WTA Madrid: Muchova e Pavlyuchenkova vincono due autentiche maratone

Flash

WTA Madrid: Muchova e Pavlyuchenkova vincono due autentiche maratone

MADRID – Fuori Brady e Sakkari, che avrà parecchio da recriminare per la rimonta sfumata. Muchova vince a una manciata di minuti dalla mezzanotte, con lo stadio vuoto

Pubblicato

il

Karolina Muchova - WTA Madrid 2021 (ph. Mateo Villalba)
 

dal nostro inviato a Madrid

In ogni torneo che si rispetti, non può mancare una maratona fatta di continui ribaltamenti di fronte. Ebbene, oggi a Madrid – anche se ormai è già… domani – se ne sono disputati due. Uno ha avuto per protagoniste Anastasia Pavlyuchenkova e Jennifer Brady, il secondo è quello che ha chiuso il programma e ha visto Karolina Muchova prevalare su Maria Sakkari.

Pavlyuchenkova è riuscita a spuntarla per 7-5 6-7(8) 6-3 dopo due ore e 46 minuti. Va detto che è stata anche lei a metterci un po’ del suo per complicarsi il pomeriggio, non concretizzando un match point nel tie-break del secondo set, ma ormai abbiamo imparato a conoscere il carattere combattivo di Brady (n.14 del mondo) la quale ha ribaltato il punteggio e per poco non completava la rimonta anche nel terzo set.

 

Qui però la tensione ha iniziato a prendere il controllo delle operazioni e su otto game si sono registrati cinque break. La n. 41 del mondo, che qui sta giocando decisamente il suo miglior torneo della stagione, è sempre stata con la testa avanti e alla fine ha chiuso mantenendo la battuta a quindici. Pavlyuchenkova ha deciso di condividere il merito di questo successo con il fratello maggiore, da poco tornato nel suo box col ruolo di allenatore. “Sono super contenta per questo. Mi ha allenata da quando ho 14 anni, poi ad un certo punto ha deciso di riprovare con la carriera da tennista in doppio. Mi piace l’alchimia che c’è tra di noi ed mi dice sempre la verità anche quando non voglio sentirla; è una delle poche persone delle quali ho piena fiducia”. Pavlyuchenkova torna dunque a giocarsi i quarti di finale di un torneo WTA 1000 per la prima volta da Wuhan 2018, e dall’altra parte troverà una Muchova assai galvanizzata.

Dal canto suo, Sakkari ci metterà un bel po’ prima di digerire la sconfitta arrivata dopo due ore e trentotto minuti e dopo che la greca era stata dominata nel primo set (perso 6-0) e aveva salvato due match point nel tie-break del secondo. Muchova è stata semplicente impeccabile sotto il piano del gioco nel primo set, ma poi si è trovata davanti una giocatrice che aveva assunto tutt’altro piglio e pian piano, sostenuta anche dal pubblico non numerosissimo ma partecipe, Maria ha fatto sì che il suo gioco monocorde prendesse il sopravvento su quello molto più vario della ceca. Per tutto il secondo parziale Muchova è stata lì lì per cedere e anche nel tie-break si era trovata sotto 5-0. Non troppo sorprendentemente, vista la poca cattiveria della greca nei momenti chiave, Karolina aveva poi rimontato ma alla fine a lei è mancato il cinismo per chiudere subito l’incontro. Lo confermano i due match point sciupati nel tie-break, uno col servizio a disposizione.

Terminato il tie-break palpitante – 11 punti a 9 in favore di Sakkari – tutto il pubblico è stato invitato a lasciare il Manolo Santana Stadium per via del coprifuoco che a Madrid parte alle 23. L’assenza del sostegno comunque non ha impensierito la n. 19 del mondo la quale, galvanizzata dalla possibile rimonta, ha continuato a spingere ed è stata la prima a passare in vantaggio. Anche nel terzo non sono mancati continui break e contro-break e la prima a servire per il match è stata proprio la greca. Le energie di entrambe erano al lumicino e riuscire a trovare un vincente sembrava impossibile. La condotta di gioco è quindi diventata questa: far muovere l’avversaria con colpi profondi e angolati in attesa dell’errore. Quella che ha preso più rischi è stata Sakkari, ma alla fine è anche quella che ne ha pagato le conseguenze peggiori: avanti 5-4, infatti, non ha più vinto un game.

