ATP Winston-Salem: Murray tiene solo un set, poi passa Tiafoe. Fuori Mager

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ATP Winston-Salem: Murray tiene solo un set, poi passa Tiafoe. Fuori Mager

Andy Murray cede dopo un primo set combattuto contro Frances Tiafoe. Sconfitto anche l’ultimo italiano: Mager eliminato da Struff

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Andy Murray (sinistra) e Frances Tiafoe ( destra) a Winston Salem 2021 (foto Twitter @WSOpen)
 

Giornata piena quella di martedì al Winston Salem Open: il programma di gioco aveva in programma tutti i rimanenti incontri di secondo turno per far scendere in campo anche tutte le teste di serie che avevano usufruito del bye al primo turno e quindi allineare il torneo al terzo turno per la giornata di mercoledì, condizione necessaria per far concludere l’evento sabato e lasciare un giorno di pausa tra la fine di questo 250 e l’inizio dell’ultimo Slam stagionale a Flushing Meadows.

Chi purtroppo non è potuto scendere in campo è stata la testa di serie n. 2 David Goffin, che durante il pomeriggio ha fatto sapere di non essere in grado di giocare a causa del suo “solito” infortunio al ginocchio sinistro che lo sta perseguitando da qualche tempo. Al posto suo è entrato in tabellone il lucky loser Emiliano Nava, n. 382 ATP, che probabilmente gli appassionati italiani ricorderanno essere stato l’avversario sconfitto da Lorenzo Musetti nella finale dell’Australian Open junior 2019. Nava è stato sconfitto in due set dal brasiliano Thiago Monteiro nell’ultimo match della giornata sul centrale.

All’inizio del pomeriggio era uscito dal torneo l’ultimo giocatore italiano rimasto in gara, ovvero Gianluca Mager, che in meno di un’ora è stato sconfitto da Jan-Lennard Struff con il punteggio di 6-2 6-2. Troppo solido Struff per Mager che è ancora alle prese con la transizione dalla terra al cemento, sul quale non giocava dalla trasferta australiana di febbraio.

Sul centrale il programma è stato aperto dalla testa di serie n. 1 Pablo Carreno Busta, unico Top 25 impegnato in torneo questa settimana grazie al suo particolare feeling con l’evento del Nord Carolina, nel quale è arrivato due volte nei quarti di finale, una volta in semifinale e nel quale ha conseguito una vittoria nel 2016. Lo spagnolo, neo medaglia di bronzo a Tokyo 2020, ha superato in tre set il coreano Soon Woo Kwon.

Ci sono volute oltre due ore a Daniel Evans, n. 3 del seeding, ad avere ragione di Lucas Pouille, ex semifinalista all’Australian Open solamente tre anni fa, oltre che giustiziere di Nadal a Flushing Meadows, ma ancora alle prese con una lunga crisi di risultati. Il francese tuttavia qui a Winston-Salem ha superato le qualificazioni ed ha vinto il primo set contro il giocatore britannico, prima però di calare alla distanza e di cedere per 6-1 al terzo set.

Ma il match della giornata, giocato in sessione serale davanti a spalti gremiti nonostante (o forse grazie) al ritardo causato dal prolungarsi del match di Evans e Pouille, è stato quello che ha visto impegnato l’ex n. 1 del mondo Andy Murray contro lo statunitense Frances Tiafoe, testa di serie n. 13. Molto bello il primo set, durato quasi un’ora e un quarto, nel quale non ci sono stati break, ma che ha visto entrambi i protagonisti avere chance per staccarsi nel punteggio. Prima, sul 3-3, Tiafoe si è trovato 0-40 sul servizio Murray, ma non è riuscito a concretizzare; poi, sul 4-5 l’americano ha dovuto affrontare ben tre set point, riuscendo comunque ad agganciare il 5-5 dopo 14 punti giocati.

Ho avuto parecchie occasioni nel primo set, e dopo averle mancate mi sono lasciato sopraffare dal disappunto” ha spiegato Murray dopo la partita. Infatti il tie break successivo ha visto Tiafoe sempre in vantaggio e, una volta aggiudicatosi il primo set, il giocatore del Maryland è andato via tranquillo nel secondo parziale, issandosi velocemente sul 5-1 e chiudendo poi 6-3 dopo aver servito inutilmente una prima volta per il match.

