da Parma, il nostro inviato
Saranno i tortelli – buoni anche quelli del circolo, possiamo confermare per esperienza diretta – il sole emiliano o l’aria distesa che si respira. Altrimenti come spiegare le presenze sui campi del Tennis Club Parma di Venus Williams e Su-Wei Hsieh, eliminate dal WTA 250 rispettivamente lunedì e domenica, che questo mercoledì si sono affacciate ad allenarsi come intente a preparare un match che invece non è imminente né si giocherà qui a Parma. Si è volatilizzata soltanto Serena Williams, piuttosto sconsolata per la brutta prestazione contro Siniakova, che ha percorso a gran velocità i vicoletti del circolo parmense subito dopo l’eliminazione di martedì per andare a preparare altrove il Roland Garros.
Di Venus bisogna dire la verità, sembra messa maluccio. Entra in campo e prima di colpire la palla si scalda per un tempo infinito, poi inizia a velocità moderata senza mai andare a tutto braccio, quindi prova qualche servizio piegandosi in modo visibilmente insufficiente. Sullo sfondo l’onnipresente cane di famiglia poggia su un panno candido; quando prova a sporcarsi di terra rossa viene rimbrottato e ripulito. Venus torna in panchina e si fa massaggiare il gomito per un tempo più lungo del riscaldamento. Adesso però almeno sorride, e sorridiamo anche noi.
Su-Wei è invece vestita interamente di nero – non una scelta eccellente con questo sole – ed è stesa a pancia in giù sui prati a osservare Giorgi che si allena. Parla poco, non si fa disturbare ma sorride anche lei. Poi si alza e va in campo col fidanzato-coach Frederic Aniere, che in realtà fa solo da supervisore mentre la sua fidanzata-allieva palleggia con un buon mancino del circolo, che picchia e suda per tenere il ritmo della taiwanese. Lei non sposta i piedi dalla riga e gioca come sempre, cioè come se avesse un muro alle spalle. Si gira di qua e colpisce un dritto, si gira di là ed è un rovescio, ma in realtà sembra uguale perché le mani sono sempre due. I piedi si muovono ma rimangono fermi. Ogni volta sembra aprire in ritardo, quasi a tenersi la palla in pancia, ogni volta invece viene fuori un colpo rapido e filante con pochissimo margine sul nastro.
Come bonus, accanto alla recinzione del campo su cui si allena Su-Wei, una signora attempata riposa con una giacca poggiata sul capo per proteggersi dal sole e sguardi indiscreti.
Che belli i tennisti che si allenano, che belli i momenti con i coach. Petra Martic – che batterà una Samsonova davvero ottima per un set – non trasmette altro che non sia serenità. Si affaccia al mattino presto, corre ai margini del circolo ascoltando musica, poi entra in campo con Francesca Schiavone. E si vede che la Leonessa ha fatto centro. Il feeling è straordinario: i consigli sono gli stessi che le daremmo noi vedendola arrivare in ritardo sul rovescio, ma in questo caso la differenza sta tutta nel come lo si dice. E Francesca, è evidente, sa come dirlo per farsi ascoltare.
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La sua assistita affronterà Qiang Wang nell’ultimo match di giovedì. Con la cinese viaggia nientemeno che Pat Cash, che ha deciso di prenderla sotto la sua ala protettiva nell’ultima off-season. Seguiamo il match accanto a lui e lo sentiamo bofonchiare qualcosa che è bene non ripetere, ma riguarda la presunta pigrizia di Qiang nella ricerca della palla. Poi lo incontriamo in un vialetto e gli strappiamo un paio di battute prima che ritorni nella zona riservata a giocatrici e accompagnatori. Ci dice che i risultati premieranno presto la sua allieva perché la vede migliorata in tutto, e che tutto sommato è capitato a diverse giocatrici di non ripartire benissimo dai blocchi dopo la pandemia. Specialmente a quelle cinesi, aggiunge, ma Wang è speciale: “Lei capisce sempre tutto, è intelligente, e adesso ha capito che deve fare in fretta a metterlo in pratica“. Gli strappiamo la promessa di una chiacchierata più lunga in un altro momento e lo salutiamo con un pugnetto (che non è male, insomma, il ragazzo ha pur sempre vinto Wimbledon mentre Djokovic e Murray ancora piangevano in fasce).
Amanda Anisimova è la più schiva e si comporta da diva. Oggi non gioca e quindi non si allena, si concede giusto un paio di passeggiate e non è prodiga di sorrisi. Coco Gauff ha invece tutta l’affabilità dei diciassette anni ed è più imponente di quanto ci fosse dato dedurre: non è altissima, ma non sembra neanche una che dovrebbe andare al liceo. Oltre a sua papà Corey, ad assisterla ci sono due ragazzi col berretto dell’accademia di Mouratoglou. L’allenamento è intenso, la palla appare molto più pesante di quanto emerga in TV e la sensazione è che oggi per Camila sarà dura. A fine giornata la sensazione si trasformerà in realtà: dominio nel primo set (6-2) e controllo nel secondo (6-3), con Giorgi tanto impaziente nel suo tentativo di cercare sempre il vincente quanto in contrasto con le indicazioni che arrivano dal suo angolo presidiato da papà Sergio e Tathiana Garbin.
Altre due note sul tennis giocato – perché si è pur sempre giocato. Garcia batte facilmente Friedsam, Errani batte per la seconda volta in stagione Sorribes Tormo. Il Sara vs Sarita preoccupava i presenti al circolo (lo ricordiamo, ci siamo soltanto noi giornalisti, qualche amico degli sponsor e i soci del circolo) per la lunghezza e in effetti è durata quasi tre ore nonostante il ritiro della spagnola dopo quattro game del terzo set, per un infortunio alla coscia sinistra. Dopo un primo set difficile ne è arrivato un altro altrettanto complicato, con la differenza che Sara è riuscita a replicare sempre al break avversario trovando poi un magnifico game di risposta sul 6-5, composto praticamente solo di colpi vincenti. Poi è arrivato l’infortunio, ma Sara è stata bravissima a mettersi nelle condizioni di giocarlo, quel terzo set.
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Giovedì se la vedrà con Sloane Stephens, apparsa anche lei assai distesa negli allenamenti odierni con coach Darian King – un’altra panchina fresca del circuito, di un paio di mesi. Così come Gabriel Urpi, ex coach di Flavia Pennetta che da pochi giorni è stato scelto da Caroline Garcia.