Wimbledon: il 'piano A' di Rublev basta per eliminare un buon Fognini

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Wimbledon: il ‘piano A’ di Rublev basta per eliminare un buon Fognini

Fabio Fognini cede in 4 set ad Andrey Rublev al terzo turno di Wimbledon. Un po’ di rammarico per una palla del contro-break nel terzo set, ma il russo ha meritato la vittoria

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[5] A. Rublev b. [26] F. Fognini 6-3 5-7 6-4 6-2

Un buon Fognini, che non ha molto da rimproverarsi per l’atteggiamento e per come ha tenuto il campo, cede in quattro set ad Andrey Rublev sull’erba di Wimbledon. Si tratta della terza sconfitta contro il tennista russo in otto precedenti, la seconda del 2021 dopo quella subita in finale di ATP Cup – un match nel quale Fabio non era mai davvero entrato, raccattando soltanto tre game. Quest’oggi invece Fabio ha reagito benissimo al 6-3 subito in un primo set comunque ben giocato, ha fatto ricorso a tutto il suo repertorio per vincere il secondo e ha mancato una palla del contro-break nel terzo set sul 5-4, che avrebbe potuto dare alla partita un’altra direzione. Lo aveva detto Fabio, nel pre-partita: “Rublev non ha un vero piano B, ma il piano A da un anno e mezzo gli sta funzionando piuttosto bene“. Il commento resta valido al termine del match, che ha rivelato una certa differenza in termini di tocco e creatività ma ha premiato il giocatore globalmente più forte, soprattutto al servizio e in risposta – pur in una giornata in cui le percentuali non sono state eccellenti.

LA PARTITA – Non possono vantare un animo pacato né Fabio Fognini né Andrey Rublev, ma nella prima fase della partita l’azzurro è apparso molto concentrato, riuscendo a giocare meglio del suo avversario. Rublev invece è entrato nel match abbastanza stizzito e ha concesso palle break in due game di fila (terzo e quinto). Sono quattro in tutto le occasioni avute da Fabio per mettere la testa avanti, ma il russo ha usato bene il servizio nelle prime tre occasioni e ha trovato la riga con il dritto inside-out sulla quarta palla break. Sul 2-3 è stato invece Fognini a trovarsi in difficoltà (cinque palle break salvate, le prime con tre colpi vincenti), ma Rublev ha continuato a essere molto aggressivo sulla seconda di Fabio e ha trovato il break decisivo nell’ottavo game.

Il russo non ha servito bene nell’arco delle prime due ore di gioco: ha messo in campo poco più del 50% di prime (ma con un 16/19 di conversione nel primo set), estraendo il meglio dal suo servizio nei momenti decisivi. Così non si può dire per Fabio, che abbastanza rapidamente si è ritrovato sotto 1-3 nel secondo parziale. Poche le accelerazioni vincenti per l’azzurro, che però ha giocato particolarmente bene la palla corta nell’arco del match: con Rublev al servizio per portarsi avanti 5-3, ha abbinato al dropshot anche un pallonetto perfetto e nel punto successivo il russo ha commesso un errore da dilettante col dritto, concedendo il contro-break.

Salvata una pericolosa palla break sul 4-4, Fognini ha avuto un set point nel decimo game, ma Rublev si è salvato con un colpo mal centrato. L’urlo di Fognini “Non è vero!” ha suscitato le risate del pubblico, memore del siparietto con Pascal Maria su questi campi nel corso del quale esclamò le stesse parole. Non è stata solo questa esclamazione a divertire gli spettatori, perché prima sul 5-5 ha trovato delle buone soluzioni con il dritto per tirare su un gran game, poi ha inanellato tre straordinari colpi vincenti, da vero Fognini, per il 7-5 finale. Fabio però non ha giocato al 100%: sul finire del set ha richiesto un Medical Time Out per farsi trattare il ginocchio destro.

Il momentum però all’inizio del terzo set è tutto dal lato dell’italiano, che è andato vicino al break nel secondo game, ma non ha aggredito il match nel momento più opportuno. Rublev (continuando a servire sotto la sua media) è rimasto in partita e, come spesso capita nei match di Fabio, l’inerzia è passata dalla sua parte nel giro di 3-4 punti. Due errori non forzati di Fognini hanno mandato Rublev avanti di un break. La sensazione è però che al ligure manchi davvero pochissimo per stare avanti nel punteggio, qualcosa che non si trova però nei colpi vincenti. Ad ogni modo, Fabio ha regalato al pubblico anche una perla di rara bellezza, un passante col rovescio a una mano da posizione defilata. Però nel game in cui Rublev ha servito per il set, nonostante un vantaggio iniziale di 0-30 (due vincenti di dritto) e una palla del 5-5, ha gestito male il palleggio e il servizio ha aiutato il russo (ancora) nel momento decisivo.

Il quarto set non ha offerto altri momenti decisivi. Fognini ha subito il break presto con un errore di rovescio e dopo poco si è ritrovato a urlare ‘non riesco a poggiare il piede‘, forse per lo stesso problema che lo ha indotto a chiamare l’MTO. Che le sue condizioni fisiche non sono eccellenti, del resto, non è un mistero: dopo aver superato il secondo turno aveva detto di sentirsi ‘stanco morto’ con dolori un po’ ovunque, dolori con i quali ha imparato a convivere ma che possono fare la differenza nei match che si decidono su pochi punti. Non sembra corretto dare troppa rilevanza alla palla dell’immediato contro-break mancata da Fognini sul 2-1, un po’ perché Rublev gli ha impedito di giocarsela sparando un servizio vincente, un po’ perché ormai il russo aveva assunto il controllo emotivo del match e infatti avrebbe guadagnato subito dopo il secondo break di vantaggio, preludio al 6-2 finale.

Restano in gioco soltanto Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego per l’Italia, ma il torneo disputato da Fognini è comunque da considerarsi mediamente positivo.

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