Berrettini più forte del dolore: batte Khachanov e vola agli ottavi dell'Australian Open

Australian Open

Berrettini più forte del dolore: batte Khachanov e vola agli ottavi dell’Australian Open

Matteo batte per la quarta volta su quattro il russo in tre tie-break. Nonostante un problema agli addominali alla fine del terzo set. Primi ottavi a Melbourne per lui. Sfiderà Tsitsipas

Pubblicato

il

Matteo Berrettini - Australian Open 2021 (via Twitter, @atptour)
 

[9] M. Berrettini b. [19] K. Khachanov 7-6(1) 7-6(5) 7-6(5)

Matteo Berrettini c’è. Il tennista romano aveva sempre sconfitto il russo Karen Khachanov, n.20 della classifica mondiale, nei tre precedenti scontri diretti. E lo ha fatto di nuovo al terzo turno di questi Australian Open. Probabilmente perché sa fare tutto quello che sa fare il russo, ovvero tirare delle gran botte di servizio e di dritto. Ma sa fare anche qualcosina di più. E sa anche giocare meglio i punti decisivi. Non a caso la partita, tutt’altro che indimenticabile, si è risolta in tre-tiebreak, per la durata di poco meno di tre ore di gioco. L’ultimo, quello decisivo, Matteo è riuscito a portarlo a casa con le unghie e con i denti, resistendo ad un problema agli addominali che ne limitava i movimenti e la spinta. Questo fastidio fisico dovrà risolversi in fretta perché ad aspettarlo nei suoi primi ottavi di finale a Melbourne c’è uno Stefanos Tsitsipas in forma smagliante.

IL MATCH – I due giocatori cominciano la partita molto contratti e imprecisi. Anche con il servizio, colpo fondamentale per entrambi. E così, inaspettatamente, si susseguono i break. Nel primo gioco a perdere la battuta è Khachanov addirittura a zero. Matteo però non sfrutta il vantaggio e si fa subito riprendere. Con un altro break, il russo sale sul 3 a 1. Ma anche lui non riesce a confermarsi e si fa riagganciare sul 3 pari. Poi entrambi i tennisti cominciano a registrare il servizio e la partita torna sulla traccia prevista. Sia Matteo che Khachanov cercano di dettare il gioco con i loro colpi e faticano a contenere in risposta e in difesa. Per questa ragione e forse anche per un po’ di tensione, la partita non è di certo spettacolare. Si approda così senza ulteriori scossoni al tiebreak. Il moscovita regala un paio di punti. Aiutato da una bella serie di prima l’azzurro si invola sul 4 a 0. Khachanov fa un punto ma Matteo ne fa altri tre e su un errore di dritto dell’avversario porta a casa il primo parziale. 

Si ricomincia nel secondo da dove si era finito. Match che procede on serve. Quello ad avere un pochino più di difficoltà a tenere i propri turni di battuta è Matteo, che è costretto ai vantaggi nel terzo e nel quinto gioco. Khachanov cerca di impostare sulla diagonale del rovescio, a lui leggermente più congeniale. D’altra parte, è evidente come sia il laziale quello tra i due ad avere il bagaglio tecnico più completo. In particolare, Matteo utilizza tanto lo schema servizio-palla corta, che non sempre funziona alla perfezione ma comunque disorienta un avversario che nei pressi della rete mette a nudo tutta la sua macchinosità. Senza aver concesso nessuna palla break, i due contendenti giungono al tiebreak. Khachanov sbaglia una volée su un missile al corpo di Berrettini, regalando il primo minibreak. Il russo si riprende il vantaggio con uno scambio condotto dall’inizio alla fine. Sul 5 pari è il dritto però a tradirlo. Matteo affossa il back nel primo set point ma sfrutta il secondo al servizio con un ace. 

Nel terzo parziale, un Khachanov scoraggiato concede subito due palle break. La prima la annulla con la combinazione servizio-dritto vincente. Sulla seconda è Matteo a sbagliare. Il copione del match rimane comunque lo stesso: il tennista che prende per primo l’iniziativa spesso poi va a vincere il punto. Nel sesto gioco è invece Berrettini a concedere un paio di palle break. Ma si toglie dagli impicci con altrettanti ace. Nel cambio di campo sul 5 a 4, l’azzurro chiama il medical time out. Il problema è agli addominali. Il dolore sembra forte e il fisioterapista fa un piccolo trattamento.

Matteo torna in campo ma è chiaramente menomato. Riesce a portare a casa in qualche modo il turno di servizio. Con una mano del suo avversario, che commette un brutto doppio fallo sul 30 pari, addirittura ottiene una palla break sul 6 a 5. Khachanov però è fortunato su una volée che tocca il nastro e finisce dall’altra parte del campo.

È ancora il tiebreak quindi a decidere il set. Berrettini arriva pesante sulla palla e affossa il dritto in rete, concedendo il primo minibreak. L’azzurro scuote la testa ma stringe i denti. Sa che deve chiuderla in fretta. Cerca di non sbagliare da fondo e tirare alla prima occasione il vincente. Per sua fortuna Khachanov gli viene in soccorso. Avanti 5 a 4, restituisce il minibreak con un dritto lungo sotto 5 a 4. Poi, sotto 6-5. Sul set point Berrettini, mette il dritto in rete. E Matteo può così tirare un grande sospiro di sollievo. A fare la differenza per lui è stata soprattutto l’84% di punti vinti con la prima. Merito suo ma anche demerito di un Khachanov che non ha di certo nella risposta una delle sue migliori qualità. Contro Tsitsipas – che l’ha battuto in quattro set nell’unico precedente, giocato proprio all’Australian Open nel 2019 – sarà tutta un’altra storia e servirà un Berrettini al 100 per cento delle proprie condizioni fisiche. 


Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement