In bilico sul futuro (Mastroluca). Il Lemon Bowl parla romano (Schito). «Federer? Ogni volta che vince è un miracolo» (Mastroluca)

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In bilico sul futuro (Mastroluca). Il Lemon Bowl parla romano (Schito). «Federer? Ogni volta che vince è un miracolo» (Mastroluca)

La rassegna stampa di venerdì 8 gennaio 2021

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In bilico sul futuro (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Dopo il 2020 degli stadi vuoti, si apre il 2021 delle prime volte nel tennis. L’Australian Open spostato a febbraio, con le qualificazioni in programma da domenica al 13 gennaio a Dubai e Doha, sarà preceduto da una settimana senza eguali: cinque tornei (due maschili, due femminili più l’ATP Cup) tutti in contemporanea a Melbourne Park, dove si disputerà lo Slam inaugurale della stagione. E di prima volta in prima volta si arriverà all’evento più atteso dal pubblico italiano, le ATP Finals a Torino. Può diventare anche l’anno dei record. Novak Djokovic insegue le 310 settimane da numero 1 del mondo di Roger Federer. Se manterrà il vantaggio su Rafa Nadal, oggi di 2180 punti, ci arriverà il prossimo 8 marzo. Il suo è un inseguimento su più fronti alle leggende del gioco. Punta a chiudere la settima stagione da numero 1, e sarebbe un primato assoluto, staccando cosi Pete Sampras. E i venti titoli Slam della premiata ditta Roger e Rafa. Lo spagnolo, numero 1 o 2 a fine anno per la dodicesima stagione, ha ospitato Lorenzo Sonego e Felix Auger-Aliassime nell’accademia di famiglia per allenarsi una settimana. Con la sua fondazione, poi, ha donato tremila chili di cibo al Banco Alimentare. «Viviamo un momento difficile, ma sta anche a noi non farlo peggiorare ulteriormente» ha detto. Il maiorchino mantiene 725 punti di vantaggio su Dominic Thiem. L’austriaco, campione dello US Open e primo nuovo vincitore Slam nel singolare maschile in sei anni, potrebbe diventare il primo Top 2 diverso dai Fab 4 (Djokovic, Federer Murray e Nadal) dal 2005. […] Il 2021 sarà anche l’anno di un’Olimpiade giocata fuori dalla tradizionale scansione del quadriennio. Un appuntamento che Roger Federer aspetta da tempo, e che finirà per coincidere con il suo 40° compleanno. Un momento che Naomi Osaka attende anche come occasione di riconciliazione con una nazione che non l’ha certo fatta sentire a casa in quanto figlia di un matrimonio misto. Però a ottobre, dopo essersi battuta perché non si allentasse l’attenzione sulle violenze della polizia contro i neri negli Stati Uniti, ha rinunciato alla cittadinanza Usa per mantenere solo il passaporto giapponese. Dunque non potrà più risiedere a Boca Raton, e anche allenarsi negli Stati Uniti, fuori dai tornei, sarà decisamente più complicato. A cinquant’anni dall’inizio del primo torneo professionistico solo femminile, pionieristica iniziativa guidata dalle Original 9 e preludio della futura WTA, Osaka ha un’identità e una dimensione di leadership non solo sportiva. Come Arthur Ashe, primo campione nero di Wimbledon, non si accontenta di saper giocare a tennis, vive lo sport come strumento e non come fine. […]

Il Lemon Bowl parla romano (Francesca Schito, Il Tempo – Roma)

