Il Challenger 90 di San Marino ha offerto, sul suo bellissimo centrale, un emozionante secondo turno tra Marco Cecchinato (n.86 ATP e testa di serie n.1) e Luca Nardi (n.595 ATP), 18 anni appena compiuti e grandissima speranza del tennis italiano.
La cornice è splendida, con spalti finalmente gremiti e tifo accesissimo per il ragazzo che potremmo definire di casa, considerando che Pesaro è davvero dietro l’angolo. Il match è stato di grande livello, soprattutto per merito di Nardi che ha tenuto spesso l’iniziativa, senza nessun timore reverenziale, riuscendo a variare la velocità degli scambi con un uso sapiente della palla corta. Infatti nel primo set le uniche occasioni per rompere l’equilibrio sono sue, con un paio di palle break nel nono game. Sulla prima è bravo Ceck, mentre sulla seconda Nardi cerca la risposta vincente che esce di un niente. Nel tie-break Ceck fa valere la sua maggiore esperienza e lascia il pesarese a quattro soli punti.
Luca sembra accusare e nel terzo game del secondo concede le prime palle break che gli costano il servizio. Ma la risposta del giovane azzurro è immediata e non ci vuole molto per arrivare nuovamente al tie-break, non senza che Nardi nel sesto game sprechi una palla break con una risposta moscia in rete. Nel tie-break Luca va avanti 6-4 ma è bravo Cecchinato ad annullare i due set point per poi approfittare di uno smash sbagliato dall’avversario per andare a match point e chiudere l’incontro 7-6 7-6. Per lui nei quarti il 22enne russo Pavel Kotov (n.276 ATP) che si è sbarazzato senza troppi problemi (6-4 6-4) del nostro Roberto Marcora. Il compito del siciliano è tutt’altro che impossibile, non solo per la differenza di classifica ma soprattutto per la modesta impressione che ci ha lasciato Kotov. L’unica cosa sua da ricordare è che quando batte sui punti dispari ha i piedi quasi in corridoio, senza peraltro che il servizio se ne giovi particolarmente.
Non riesce invece ad arrivare ai quarti Francesco Forti (n.352 ATP) che perde un match drammatico (6-7 7-6 7-6) contro il brasiliano Joao Menezes (n.233 ATP) che è riuscito a prevalere dopo quasi quattro ore di gioco. Bravissimo il cesenate che nel terzo set, andando a rispondere sul 4-5, ha trovato le sue migliori energie per issarsi all’ennesimo tie-break che questa volta non è stato a senso unico come nei primi due set ma un autentico thriller, con un emozionante alternarsi di situazioni. Due match point a testa fino a che Menezes non riesce a chiudere 11-9 su un Forti letteralmente stremato. L’azzurro appare un po’ sconsolato, ma in realtà noi pensiamo che per lui debbano prevalere i motivi di soddisfazione. Ricordiamoci che questo è solo il primo anno in cui gioca con regolarità nel circuito Challenger, e sta dimostrando, a soli 22 anni, di poterci stare a pieno titolo.
Sconfitta al secondo turno anche per Salvatore Caruso (n.113 ATP) che perde 2-6 7-6 6-2 contro la grande promessa danese, il 18enne Holger Rune (n.191 ATP). Il siciliano, dopo aver dominato il primo set, si è trovato avanti 4-0 nel secondo parziale e quando forse pensava di aver già chiuso il match è stato vittima di un prolungato black-out che lo ha costretto al tie-break (perso a quattro). Nel terzo set il black-out è diventato una resa senza condizioni che condanna Salvo, dopo oltre due ore e mezzo, all’ennesima delusione di una stagione che non sta tenendo fede alle aspettative.
Nel Challenger 50 di Praga, sui campi in terra battuta dello Sparta, entusiasma il nostro Riccardo Bonadio (testa di serie n.6) che elimina in sequenza Mischa Zverev (n.306 ATP), il fratellone di Alexander, e poi 6-4 6-3 lo statunitense di origini messicane Emilio Nava (n.393 ATP). Raggiunto telefonicamente Riccardo ci ha detto: “Sono rimasto sempre in controllo, a parte un piccolo passaggio a vuoto sul 4-1 del primo set. Ho cercato di schiodarlo da fondo campo e di obbligarlo alla diagonale di rovescio, esattamente com’era nei miei piani. Nei quarti con Dmitry Popko (n.181 ATP), avversario che conosco bene, sarà ovviamente dura perché è un giocatore che, soprattutto sulla terra, non ti regala nulla”.
Il Challenger 80 di Meerbusch (Germania, terra battuta), che non vedeva italiani al via, è anch’esso allineato ai quarti di finale con il tedesco Daniel Altmaier (n.124 ATP) che ha onorato la sua prima testa di serie, candidandosi autorevolmente alla vittoria finale. A contrastarlo l’olandese Botic Van De Zandschulp, che è sempre pronto a regalare la sorpresa, e soprattutto il 19enne argentino Juan Manuel Cerundolo (n.148 ATP), mancino di grandissimo talento e prossimo sicuro protagonista del circuito maggiore (ricordiamo che in febbraio ha già vinto l’ATP 250 di Cordoba).