Wimbledon: finale Djokovic-Berrettini in chiaro su TV8

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Wimbledon: finale Djokovic-Berrettini in chiaro su TV8

Decisione dell’ultimo minuto di Sky. I precedenti e la normativa dell’AGCOM sugli eventi di particolare rilevanza sociale

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Wimbledon 2021 (via Twitter, @Wimbledon)
 

Non era ancora caduta l’ultima palla della semifinale tra Berrettini e Hurkacz che già si iniziava a parlare della possibilità di avere la finale di Wimbledon trasmessa in chiaro domenica pomeriggio, magari sulla RAI. Eh sì, d’altronde il novembre scorso, quando Jannik Sinner stava per aggiudicarsi il suo primo torneo ATP a Sofia, la TV di Stato decise all’ultimo minuto di acquistare i diritti della partita e mostrarla nientemeno che su Rai 2, all’interno del sabato pomeriggio sportivo.

Ma in quel caso i diritti del torneo bulgaro erano di proprietà di SuperTennis, la televisione della FIT, alla quale certamente non può che far piacere la possibilità di un palcoscenico così importante per il tennis, quindi la soluzione a un problema per certi versi inesistente è stata molto semplice.

Qui a Wimbledon invece i diritti sono di proprietà di Sky, e la questione è molto diversa. Si è già visto l’aprile scorso, quando Sinner era arrivato in finale al Miami Open, un torneo Masters 1000 appena sotto a quelli dello Slam per importanza. Anche lì dopo la vittoria in semifinale dell’altoatesino contro Bautista Agut si levò la richiesta popolare per la trasmissione del match in chiaro, ma ciononostante furono solamente gli abbonati Sky a poter assistere in diretta alla sfortunata prova di Sinner contro Hurkacz.

Sky è un’azienda privata, che deve pensare ai propri azionisti e a salvaguardare i propri investimenti. I diritti di Wimbledon non costano proprio due soldi: si tratta di un impegno finanziario notevole, cui si aggiunge lo sforzo produttivo che quest’anno ha visto Stefano Meloccaro e Paolo Lorenzi presenti sul posto a Londra e decine di persone impegnate negli studi di Milano a fornire fino a 9 canali contemporaneamente per seguire gli incontri dei Championships.

In Italia però esiste una delibera dell’Autorità Garante per le Telecomunicazioni (AGCOM) che sancisce come gli “eventi di particolare rilevanza per la società” debbano essere trasmessi da emittenti italiane “in grado da assicurare ad almeno l’80% della popolazione italiana la possibilità di seguirli su un palinsesto gratuito senza costi supplementari”. In altre parole, devono essere trasmessi sul digitale terrestre.

In questa delibera, la n. 131/12, all’Allegato B, Articolo 2 si può trovare una lista di questi eventi, di cui gli unici tennistici sono “la finale e le semifinali della Coppa Davis e della Fed Cup alle quali partecipi la squadra nazionale italiana e degli Internazionali d’Italia di tennis alle quali partecipino atleti italiani”. Tuttavia, all’Articolo 1 vengono definiti i criteri che deve soddisfare un evento per essere definito come “di particolare rilevanza per la società”. Perché ciò accada, è necessario che l’evento soddisfi almeno due dei seguenti criteri:

a) l’evento e i suoi esiti godono di risonanza speciale e generalizzata in Italia ed interessano altre persone oltre a quelle che normalmente seguono il tipo di evento in questione;

b) l’evento gode da parte della popolazione di un riconoscimento generalizzato, riveste una particolare importanza culturale ed è un catalizzatore dell’identità culturale italiana;

c) l’evento coinvolge la squadra nazionale di una determinata disciplina sportiva in un torneo internazionale di grande rilievo;

d) l’evento è stato tradizionalmente trasmesso sulla televisione non a pagamento e ha raccolto un ampio pubblico di telespettatori in Italia.

Se consideriamo la finale di Wimbledon di domenica prossima tra Berrettini e Djokovic, credo si possa essere d’accordo che il criterio a) è perfettamente rispettato e quello c) non lo è. Poi è certamente più no che sì per il criterio d), dal momento che Wimbledon non viene trasmesso in chiaro in Italia dal lontano 1991, quando c’era ancora la gloriosa Tele Capodistria con Rino Tommasi, Gianni Clerici, Ubaldo Scanagatta e Roberto Lombardi. L’unico punto su cui si potrebbe discutere è il criterio b): Wimbledon gode sicuramente di un riconoscimento generalizzato, è certamente un fenomeno non solamente sportivo ma anche di costume, ma occorre uno slancio di generosità per dire che la presenza di Berrettini in finale a Church Road sia un “catalizzatore dell’identità culturale italiana”.

Quindi non sembra esistere alcuna normativa che imponga a Sky di trasmettere la partita in diretta in chiaro. Peraltro l’emittente del gruppo Comcast potrebbe farlo senza dover cedere i diritti alla RAI, dal momento che possiede due canali sul digitale terrestre: TV8 (sulla posizione n. 8) e Cielo (sulla posizione n. 26). Però anche quando nel 2015 allo US Open arrivarono alla finale femminile Flavia Pennetta e Roberta Vinci, Discovery (proprietaria di Eurosport) che allora era titolare dei diritti per l’Italia decise di trasmettere la partita in chiaro su Deejay TV, alla posizione n.9 del digitale terrestre. Il match andò in onda il sabato sera in prima serata, e la decisione fu presa senza alcun obbligo legale.

Sky ha infine deciso di seguire la stessa strada e quindi trasmetterà la finale maschile di Wimbledon in diretta su TV8, il suo canale principale in chiaro, per la gioia di tutti gli appassionati, abbonati e non. TV8, oltre ad essere visibile sulla posizione 8 del digitale terrestre, è anche ricevibile, in alta definizione (HD), sulla piattaforma satellitare gratuita TivùSat.

Chi invece preferisse vedere la partita su Sky Sport, potrà comunque abbonarsi anche fino a pochi minuti prima dell’inizio del match attraverso NOW, la soluzione OTT (streaming) di Sky, al prezzo di €14,99 per un mese di visione, senza alcun impegno di sottoscrizioni per tempi più lunghi.

Di conseguenza, come ha detto Berrettini nella sua conferenza stampa, non rimane altro di prendere un bel televisore grande, nel caso non lo si possegga già, perché sarà un’indimenticabile giornata di sport per gli appassionati italiani.

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