Anche solo pensare di organizzarlo sembrava una follia, e invece la 37esima edizione del Lemon Bowl è stata un successo. Non sono bastate le restrizioni legate alla pandemia di Covid né il calo degli sponsor a fermare lo storico appuntamento con la coppa dei limoni. Paolo Verna, il direttore del torneo, ha fatto un lavoro magistrale e i risultati non sono mancati, visti i 1093 iscritti, circa 200 in più rispetto a un anno fa. «Essere riusciti a chiudere questo appuntamento il 6 gennaio – ha detto Verna – disputando le finali all’aperto dopo difficili giorni di pioggia, è stata una grande vittoria. Lo staff è stato eccezionale. Siamo riusciti a far rispettare fino all’ultimo i protocolli di sicurezza, per il bene di tutti. Vedere tanti ragazzi desiderosi di giocare e di stare insieme è il nostro risultato più grande». Quest’anno poi il Lemon Bowl ha parlato romano, con tre vincitori della capitale. Nell’Under 12 Mattia Baroni del Reale Circolo Tevere Remo si è imposto sul campano Federico De Matteo (6-4 5-7 6-1): «Faccio i complimenti al mio avversario – ha ammesso Baroni – giocatore corretto e autore davvero di una grande partita. Questa prima volta al Lemon Bowl non la dimenticherò mai. Il livello del torneo è stato altissimo, ho visto tanti ragazzi giocare molto bene». Nell’Under 14 Femminile ha vinto senza storia Fabiola Marino in due set (7-5 6-4) contro Sveva Pieroni: «Prima di scendere in campo ero carica al punto giusto. Ho messo in campo tanto coraggio, dopo aver perso già una finale questa volta volevo vincere a tutti i costi. Ora devo continuare a studiare e ad allenarmi. Sogni? Wimbledon, senza ombra di dubbio». Si conferma ancora una volta sui campi in terra rossa del New Penta 2000 Andrea De Marchi che, dopo aver vinto il titolo nell’under 8 nel 2015 e quello nell’under 12 nel 2019, il campione italiano under 13 ha trovato il terzo sigillo, firmando anche in quest’edizione l’albo d’oro del torneo. De Marchi si è imposto 6-4 6-2 su Alessandro Mondazzi: «Ho sensazioni bellissime in questo momento – ha dichiarato il tennista capitolino – non potrei essere più felice. Gioco ogni anno questo splendido torneo e vincerlo per la terza volta mi dà ancora maggior consapevolezza nei miei mezzi. Ho scoperto l’importanza del mental coach. Senza testa, in questo sport, non si va da nessuna parte». […]

«Federer? Ogni volta che vince è un miracolo» (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Il 2021 inizia nel segno dei due dominatori da record, Novak Djokovic e Rafa Nadal. Il serbo ha chiuso la sesta stagione da numero 1, lo spagnolo ha eguagliato i venti Slam di Roger Federer: i tifosi italiani si aspettano tanto da Matteo Berrettini e Fabio Fognini, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Confidano in Lorenzo Sonego, torinese che sogna di esserci alle ATP Finals in casa. Come sarà l’anno che verrà? Ne parliamo con Paolo Bertotucci. Iniziamo dagli italiani: cosa ti aspetti dal nostro tennis? «Una conferma. Il 2020 doveva essere l’anno dell’esplosione di Berrettini, che ha avuto poi tanti problemi fisici. Gli altri hanno confermato quanto di buono ci si aspettava: parlo di Sonego, di Sinner, del ritorno a discreti livelli di Cecchinato. Sono convinto che Fognini, risolti i problemi alle caviglie, possa tornare ad alti livelli. Ha cambiato coach perché credo cercasse nuovi stimoli. Per me ha ancora due anni almeno ad alto livello».

Sinner e Musetti sono i due migliori teenager in classifica ATP. Da loro cosa vorresti vedere?

Progressi costanti. Più dell’esplosione, che mi farebbe comunque molto piacere, sarei contento di vedere una crescita continua, settimana dopo settimana, mese dopo mese. Perché è garanzia di un giocatore di livello che rimane in alto per molto tempo. […]

Roger Federer ha messo tra le sue priorità Wimbledon e il torneo olimpico: sarà quello il momento chiave?

Magari per il gusto delle favole. Per me, alla sua età, ogni volta che va in campo e vince è un miracolo. Poi è stato fermo un anno, e fra i 38 e i 39 è come averne saltati cinque.

Passando al femminile, Naomi Osaka con questo ruolo a sostegno del Black Lives Matter sarà il personaggio del futuro?

Osaka, per il fatto di essere giapponese, con il discorso dei Giochi e del Black Lives Matter, come dicevi, è un po’ il personaggio del momento. Ma va detto che tolta Serena, che occupa la scena in tutti i sensi quando si presenta, e senza Sharapova, non ci sono vere stelle.

Sei d’accordo con Tiriac che di Serena WIIlarrts ha detto: «Se ha un po’ di decenza, si dovrebbe ritirare»?

Dall’alto della sua esperienza, mettiamola così, può dire qualsiasi cosa, ma Serena, se è a posto fisicamente, se la gioca ancora alla grande. Questi campioni, poi, a quell’età e con quella storia, non giocano certo per i soldi. Vai avanti finché la mattina gestisci bene i dolori, non ti pesa far la borsa e andarti ad allenare. E da quanto accetti il rischio di poter perdere da chi magari due anni prima battevi facilmente.

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