Mentre Kyrgios non è riuscito a mettere a frutto tutto il suo potenziale, Kokkinakis non ha proprio spesso avuto l’occasione di farlo. Più o meno ha avuto problemi fisici in ogni parte del corpo: ginocchio, addominali, spalla, gomito, muscoli del petto. 

I guai sembravano finiti un paio di anni fa. Nel 2018 l’australiano era riuscito a completare la stagione con quasi 40 partite disputate, di cui 25 vittorie (inclusa quella contro Federer a Miami) e 15 sconfitte, e una posizione vicina ai primi 100. Ma nella stagione successiva le grane sono ricominciate. Di questi tempi, un anno fa, Kokkinakis invece di essere in campo per allenarsi per gli Australian Open era in ospedale a curarsi per farsi rimuovere le tonsille. Non è stato facile guardare i suoi connazionali giocare lo Slam di casa. “Ad un certo punto ho spento la tv e sono andato a dormire perché stavo impazzendo”, ha confessato. Nelle settimane successive all’operazione, ha perso 12-13 chili per via della difficoltà ad inghiottire cibo. Il lato positivo del 2020 è che gli ha dato il tempo di recuperare con calma. 

In alcune circostanze, Kokkinakis è stato effettivamente molto sfortunato. Come quando si fece male al ginocchio a Montecarlo contro un manifesto pubblicitario in campo. In altre però è stato un po’ negligente. Lui stesso ha ammesso che i problemi alla spalla sono stati dovuti ad un eccessivo carico di pesi in palestra, a scopo estetico oltreché sportivo. Oggi Kokkinakis ha smesso di sollevare pesi e si è focalizzato sulla parte inferiore del corpo. Corre circa 12 chilometri al giorno. È un lato positivo e negativo di me. Sono uno che tende fare le cose un po’ all’estremo. Se penso che qualcosa mi serva lo faccio al massimo. Alcune volte funziona, altre no. È chiaro che non ho ancora trovato l’equilibrio giusto”. 

Mark Philippoussis, due volte finalista Slam e icona del tennis australiano, crede però ancora molto in lui, nonostante ora si trovi a dover di nuovo risalire la classifica dalla posizione 260, a 24 anni. “Lavora duro, ha la testa sulle spalle. È un ragazzo che dice cose interessanti ed è un piacere condividere il campo con lui”. Ma non è il solo in Australia. La federazione, dopo alcune incoraggianti prestazioni in una serie di tornei interni, ha deciso di dargli una wild card per il main draw degli Australian Open. Se avessi perso un sacco di partite nei miei ritorni sul circuito lascerei perdere. Ma quando sono stato in buone condizioni fisiche ho battuto gente molto forte. Questo mi fa pensare che vale ancora la pena provarci. Se sto bene posso ancora avere una bella carriera”. Glielo auguriamo anche noi. 

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