I campi dell’Australian Open sono realmente così veloci?

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I campi dell’Australian Open sono realmente così veloci?

Matthew Futterman, inviato a Melbourne del New York Times, ha parlato delle opinioni di Djokovic e Thiem (fra gli altri) sulla rapidità del GreenSet australiano

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Novak Djokovic - Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

L’Australian Open maschile s’avvia verso la sua conclusione più scontata (e attesa), ovvero la finale tra Novak Djokovic e Daniil Medvedev – rispettivamente il giocatore più titolato della storia di questo torneo e il tennista più in forma del circuito. Sarà una sfida dall’esito incerto, sul quale potrebbe pesare anche un elemento che, stando ai pareri dei giocatori, differenzia questa edizione dalla precedente: la velocità dei campi.

Quasi tutti i top player, eccetto Tsitsipas, hanno definito i campi di Melbourne Park molto più rapidi del solito e sicuramente di dodici mesi fa. Gli organizzatori assicurano che non è stata apportata alcuna modifica. Solo i dati Hawk-Eye raccolti e analizzati a fine torneo potranno dare una risposta. Questo articolo del New York Times analizza pareri e perplessità dei giocatori, con le risposte dei responsabili di Tennis Australia.


Qui l’articolo originale

Le discussioni sulla velocità dei campi all’Australian Open di quest’anno sono iniziate in maniera quasi innocua. Tutto è iniziato poco prima dell’ATP Cup, la competizione a squadre di Melbourne Park che ha preceduto l’Australian Open, il primo Grande Slam dell’anno. L’austriaco Dominic Thiem, vincitore dello US Open dello scorso anno, dopo essersi allenato alla John Cain Arena, ha detto che la palla usciva dannatamente veloce dal cemento azzurro.

Qualche giorno dopo, Novak Djokovic, numero uno del mondo e otto volte campione del torneo, ha detto di aver trovato il campo della Rod Laver Arena, che lui definisce il suo secondo cortile di casa, sorprendentemente veloce. Poi, dopo aver sconfitto al secondo turno lo statunitense Frances Tiafoe, Djokovic ha detto di stare giocando il tennis più veloce di sempre su questi campi da quando, 15 anni or sono, fece il suo esordio in Australia (forse non un male per quello che probabilmente è il colpitore più regolare ed efficace del gioco) e lo ha ribadito dopo aver battuto Milos Raonic negli ottavi di domenica sera.

Il venerdì precedente, Thiem (tds N.3) aveva vinto in rimonta dopo essere stato sotto due set a zero contro l’idolo di casa Nick Kyrgios. In conferenza, ha parlato di tutte le sfide che ha dovuto affrontare: un tifo ostile, l’ottimo servizio di Kyrgios e “la superficie del Grande Slam più veloce su cui abbia mai giocato“. Quasi tutti i giocatori sono d’accordo con quanto detto da Nole e Thiem, e i loro commenti hanno colto un po’ alla sprovvista Tennis Australia e il custode dei campi di Melbourne Park, visto che l’anno scorso alcuni giocatori si erano lamentati dell’eccessiva lentezza dei campi.

Machar Reid, responsabile dell’innovazione per Tennis Australia, può dirci qualcosa di più sulle condizioni dei campi. Ha detto che i test di pre-torneo hanno prodotto risultati simili allo scorso anno, primo anno in cui l’Australian Open ha stipulato un contratto con GreenSet, azienda fornitrice del rivestimento acrilico delle superfici, in parole povere la vernice dei campi. “Quello a cui miriamo è coerenza, anno dopo anno, non solo qui ma in tutte le strutture del paese, cosicché si possa giocare su una superficie simile, indipendentemente da dove ci si trova sull’isola“, ha detto Reid in un’intervista la scorsa settimana. “Ciò che possiamo dire è che i campi sono sempre gli stessi“.

Senza essere troppo tecnici nel contrastare i risultati dei test con le esperienze di atleti multimilionari che hanno colpito innumerevoli colpi su innumerevoli campi e sono ultrasensibili anche al più piccolo dei cambiamenti delle condizioni, vale la pena ricordare che i tennisti soffrono costantemente della “sindrome di Riccioli D’oro”: i campi da tennis sono sempre o troppo veloci o troppo lenti, o troppo lisci o troppo ruvidi. I giocatori possono cambiare la propria opinione anche durante una partita a seconda dell’andamento del match. Non sono per niente facili da accontentare. Gli uomini sono più propensi delle donne a lamentarsi della velocità dei campi, forse perché colpiscono più forte. Un servizio che viaggia sopra i 200 km/h è molto difficile da ribattere su un campo normale, figuriamoci su un campo veloce.

Dominic Thiem – Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)

L’International Tennis Federation classifica i campi da tennis in una delle cinque categorie in base al Court Pace Rating: lento, medio-lento, medio, medio-veloce e veloce. Una superficie riceve la sua classificazione dopo vari test che includono la misurazione dell’altezza di rimbalzo di una palla quando colpisce la superficie a diverse velocità e quella della facilità con cui scivola sulla superficie.

