Volandri: «Io, secchione da Davis» (Cocchi). Volandri: sogno la Davis. Sarò il capitano di tutti (Mastroluca). E l'Italtennis lo abbraccia: «L'uomo giusto per noi» (Cocchi)

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Volandri: «Io, secchione da Davis» (Cocchi). Volandri: sogno la Davis. Sarò il capitano di tutti (Mastroluca). E l’Italtennis lo abbraccia: «L’uomo giusto per noi» (Cocchi)

La rassegna stampa di lunedì 25 gennaio 2021

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Volandri: «Io, secchione da Davis. La prima notte da c.t. al telefono coi giocatori» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Il Capitan Futuro del tennis è pronto alla sfida. Raccogliere 20 anni di solide realtà firmate Corrado Barazzutti e trasformarle in sogni di gloria in Davis. Filippo Volandri, fresco di nomina a capitano dell’Italia, è ben consapevole del compito che lo aspetta. Volandri, ha dormito bene nella prima notte da capitano azzurro? «A dire il vero ho dormito pochissimo, non solo per l’emozione ma soprattutto perché ho voluto parlare con tutti i giocatori. Uno per uno, dai più “piccoli” ai più esperti. Voglio improntare da subito un rapporto di grande unità e franchezza».

Lei è già stato dall’altra parte della barricata come giocatore, cosa si aspetta da questo cambio di ruolo?

È un compito così importante che a pensarci mi vengono i brividi. È vero che sono stato per tanti anni in Nazionale come giocatore, ma non è minimamente paragonabile a essere capitano. La responsabilità diventa enorme.

Dovrà attingere alla sua esperienza nel settore tecnico a Tirrenia.

Grazie alla federazione sono riuscito a costruirmi una squadra importante di professionisti che hanno già aiutato giocatori come Berrettini, Sonego, Musetti. Parlo, tra gli altri, del tecnico Umberto Rianna, del preparatore Stefano Barzacchi e di tutto il resto del mio staff, che comprende anche mental coach e psicologi. Io credo moltissimo nell’importanza dell’aspetto psicologico. Il tasso tecnico dei tennisti, in media, è altissimo, e quello che fa sempre di più la differenza è la tenuta mentale.

Dicono che sia un vero secchione sul lavoro. Conferma?

Assolutamente. Io studio moltissimo, approfondisco il più possibile. Mi affido molto ai numeri, alle statistiche. Collaboriamo anche con Craig O’Shannessy, lo statistico di Djokovic. Con i dati che ci ha consegnato siamo stati in grado di cambiare completamente il modo di allenare, di vedere il tennis, di preparare le partite. Insomma, una visione molto moderna di questo lavoro.

Non teme un po’ di diffidenza da parte dei giocatori più “anziani” che magari faticano a inquadrarla come c.t.?

No, perché dalle loro parole ho capito che ci sarà grande collaborazione: per me è l’ingrediente più importante in una squadra. Capisco che siano ancora legati a Barazzutti, anche io lo sono. È stato lui a farmi esordire e mi ha insegnato moltissimo. In più so bene cosa voglia dire una settimana di Davis: è come giocare quattro tornei di fila…

Che Italia sarà la sua?

Un’Italia unita. Mi piace che si discuta all’interno della squadra, che ci si confronti anche se alla fine le decisioni e le responsabilità le prendo io. Però, voglio che tutti si sentano protagonisti della Nazionale. Non solo i giocatori ma tutti, dai bambini di sei anni agli anziani di 90. L’Italia di tutti.

Volandri: sogno la Davis. Sarò il capitano di tutti (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

«Sarò il capitano di tutti». Filippo Volandri, erede di Corrado Barazzutti come guida della nazionale italiana di Coppa Davis, ci tiene allo spirito di squadra. In questa direzione ha orientato il lavoro di direttore tecnico nazionale. E sarà questa la linea guida della sua gestione di capitano dell’Italia. Per portare in alto un’Italia che può sognare un nuovo boom come quello degli Anni Settanta. Come si sente? «Molto emozionato, molto carico. L’altra notte non ho chiuso occhio, ne ho approfittato per chiamare tutti i ragazzi che sono in Australia: almeno da questo punto di vista è stata una serata produttiva. Mi è piaciuto molto quello che ci siamo detti. Ovviamente sono molto legali a Corrado, anche a me con un altro ruolo. Sta comunque passando tanto il concetto di squadra e per me è fondamentale».

Cosa l’ha stupita?

La grande disponibilità di Fabio Fognini, dopo essere stato tanto legato a Corrado che lo ha allenato nell’ultimo periodo. Mi sono piaciute molto anche le parole di Matteo Berrettini. Io vorrei che tutti, i giocatori, gli allenatori, i bambini e i signori di novant’anni che giocano una volta a settimana, si sentano parte della squadra.

Essere stato giocatore in una generazione più vicina a quella dei tennisti di oggi sarà di aiuto?

Penso di sì, anche dalle parole di Matteo. Per loro è importante, sanno che a tennis ho giocato tanto e posso capire le loro difficoltà. Anche se ho dovuto studiare per capire come vivono i giovani oggi. Ho dei consulenti importanti, preparatori mentali, psicologi, statistici, che ci hanno fatto cambiare metodo di allenamento e di lavoro con i team privati. Sono tutte risorse che porterò all’interno della squadra di Davis.

Corrado Barazzutti non ha nascosto di non essere particolarmente favorevole glia nuova Davis. Le piace il nuovo format?

Io credo che qualcosa si dovesse cambiare. A mio avviso però si è cambiato troppo e troppo in fretta. […]

Manterrà il ruolo di direttore tecnico?

Sì. Continua la collaborazione con i giocatori, non solo a Tirrenia. Andiamo a casa degli atleti. L’abbiamo fatto con Berrettini e Sonego, lo facciamo con Musetti e Zeppieri, con Gigante e Nardi. È un servizio che diamo a tutti, Tirrenia diventa una parte del lavoro più ampio del settore tecnico. […]

E l’Italtennis lo abbraccia: «L’uomo giusto per noi» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Il gruppo azzurro saluta il passato e dà il benvenuto al futuro. Gratitudine e affetto per Corrado Barazzutti, curiosità e entusiasmo per le prossime sfide col nuovo capitano, Filippo Volandri. Dall’Australia Fabio Fognini è quello che per primo ha voluto omaggiare “Barazza”, a cui è legato da un feeling speciale. Per lui è stato amico, mentore, tecnico nella passata stagione e guida per tutta carriera. Fabio quest’anno ha deciso di affidarsi all’argentino Alberto Mancini, ma ha salutato su Instagram l’ex capitano con una speranza, che suona come un messaggio a Volandri: «Con la speranza di avere ancora l’opportunità di difendere i colori più belli del mondo, auguro tutto il meglio a Corrado. Intanto, benvenuto al nuovo capitano». La carriera in azzurro di Matteo Berrettini, numero 1 italiano e 10 al mondo, è stata finora breve, ma intensa quanto basta per lasciare qualche parola dall’Australia: «Sono curioso di questo cambiamento: Filippo e esperto e abituato a questo tipo di sfide. Mi dispiace, però, per Corrado, un grandissimo capitano: devo a lui il mio esordio in azzurro». Lorenzo Sonego è entusiasta della nuova guida, anche perché il suo rapporto con Volandri arriva da lontano: «E’ stato un grande piacere lavorare con Corrado. Ma sono felice che venga sostituito da Filippo. Lo conosco da tempo, quando lui finiva la carriera e io iniziavo: mi dava consigli, mi aiutava. Sarà una bellissima occasione per imparare cose nuove. Lui sa fare gruppo e caricare i giocatori. Come era da tennista, anche ora riesce a trasmettere grinta. Spero proprio di poter giocare presto la Davis con lui, e magari nella mia Torino». Inutile negarlo, il più atteso in azzurro è Jannik Sinner. L’altoatesino non ha mai lavorato con Barazzutti e mai giocato in nazionale. Questo, però, potrebbe essere l’anno dell’esordio. Il 19enne ha saputo dell’avvicendamento sulla panchina azzurra dal consigliere Fit, Graziano Risi: «Le mie congratulazioni a Volandri. In attesa di conoscerci meglio gli faccio un grande in bocca al lupo per questo incarico», ha detto dall’Australia. Lorenzo Musetti è l’altro giovanissimo su cui l’Italia punta per il futuro: «E’ un grosso incarico e spero un giorno di poter condividere con lui la panchina azzurra – ha detto -. Sono sicuro che con la sua ambizione, perseveranza e preparazione, farà un ottimo lavoro». […]

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