Severin Luthi sulla preparazione di Roger Federer: "È indietro sulla tabella di marcia"

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Severin Luthi sulla preparazione di Roger Federer: “È indietro sulla tabella di marcia”

Lo storico allenatore del campione svizzero fa luce sulle sue attuali condizioni: “Gli allenamenti sono intensi ma non frequenti”

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Roger Federer con Severin Luthi e Ivan Ljubicic - Wimbledon 2018 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Ormai il ruolo di Severin Luthi, storico allenatore o forse è meglio definirlo accompagnatore nei tornei di Roger Federer, comprende anche quello di entrare in contatto con la stampa durante i prolungati mesi di assenza dal circuito del suo assistito. E dunque, come una sorta di ambasciatore verso il grande pubblico, è lui che elargisce nuove informazioni circa le condizioni del campione svizzero e purtroppo per i suoi fan in questo caso non sono delle migliori.

Come preparazione è un po’ indietro sulla tabella di marcia ha detto Luhti intervistato dall’emittente svizzera SRF. “Gli allenamenti in campo sono abbastanza intensi ma non riusciamo a farli con la frequenza di cui avrebbe bisogno in avvicinamento a un torneo”. Ricordiamo che Federer quest’anno è sceso in campo solamente al torneo di Doha (dove ha giocato due match) e ora ha in programma di disputare il torneo di Ginevra al via il 15 maggio come unica preparazione per il Roland Garros, rinunciando dunque sia a Madrid che a Roma. Il suo principale obiettivo ovviamente resta Wimbledon, seguito a stretto giro dalle Olimpiadi, quindi il tempo per tornare in piena forma c’è eccome ma è altrettanto vero che vorrà sicuramente ben figurare davanti al pubblico di casa.

Luthi ha poi proseguito spiegando meglio il tipo di rapporto che lo lega all’ex numero 1 del mondo, entrando nel merito del suo ruolo. “Roger è una persona molto generosa, ti dà quello che riceve. Io cerco di fare tutto quello che è nelle mie possibilità per dargli una mano. È una persona che sa ascoltare e io vedo il mio ruolo di allenatore più come quello di un consigliere. Alla fine è lui che scende in campo, io dalla panchina mi limito a trasmettergli calma e tranquillità”. E in passato sembra esserci riuscito piuttosto discretamente.

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