Per quanto riguarda il gioco espresso, credo di essermi mosso bene. Tuttavia non ho ancora la regolarità che serve per poter fare la differenza a questo livello – ha continuato lo scozzese – a volte incappo in due-tre errori che davvero non ci vorrebbero e mi complicano la vita. Al momento credo di poter valere una posizione in classifica tra il 50° e il 60° posto. Andrò a New York senza troppe aspettative, a meno di non riuscire a fare grandi progressi negli ultimi 4-5 giorni”.

Da segnalare anche la sconfitta di Marin Cilic (n. 6 del tabellone) per mano del bielorusso Ivashka, che all’esordio aveva eliminato Andreas Seppi, e quella di Alexander Bublik (n. 5) da parte del finlandese Ruusuvuori. Nella parte bassa del tabellone, oltre al forfait di Goffin ci sono stati anche quelli di Nikoloz Basilashvili (n. 7) e John Millman (n. 8), sostituiti rispettivamente da Pierre Hugues Herbert e Max Purcell. I due lucky loser hanno vinto entrambi i loro match e sono avanzati al terzo turno dopo aver ricevuto un inaspettato bye al primo.

Con il punteggio di 6-4 4-6 6-4, arriva la quinta sconfitta consecutiva all’esordio per Lorenzo Musetti che, sotto di un set e un break, riesce ad allungare al terzo senza tuttavia approfittare di un Federico Coria con le gambe rigide per i crampi, eppure spesso ugualmente in grado di comandare gli scambi. Un match che ha reso subito manifesto il periodo di scarsa fiducia di Lorenzo, con gli errori pesanti arrivati da quelli che dovrebbero suoi punti di forza – tecnica e sensibilità – in un primo set costellato da pessime esecuzioni di volée e smorzate. Troppo spesso ha subito l’iniziativa di un Coria certo non dotato di colpi letali e solo raramente, per non dire quasi mai, lo abbiamo visto imporsi variando sulla diagonale del rovescio per poi sorprendere sul lato destro. Quello che sembra un periodo di poca convinzione nei propri mezzi ha reso impossibile prevalere su un avversario che ha giocato il parziale decisivo fisicamente oltre la riserva, contribuendo ad aumentare il senso di impotenza a mano a mano che il punteggio scivolava via.

Non bisogna però dimenticare che per Lorenzo, classe 2002, questo è stato il match ATP n. 37, la maggior parte disputati in questa stagione, e la parte che conta è che occupi già il 58° posto del ranking mondiale, a maggior ragione se consideriamo il tipo di gioco e il ricco arsenale che richiedono più tempo per essere messi insieme efficacemente rispetto a chi entra in campo con il semplice piano di colpire forte e tenere costantemente alto il ritmo.

Per quanto riguarda il vincitore, arrivato in top 100 meno di un anno fa, ama costruirsi il punto spostandosi sul dritto, colpo che, come detto, difficilmente lascia fermo l’avversario al primo tentativo. La terra battuta è senz’altro la sua superficie preferita, un’affermazione forse riduttiva considerando che sul duro il finalista di Bastad ha addirittura meno esperienza del teenager di Carrara.

IL MATCH – Musetti sceglie di partire al servizio e per due turni di risposta confeziona chance di allungare senza però riuscire ad approfittarne, con buona dose di responsabilità per qualche tocco mal riuscito. La volée affossata dopo il doppio fallo che manda avanti Coria certifica che la “mano” azzurra non è al meglio in questo primo scorcio di match. La reazione di Lorenzo che lo rimette subito in parità si esaurisce presto e, senza fare alcunché di eclatante, il ventinovenne di Rosario torna avanti. Un po’ sconsolato di fronte all’avversario che fa punto al volo e con la smorzata, riesce a salvare un set point servendo sul 3-5 con uno dei rarissimi scambi impostati sulla diagonale sinistra, poi deciso dal rovescio lungolinea. Epilogo solo rimandato, perché Coria fa suo il parziale tenendo la battuta, per la prima volta senza offrire alcuna palla break.

