Roland Garros, la vittoria di Danielle Collins sull'endometriosi: "Il dolore era diventato la normalità"

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Roland Garros, la vittoria di Danielle Collins sull’endometriosi: “Il dolore era diventato la normalità”

La statunitense accede al secondo turno a poche settimane da un’operazione in cui le è stata asportata una ciste delle dimensioni di una pallina da tennis

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Danielle Collins - Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Lo scorso autunno, Danielle Collins ha raggiunto i quarti di finale del Roland Garros, eliminando Muguruza e Jabeur prima di cedere al terzo contro Kenin. Per questo motivo, la sua vittoria di ieri al primo turno contro Xiyu Wang per 6-2 4-6 6-4 non dovrebbe essere una notizia troppo al di fuori dell’ordinario, per quanto ordinario possa essere vincere un match di tennis professionistico.

E invece per Collins si è trattato di un momento di rinascita dopo anni di dolori acuti e inspiegabili: otto settimane fa, infatti, l’ex-studentessa della University of Virginia è andata sotto i ferri dopo che le è stata diagnosticata l’endometriosi, una malattia che colpisce una donna su dieci (come riportato da Simon Briggs del Telegraph) e che è “caratterizzata dalla presenza e dall’accrescimento progressivo di isole di mucosa uterina” (fonte Treccani) o all’interno dell’utero stesso o in altri organi. Nel caso di Collins, il problema si è manifestato nelle ovaie, da cui è stata rimossa una ciste delle dimensioni di una pallina da tennis.

“Ho aspettative diverse dal solito in questo torneo, visto che ho subìto un’operazione chirurgica, e quindi la mia attitudine mentale è stata un po’ diversa quando sono scesa in campo, ha detto Collins dopo l’incontro di ieri. “Era una cosa che non mi capitava dai tempi del college, quando magari mi trovavo a gestire degli infortuni. Mi sono detta, ‘voglio solo fare del mio meglio, e devo essere consapevole di quali siano i miei punti di forza ma anche del fatto che in certi momenti potrei non sentirmi benissimo’. Alla fine sono contenta delle sensazioni che ho avuto, sono stata bene per tutto il match. Ero sicuramente nervosa, visto che era il mio primo match dopo l’operazione. In certi momenti ho esitato un pochino, ma con l’andare del match mi sono sentita sempre più sicura della mia condizione fisica”.

LA DIAGNOSI E LA RIABILITAZIONE

Collins è particolarmente sfortunata in tema di salute, perché soffre anche di artrite reumatoide; questo problema è però diventato gestibile nel tempo: lei stessa ha infatti confessato che una dieta priva di latticini e glutine la sta aiutando a contenere i sintomi. L’endometriosi, invece, ha rappresentato una sfida ben diversa, con sintomi che includono lunghi periodi di spossamento, debolezza e malessere che l’hanno condizionata a lungo. Ha raccontato di aver avuto per la prima volta i sintomi cinque anni fa, appena diventata professionista dopo la laurea, quando si svegliò vomitando alle tre del mattino, e da allora ha avuto periodi in cui non poteva giocare a causa della malattia, compresi due attacchi a Wimbledon 2018 e all’Australian Open 2021. Negli scorsi mesi è arrivata la diagnosi, dopo un ritiro ad Adelaide apparentemente dovuto a un’ernia – in realtà, la ciste si era ingrandita al punto da causare uno spostamento dell’utero che aveva conseguentemente iniziato a far pressione sui nervi spinali.

“Noi donne siamo abituate ad avere il ciclo mestruale, quindi in un certo senso sappiamo convivere con il dolore”, ha raccontato ieri. “Tuttavia, ad un certo punto questo problema ha iniziato a condizionarmi in maniera decisamente anormale, causandomi tanti momenti di difficoltà, anche perché ripensandoci ho notato di aver avuto anche più infortuni durante il periodo dell’endometriosi, e può darsi che i problemi ormonali causati dalla malattia abbiano avuto un impatto anche in quel senso. […] Ero convinta che si trattasse di un problema articolatorio, e a dire il vero ho anche ricevuto delle diagnosi sbagliate durante questi anni. Ora sono solo sollevata, mi sento bene e non devo più domandarmi, ‘questa sarà una cattiva settimana, devo organizzare la mia vita in base a questo?’ Mi sono tolta un enorme peso dalle spalle, ormai ero abituata a sentirmi così, per me era diventata la normalità“.

Una volta sostenuta l’operazione, le cose sono migliorate molto, soprattutto per quanto riguarda il mal di schiena, e con i progressi è arrivata la consapevolezza di poter andare a Parigi (il suo ultimo match era stato a Miami, a marzo): “Il mio medico era sicuro che ce l’avrei fatta per il Roland Garros, ma ho dovuto fare tanta riabilitazione, perché i chirurghi sono dovuti passare dai muscoli addominali durante l’operazione. […] Ma mi sono sentita molto meglio da allora, e nelle ultime due settimane la mia condizione fisica è stata decisamente continua: non ho saltato allenamenti né sedute in palestra, e non ho avuto sintomi influenzali”.

Nonostante i miglioramenti riscontrati, Collins ha preferito un approccio cauto: “La preparazione per questo torneo è stata un processo graduale, non volevo esagerare e fare troppo lavoro troppo presto dopo l’operazione. Ho cercato di prendermi i miei tempi e sono stata molto prudente, una scelta che credo abbia pagato, perché infortunarsi dopo un’operazione chirurgica non è una grande idea. Di sicuro è strano tornare qui a Parigi così presto, quando sono arrivata in albergo mi sono detta, ‘ehi, ero qui solo qualche mese fa, chissà se mi ricordo la password del Wi-fi! In generale sto cercando di sviluppare le stesse abitudini dello scorso autunno, stesso cibo, stessa palestra, stessi allenamenti”.

UN PROBLEMA COLLETTIVO

Per quanto riguarda la sua carriera di tennista, l’endometriosi sembra essere un ostacolo ormai superato, ma purtroppo potrebbe aver causato danni ben peggiori, come confessato nella sopracitata intervista al Telegraph: La mia paura più grande è che la malattia abbia intaccato le tube di Falloppio, impedendomi di avere figli“.

In ogni caso, Collins si dice consapevole dell’importanza dell’aiuto ricevuto, e vuole fare altrettanto: “Ho interagito con tante donne che hanno avuto l’endometriosi, sia amiche che sconosciute, ed è stato bello avere quel senso di comunità, perché questo tipo di condizione può farti sentire molto isolata. Quindi sarò ben felice di fare lo stesso per altre donne che stanno soffrendo per la stessa malattia, so che a volte non si vede la luce in fondo al tunnel – spero di poter offrire delle informazioni utili per aiutare queste persone. Sono stata molto fortunata, perché ho un’amica che ha avuto a sua volta l’endometriosi e mi ha aiutata a capire quale fosse il problema – per questo credo che parlarne con altre donne sia uno strumento per avere più controllo sulla malattia“.

Al secondo turno Collins affronterà la qualificata ucraina Anhelina Kalinina, ma, a prescindere dal risultato, il suo torneo è già stato un successo.

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