L’urlo del coach di Muchova è risuonato nel silenzio di un’arena vuota al momento del diritto lungo di Sakkari. Quest’ultima, disperata dopo una rimonta vana durata 2 ore e 35 minuti, si e sfogata lanciando una pallina fin quasi sopra il tetto aperto. Muchova si è limitata ad alzare le braccia al cielo, stremata e forse in parte anche condizionata dal fastidio agli addominali, che durante il match ogni tanto è sembrato fare capolino. Per sua sfortuna, non ci sarà un giorno di riposo a darle respiro e la sfida con Pavlyuchenkova è in programma quest’oggi, mercoledì, in chiusura di programma sull’Arantxa Sanchez Stadium.

Il tabellone completo

Continua a leggere
Commenti

Flash

Roland Garros day 10 LIVE: quarti donne, Muchova avanti di un set su Pavlyuchenkova

La diretta scritta di martedì 6 giugno: si aprono i quarti di finale

Pubblicato

il

Court Suzanne Lenglen con la struttura del tetto - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)


12.08 – SET MUCHOVA – Muchova vince il primo set: 7-5 contro Pavlyuchenkova.

12.03 – Muchova fa il break all’undicesimo gioco e va a servire per il primo set sul 6-5

11.42 – Pavlyuchenkova recupera il break, siamo 3-3 nel primo set

 

11.19 – Muchova è avanti di un break: 2-1 e servizio

11.00 – Sul Court Philippe Chatrier stanno scendendo in campo Muchova e Pavlyuchenkova per il primo quarto di finale femminile.

Cari appassionati e appassionate di tennis, benvenuti alla diretta scritta di questo martedì 6 giugno dal Roland Garros 2023. Con oggi si aprono i quarti di finale dei tabelloni di singolare maschile e femminile. Il programma si apre alle 11 sullo Chatrier con il duello tra Muchova e Pavlyuchenkova.

QUI IL PROGRAMMA DI MARTEDI’ 6 GIUGNO

QUI L’EDITORIALE DI UBALDO SCANAGATTA: Roland Garros – Il dubbio è: Djokovic è sempre lui o no? Se lo è la probabile semifinale Djokovic-Alcaraz sembrerà una finale anticipata

Continua a leggere

Flash

Roland Garros: Miyu Kato, squalificata nel doppio femminile, gioca e vince nel misto. Ma piange in conferenza stampa. E Sorribes Tormo…

La giapponese abbandona in lacrime la conferenza stampa. Sorribes Tormo: “io e Bouzkova non abbiamo fatto nulla di male”

Pubblicato

il

Quanto occorso domenica 4 giugno alla coppia Kato-Sutjiadi, che è stata come è noto squalificata dal torneo di doppio femminile del Roland Garros a causa di una pallina che, colpita dalla giapponese, ha accidentalmente centrato una raccattapalle alla testa, tiene banco anche nelle ultime ore attraverso le dichiarazioni (o i silenzi) di alcune delle protagoniste.

Il caso è stato senza dubbio controverso soprattutto perché è parso subito chiaro che nell’atteggiamento dell’atleta asiatica non sussistessero violenza o nervosismo, né il punteggio ne suggeriva i presupposti. Si è trattato in sostanza di un momento sfortunato, così come a volte per fortuna da un gesto dettato da nervosismo non succede nulla di grave (ricordiamo anche la pallata di Tsitsipas, esasperato dai trick di Kyrgios durante lo scorso Wimbledon).

Accade così che alla mortificata Miyu Kato venga concesso lunedì di giocare nel doppio misto, torneo dove è in corsa in coppia con il tedesco Tim Puetz. I due, opposti nei quarti di finale al duo brasiliano Stefani-Matos, hanno per la cronaca guadagnato l’accesso alle semifinali con un successo in due set per 7-6 6-2.

 

Durante la conferenza stampa di prassi, mentre il tedesco stava parlando del match vinto, Kato, sicuramente non abituata a tante attenzioni e su un caso così negativo per lei, ha cominciato a piangere e ha abbandonato la sala senza profferire verbo.

Passando alla coppia femminile che ha beneficiato del default, Sara Sorribes Tormo è stata sollecitata sull’argomento dopo il suo match di singolare perso con Haddad Maia e ha risposto laconicamente: “è sicuramente stata una situazione spiacevole. Anche per me e per Marie Bouzkova e stata dura sentire tutto quello che è stato detto. L’unica cosa che noi abbiamo fatto è stato andare dal giudice arbitro e spiegargli cosa era successo.

