[3] S. Tsitsipas b. [6] C. Ruud 6-1 6-4
Ai quarti di finale del Masters 1000 di Toronto, Stefanos Tsitsipas si prende la rivincita su Casper Ruud e mette a segno la vittoria numero 45 in stagione (Djokovic è secondo con 38). Dopo un primo set dominato anche per la complicità dell’avversario, Tsitsipas ha continuato a mostrare grande convinzione nei propri mezzi e la personalità che chi occupa il terzo posto nel ranking deve far valere nei confronti di qualsiasi avversario e, a maggior ragione, quando dall’altra parte della rete c’è quel coetaneo in rapida ascesa che l’aveva sconfitto meno di tre mesi fa a Madrid. Un Ruud che, pagato un inizio tragico con il suo dritto e con l’altro che continuava a colpire molto più avanti, ci ha provato fino alla fine. E non potrebbe essere altrimenti per l’ottavo giocatore della Race, sceso in campo con un saldo di 37-9, che deve puntare a migliorare le sue prestazioni sulle superfici dure ora che l’amato rosso è esaurito.
IL MATCH – Tsitsipas parte al servizio e si fa vedere subito aggressivo, mentre Ruud, appena al quarto torneo sul duro, non appare affatto centrato e si ritrova sotto 0-2 nonostante l’illusorio 40-15. Se Stefanos ha l’atteggiamento di chi si è legato al dito l’esito del duello in terra spagnola, Casper litiga con il proprio dritto, che diventa la classica miniera di gratuiti, e muove il punteggio solo al sesto gioco – un inizio inaspettato pensando che a Madrid non aveva concesso una sola palla break (e sfruttato l’unica a disposizione). Il numero tre del mondo non fa sconti, esibisce una smorzata applaudita anche dall’avversario e si prende il 6-1, lasciando poi il campo per una pausa di quasi dieci minuti.
Nel secondo parziale, un Ruud più solido entra negli scambi e si procura la palla per allungare: sarà di nuovo l’unica del match, ma questa volta la fallisce tentando di spingere il dritto. Il colpo comincia comunque a funzionare e c’è finalmente partita con qualche bello scambio e un’ottima intensità da parte di entrambi. La posizione in risposta del n. 12 ATP varia molto sia sulla prima che sulla seconda, non tanto per non dare riferimenti al servizio greco (più volte seguito a rete approfittando dell’avversario troppo lontano), quanto, visti i risultati, alla disperata ricerca di contromisure, la cui urgenza è ulteriormente aumentata dopo il 15-40 salvato nel terzo game. A variare con efficacia è appunto la prima battuta di Stef che evita di andare al corpo e si divide quasi perfettamente tra la T e la direzione esterna. Sul 4 pari, un doppio fallo e uno smash fuori misura rimettono nei guai il ventiduenne di Oslo che salva bene la prima opportunità del sorpasso e sembra poter fare lo stesso sulla seconda, con il dritto che costringe l’altro al tergicristallo fino alla discutibile scelta del tentativo di contropiede sul lato più forte; rovescione monomane a ribaltare definitivamente le posizioni dello scambio e chiusura con l’inside-in vincente che manda Stefanos a servire per la semifinale. Tsitsipas dimostra personalità e comprensione del momento – 15-30, pubblico che fa capire di volere ancora tennis – andando a prendersi il punto a rete. Dopo l’ace che trasforma il match point, non gli resta che guardarsi Opelka liberarsi di Agut e prenotarsi a sua volta la rivincita.
R. Opelka b. [10] R. Bautista Agut 6-3 7-6(1)
Non sta vincendo tanti incontri in questo 2021, ma, quando trova la settimana giusta, si prende qualche bella soddisfazione. Così, raggiunta la semifinale a Roma e fermato da Rafa Nadal, Reilly Opelka è di nuovo tra gli ultimi quattro in un Masters 1000 battendo per la seconda volta in quattro confronti Roberto Bautista Agut. Lo spagnolo è stato superiore ma tutt’altro che dominante negli scambi medi, mentre Opelka, peraltro vincitore dei soli quattro punti oltre i nove colpi, si è rivelato chirurgico (forse il solo modo per lui di superare questo ostacolo) nel crearsi e approfittare di un paio di opportunità in assenza della prima battuta di Roberto.
IL MATCH – Il primo parziale si decide al quarto gioco, quando qualche seconda di troppo da parte di Bautista permette a Opelka di comandare gli scambi e arrivare a palla break, trasformata da un passante di dritto in corsa. Quattro punti che resteranno i soli vinti da Reilly in risposta nel set; RBA se ne aggiudica un paio in più senza tuttavia mai arrivare neanche a “40” e il 211 cm del Michighan intasca comodo il 6-3.
La seconda partita fila via liscia, con entrambi incapaci di farsi pericolosi nei turni di risposta. Il tie-break arriva quindi tutt’altro che inaspettato, così come alcune gocce di pioggia esplicitamente promesse dai grossi nuvoloni neri in minaccioso avvicinamento. L’interruzione dura quanto la pausa di fine set presa da Tsitsipas, ma i due si accordano per qualche colpo di palleggio prima del gioco decisivo nel quale il trentatreenne di Castellon de la Plana si aggiudica il punto di apertura prima dell’assolo statunitense. Incontrastato al servizio, il n. 32 ATP approfitta infatti dell’improvvisa sparizione della prima di Bautista per prendergli il tempo forzando l’errore sul passante e tenendo il successivo scambio fino al gratuito spagnolo. Nonostante i cinque match point consecutivi a disposizione, Opelka vuole finirla subito – pare farne una questione di principio – e rimane nel punto difendendo come se fosse la sua migliore qualità, per poi fare un buco per terra con il dritto al ventiduesimo colpo dopo un’ora e ventitré minuti. Appena nove in più di quelli necessari a Tsitsipas, contro il quale ha perso per ritiro nell’unico precedente ai quarti di Cincinnati lo scorso anno (quindi a New York), quando fu un infortunio al ginocchio sul 6-5 del primo set a fermare la corsa di Reilly.