La terra rossa del Roland Garros è la superficie più lenta del Grande Slam. Giocare sull’erba di Wimbledon, in determinate condizioni, è come giocare su una pista di pattinaggio, con la palla che, una volta colpita, si alza a malapena sopra gli stinchi dei giocatori. I campi in cemento leggermente ammortizzati allo US Open e all’Australian Open sono molto veloci, ma la palla generalmente rimbalza regolarmente. La velocità può variare di anno in anno a seconda della diversa “composizione” del rivestimento acrilico – sintetizzando, in base alla quantità di sabbia aggiunta alla vernice.

Come da prassi, i campi di Melbourne Park sono stati lucidati e hanno ricevuto una nuova tinteggiatura di acrilico GreenSet prima del torneo di quest’anno. Reid ha detto che Tennis Australia mira a fornire un campo che si assesti proprio nel mezzo della scala di classificazione ITF perché l’organizzazione crede che quel tipo di campo produca il miglior tennis possibile.

Un campo classificato nella categoria più veloce favorirebbe troppo i grandi server, riducendo eccessivamente il numero degli scambi. Un campo lento incoraggerebbe i giocatori a rimanere indietro e trasformare ogni punto in una partita di scacchi difensiva. Un campo medio permette al tennis di raggiungere quel delicato equilibrio tra atletismo e strategia.

Il problema è che i tornei di tennis, com’è ovvio che sia, non si svolgono in un ambiente statico. Non importa cosa dicono i numeri su quanto sia “veloce” un campo da tennis, poiché esso è il risultato di un’interazione incalcolabile e in continua evoluzione della palla, della superficie del campo e del clima. I cambiamenti delle condizioni metereologiche, ad esempio, possono avere un effetto drastico sui rimbalzi della pallina. Il clima più fresco rende la pallina più pesante, abbassandone il rimbalzo. Quando la temperatura aumenta, la palla diventa più vivace e meno facilmente controllabile. Ci sono stati alcuni giorni caldi nell’ultimo mese, ma il clima è stato piuttosto fresco per essere un’estate di Melbourne.

Inoltre, le tecnologie riguardanti racchette e corde migliorano sempre, permettendo ai giocatori di colpire più duramente e con più topspin che mai. Inoltre, la velocità dei campi generalmente aumenta con l’incremento del numero di partite disputate – i campi di Melbourne Park quest’anno hanno ospitato molti più match del normale. I giocatori hanno iniziato ad allenarsi sui campi tre settimane prima dell’Australian Open e sei differenti tornei si sono svolti la settimana prima dell’inizio del torneo.

Eppure, è un mistero se i campi siano veramente più veloci e quanto questo cambiamento influirà sull’esito del torneo. La quinta testa di serie, il greco Stefanos Tsitsipas, il cui gioco è strettamente legato alla potenza dei colpi, ha descritto il campo alla Rod Laver Arena come uno dei più lenti di Melbourne Park e non così diverso dai campi di altri tornei del Grande Slam.

Invece l’argentino Diego Schwartzman, uno dei grandi difensori da fondocampo del circuito, ha descritto i campi come “molto, molto veloci“. Schwartzman, testa di serie numero 8, ha perso al terzo turno in tre set contro il russo Aslan Karatsev, 144 ATP alla prima partecipazione in singolare in un torneo del Grande Slam. “È un ragazzo che colpisce in maniera molto potente e la superficie non mi ha aiutato“, ha detto Schwartzman. “Preferisco un campo più lento, in modo da poter ragionare un po’ di più durante lo scambio e potendo optare per diverse scelte e colpi diversi“.

Aslan Karatsev – Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)

Nel quarto turno, Karatsev ha rimontato due set, sconfiggendo il canadese Felix Auger-Aliassime, testa di serie numero 20. “Ho giocato qui prima, ed il campo era più lento“, ha detto Karatsev. “Ma per me è comunque buono. Penso che una superficie veloce per me sia sempre buona”.

Thiem, il grande sbracciatore che ha dato il via a tutte queste chiacchiere, domenica ha perso malamente contro il bulgaro Grigor Dimitrov sulla Rod Laver Arena, 6-4 6-4 6-0. “La superficie era molto, molto veloce, probabilmente la più veloce su cui abbia mai giocato in un Grande Slam“, ha detto Thiem. “Ma non è stata questa la causa della mia sconfitta“.

Dopo il torneo, ha detto Reid, verranno valutati i dati prodotti dal sistema Hawk-Eye, che raccoglie centinaia di misurazioni al secondo della palla e della posizione del campo di ogni giocatore. Dovrebbe fornire un’idea se quest’anno i campi siano stati più rapidi o meno.

Traduzione a cura di Marco Tidu

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