Poi abbiamo detto che la ragazza stava piangendo e che noi eravamo spaventate. La ragazza non aveva visto la pallina arrivare. Per il resto ha deciso tutto il supervisor, noi non abbiamo fatto nulla di male, è l’unica cosa che posso dire su quanto accaduto”. Sorribes Tormo e Bouzkova avevano avuto l’atteggiamento di chi sollecitava arbitro e supervisor a prendere la decisione di assegnare loro il match a tavolino e questo ha fatto sì che sui social abbiano ricevuto offese e attacchi di ogni tipo.

In ogni caso, la presenza di Kato nel torneo di doppio misto ci fa pensare a una soluzione intermedia che riconosce delle attenuanti alla tennista giapponese e forse implicitamente individua qualche responsabilità in carico al giudice di sedia, che non si è accorto dell’accaduto e non si è sincerato delle condizioni del raccattapalle.

Continua a leggere

Editoriali del Direttore

Roland Garros – Il dubbio è: Djokovic è sempre lui o no? Se lo è la probabile semifinale Djokovic-Alcaraz sembrerà una finale anticipata

Djokovic ha perso una sola volta con Khachanov, Alcaraz mai con Tsitsipas. Ancora rimpianti per la sconfitta di Sonego. E Rune si conferma un gran maleducato

Pubblicato

il

Un brutto e triste risveglio, come ho detto anche nel video, ritrovarsi al Roland Garros senza un tennista italiano da seguire nei tabelloni principali.

Ci siamo fermati agli ottavi, e a domenica, con i due Lorenzo, Musetti e Sonego. E i rimpianti soprattutto per la partita di Sonego ci sono e tanti. Poteva vincere sia secondo sia terzo set, con un pizzico di fortuna in più e oggi sarei qui a presentare il match Sonego-Djokovic invece che ad aspettare di constatare se Djokovic è ancora lui.

Se Nole fosse ancora il vero Nole probabilmente anche il miglioratissimo Khachanov, non avrebbe via di uscita. Il russo  è stato battuto dal serbo 8 volte su 9 è l’unica volta che vinse fu a Bercy, il torneo dove non sai mai se chi lo gioca va lì perché ci deve andare, ma se è ormai qualificato per le finali ATP che cominciano di lì a pochi giorni si impegna il giusto.

 

Se Nole non fosse il vero Nole beh, allora anche Sonego avrebbe potuto giocare le sue carte.

Ma dei se e dei ma sono piene le fosse e ci tocca soltanto sperare che le cose vadano meglio sull’erba di quanto sono andate sulla terra battuta, una volta nostro terreno di maggior raccolta.

Da qualche anno a questa parte però, Berrettini bi-campione al Queen’s e finalista a Wimbledon, Sinner nei quarti in Church Road, forse otteniamo migliori risultati oltre Manica.

Intanto contro lo scorrettissimo Rune Francisco Cerundolo ha dimostrato che Sinner non aveva perso a Roma da un pisquano qualsiasi.

Magra consolazione, direte, ma pur sempre consolazione. Mi è sembrato davvero poco competitivo, anche se è stato un break avanti nel secondo set, Grigor Dimitrov con Zverev. Il bulgaro che aveva lasciato soltanto 8 game a Altmaier, sarebbe stato più competitivo e determinato contro Sinner? Non lo sapremo mai.

Piuttosto quanti avevano dato per molto probabile l’approdo di Jannik ai quarti di finale, non avevano fatto i conti con il recupero di Sasha Zverev, il quale ora non giocherà più da n.3 del mondo, ma nemmeno da n.27 come è adesso.

Insomma questo Zverev sarebbe stato un osso duro anche per un buon Sinner. Era la zona ancora più bassa, quella dove si è infilato Etcheverry,quella che avrebbe potuto essere un buon terreno da conquistare, grazie anche al k.o. di primo turno di Daniil Medvedev.

Ma Sinner era piazzato più, fra Dimitrov e Zverev, quindi è inutile piangere sul latte versato altrove. L’argentino ha dominato Nishioka quindi non sarà un avversario comodissimo neppure per il risorto Zverev.