Un paio di brutte scelte e un doppio fallo inguaiano l’azzurro che cede il terzo gioco con l’errore di dritto in palleggio, ma il servizio è raramente determinante, i punti vanno spesso in lotta e i due sembrano volersi scambiare break come figurine. L’ordine viene ripristinato a partire dal settimo gioco, Coria manda chiari segnali di affaticamento e al decimo game, lasciato fermo da un rovescione azzurro giocato da parecchio lontano che vale il set point, capitola con un tentativo di smorzata che è una disperata richiesta di pausa.

Toilet break, poi due pessimi dritti costano il turno di battuta a Lorenzo, ma l’argentino, toccandosi collo e petto, richiede l’intervento del medico che gli misura i battiti alla vecchia maniera prima di tirare fuori lo stetoscopio sotto gli occhi preoccupati dell’arbitra Raluca Andrei. Federico ci prova e, confermato il break giocando quasi solo di braccio, ringrazia per qualche altro unforced da parte del nostro che significa 3-0 pesante. Coria ottiene qualcosa dalla prima battuta, forza praticamente fermo sulle gambe appena ne ha l’occasione e continua a mettere game a referto, tanto che viene da domandarsi perché non giochi sempre così: forse non gli piace vincere facile.

Lorenzo muove il punteggio al quinto gioco con l’altro che, con le gambe in preda ai crampi, evita di sedersi al cambio campo per non mandare al proprio corpo il messaggio che può arrendersi. Doppi falli e palle sparate a caso consentono a Musetti di recuperare fino al 3-4, ma l’errore su una palla comoda tiene vive le speranze dell’altro che riesce a comandare dopo il servizio e perfino dopo la risposta, tanto che al nono gioco arrivano due match point da sinistra, però ben annullati da un Lorenzo che finalmente dà l’impressione – seppur vaga – di non volerla perdere. Piedi argentini in campo, piedi italici lontani e Coria conferma senza rischi l’ultima battuta per il 6-4 dopo un’ora e tre quarti.

Davvero giù di morale Musetti dopo il match che ha segnato la sua sesta sconfitta consecutiva: non vince una partita dal successo al quinto set al Roland Garros contro Cecchinato. “È un brutto periodo, anche in generale nella mia vita. Non riesco a trovare certezze, non riesco a trovare fiducia, e questo si vede sia in partita sia in allenamento. Spero che questo periodo possa finire presto e che possa tornare a splendere il sole. Ho bisogno di giocare match e di riprendere la sicurezza e la voglia di vincere match, speriamo già dalla settimana prossima a New York“.

MAGER SÌ, SEPPI NO – Un set e mezzo di grande intensità per Gianluca Mager che supera per 7-6 6-3 il qualificato Tung-Lin Wu. Recuperato immediatamente il servizio perso a metà del primo parziale, Gianluca fa suo il tie-break grazie a un solido passante al corpo. Il taiwanese, alto 188 cm come l’azzurro, ha nella battuta l’arma principale e rimane in partita fino al 3 pari, quando il nostro passa alla quinta opportunità. Al prossimo turno, per Mager c’è Jan-Lennard Struff, battuto nell’unico precedente al Challenger di Napoli nel 2016. “Oggi ho giocato una bella partita. Era il primo match fuori dalla terra dopo l’Australia, a parte la parentesi di Wimbledon, per cui le sensazioni non sono ancora quelle ottimali, ma visto che il programma è quello di giocare sul veloce fino a fine anno e poi anche in Australia sono convinto che più partite gioco, più le cose andranno meglio“.

Niente da fare invece per Andreas Seppi opposto a Ilya Ivashka, ventisettenne di Minsk n. 63 del ranking che sta avendo la sua stagione migliore. Al bielorusso, pressoché intoccabile sulla prima di servizio (27 su 30), è stato sufficiente mettere a segno un break per set per imporsi con un doppio 6-4 in un’ora e mezza.

Il tabellone aggiornato di Winston-Salem

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