Ma non c’è dubbio che il quarto più interessante della metà bassa lo giocheranno nella giornata di mercoledì Ruud e Rune, con il danesino che vorrebbe ripetere il risultato della semifinale di Roma, dopo che dal norvegese aveva perso 4 volte su 4. Intanto non si è fatto né in qua né in là quando si è trattato di “rubare” un punto importante ai danni di Cerundolo. Aveva fatto rimbalzare la palla due volte e lo sapeva benissimo. Si è preso il punto con la complicità dell’arbitro dalla voce baritonale ma distratto.

Io penso però che il vincitore del torneo uscirà dalla metà alta del tabellone. Oggi si affrontano Djokovic e Khachanov e in serale Alcaraz e Tsitsipas, con i primi che hanno dominato i confronti diretti: 8-1 come già detto il serbo sul russo, 4-0 lo spagnolo sul greco,.

Se Djokovic batte Khachanov vuol dire che sta bene e che allora la probabile semifinale  Alcaraz-Djokovic potrebbe essere presentata con un po’ di spregiudicatezza come una finale anticipata. A Roma Djokovic perse da Rune, ma non era il vero Djokovic.

Per quanto riguarda il torneo femminile dall’alto in basso abbiamo questi accoppiamenti nei quarti: Swiatek-Gauff (che fu la finale lo scorso anno), Haddad Maia-Jabeur – e qui c’è almeno un po’ di fantasia geopolitica, una polacca contro un’americana, una brasiliana contro una tunisina –mentre nella metà bassa e in campo oggi ci sono tutte tenniste dell’Europa dell’Est, Muchova e Pavlyuchenkova – con la prima che ha fatto stragi di azzurre (Trevisan e Giorgi) e la seconda che 2 anni fa fece finale qua ma oggi è n.333 WTA perché è stata a lungo infortunata – Svitolina e Sabalenka per un altro duello che si concluderà senza una stretta di mano.

La Svitolina, un po’ perché sposata con Gael Monfils e mamma di un erede nato ad ottobre, un po’ perché ucraina, è stata adottata dal pubblico francese come se fosse nata e cresciuta sugli Champs Elysées. Se dovesse vincere la porterebbero sotto l’Arco di Trionfo. Intanto ieri ha riservato alla Kasatkina lo stesso trattamento rivolto alla Blinkova. Nessuna stretta di mano. La Kasatkina non si faceva illusioni ma c’è rimasta male, sia per il comportamento orribile del pubblico francese, sia per il mancato gesto della Svitolina perché lei in fondo è stata una delle poche russe che ha provato a esporsi un po’. Cosa che non ha fatto, ad esempio, la bielorussa Aryna Sabalenka che anzi –sulla scia di Naomi Osaka – è riuscita convincere i deboli organizzatori a riunire un gruppo qualificato di giornalisti scelti dalla stessa organizzazione. Non avrebbe dovuto essere tollerato. Ma i giornalisti oramai sono tutti talmente appiattiti che nessuno osa più opporsi a niente. Del resto basta leggere le domande le trascrizioni delle domande fatte ai tennisti per rendersi conto di quanto l’autonomia, la indipendenza dei giornalisti, la loro personalità sia scaduta.

E’ responsabilità dei vari organismi che gestiscono il tennis questa assenza di un minimo di verve nelle conferenze stampa. I giocatori vengono istruiti per non dire nulla di interessante e ci riescono benissimo. Negli altri sport non è così. Poi ci si lamenta se nel tennis, in parallelo con il progressivo e inevitabile prepensionamento dei FabFour,  mancano le personalità. Quelle che ci sarebbero vengono soffocate. E va a finire che le sole interviste che vengono lette ovunque sono quelle “inarrestabili” di Kyrgios che gioca pochi mesi l’anno, cioè quando gli va.. 

E’ un errore, anche culturale, di chi si occupa della comunicazione del nostro amato sport. Si sentono dire solo le cose più scontate, ammantate di dichiarazioni politically correct. Sandra Mondaini, pace all’anima sua, direbbe al suo Raimondo Vianello: “Che noia che barba, uffa che noia che barba!”.

Vabbè, oggi ero di cattivo umore e vi ho spiegato perché. Agli azzurri impegnati nelle fasi finali dei grandi tornei, ormai mi ci ero abituato. Non vorrei tornare a …digiunare come mi è toccato fare per 40 anni. 

Continua a leggere
Advertisement
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement