US Open, Camila Giorgi subito eliminata da Halep

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US Open, Camila Giorgi subito eliminata da Halep

In un match a tensione crescente, la pazienza dell’ex n. 1 prevale sulla fretta dell’azzurra

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US Open 2021 - Simona Halep- Photo by Andrew Ong/USTA
 

[12] S. Halep b. C. Giorgi 6-4 7-6(3)

Inizia male lo US Open per i colori azzurri: Camila Giorgi viene sconfitta in due set da una Simona Halep non al massimo della forma per i pochissimi match disputati negli ultimi mesi a causa degli infortuni. Tuttavia, recuperata appieno dal punto di vista atletico, Simona ha potuto contare su un’ottima resa della prima di servizio, soprattutto nel primo parziale, con un 83% complessivo dei punti vinti e sulla precisione chirurgica quando si è trattato di convertire le palle break (3/3). Camila, 16 vincenti e 30 unforced, è sempre rimasta in partita, nonostante il prezzo più caro pagato per il black-out del nono gioco e la perdita di sicurezza fallita la chance del 2-0 nel secondo. Nel finale ad alta tensione per entrambe, una Halep molto nervosa per le occasioni di chiudere che le sfuggivano tra le dita ha prevalso nel modo che sarebbe stato scontato fino a un paio di mesi fa: approfittando degli errori precipitosi della nostra rappresentante.

WARM-UP – Se il luogo comune vuole che il pronostico sia sempre aperto quando gioca Camila a prescindere dall’avversaria di turno, le due contendenti arrivano al match che apre il programma del Day 1 sul Grand Stand in condizioni di forma tanto diverse che il tifo azzurro non può non mettersi davanti allo schermo con giustificate speranze. L’estate di Giorgi ha infatti brillato non solo per i risultati raggiunti (quarti di finale alle Olimpiadi e vittoria al WTA 1000 di Montreal), bensì anche per il gioco espresso: non il solito “o tutto o niente” su ogni colpo, ma evidenti segni di attenzione alla situazione, con qualche palla più in controllo quando necessario e dei progressi in fase difensiva. Ben diverso invece il cammino di Halep, che già a inizio stagione aveva avuto problemi alla schiena e alla spalla, per poi infortunarsi gravemente al polpaccio sinistro in quel di Roma; rientro con sconfitta in Canada, una vittoria a Cincinnati e ritiro per una piccola lesione all’adduttore destro. Tutto ciò comporta inevitabilmente alte aspettative per Giorgi e, con esse, una buona dose di pressione che, vedremo, farà la differenza, con il ritorno di un’urgenza nel liberarsi della palla nei momenti delicati. A proposito di ritorni, c’è quello in tribuna del papà e coach Sergio.

IL MATCH – Halep sceglie di partire in risposta e fa subito vedere che fisicamente c’è; commette qualche gratuito giusto per testimoniare che il periodo non può essere dei migliori, ma due (ottime) prime su tre in campo la tengono attaccata a una Giorgi ben centrata. Il punto di svolta arriva sul 4 pari: perso il primo “15”, Camila cerca un dritto lungolinea con poco margine sul recupero comunque molto buono di Simona. La tensione si percepisce dalla perdita di sicurezza dal lato destro, subito rilanciata dal doppio fallo che vale la doppia chance di break per Simona. La prima in contenimento (magari un po’ troppo, 135 km/h) sembra voler affermare “me la gioco”, ma il successivo dritto buttato vale come smentita perentoria. Aiutata anche da un’avversaria colta di sorpresa dall’inopinato svantaggio, Halep incamera il paziale chiudendo con l’ace.

La ventinovenne di Macerata si fa finalmente pericolosa in risposta nel secondo gioco e, se l’ex n. 1 del mondo esce dallo 0-30 con grande facilita grazie alla battuta, Giorgi è brava a tenere vivo il game, ma affossa il dritto dopo una buona risposta sulla prima palla break a suo favore offerta dal doppio fallo rumeno. Di nuovo il dritto protagonista in negativo in apertura di quinto game con due errori su palle comode; Halep capisce il momento e sceglie di farla giocare (non che Simona debba forzare la propria natura per prendere questa decisione), venendo premiata da un altro paio di errori in palleggio che la mandano avanti. Camila è in un momento negativo; la maggior parte dei tennisti, in questa situazione, fa un bel respiro e si pone come obiettivo di ritrovare buone sensazioni a partire da un impatto pulito, la base per poter portare i colpi con l’indispensabile fiducia, ma la nostra non pare essere dello stesso avviso e l’avversaria consolida il vantaggio senza problemi.

Il momento della verità per Simona non fila via liscio come nel primo set, tutt’altro: il nastro è azzurro sul primo punto, poi ricompare il dritto a fare un paio di buchi nella metà campo di Halep che è troppo rinunciataria – pochi match giocati, certo, e va bene permettere all’altra di regalare il match, ma qualcosa di proprio andava messo – e subisce anche il vincente bimane per il 5 pari. La due volte campionessa Slam reagisce prontamente guadagnandosi un’altra opportunità di servire per chiudere, ma la tensione torna ad attanagliarla sui due match point da sinistra (errore gratuito e remata fino al vincente di Camila) ed è tie-break. Corsa spalla a spalla fino a che due errori “vecchia maniera” di Giorgi che cerca il punto in uscita dal servizio su palle improbabili mandano a triplo match point Halep che approfitta di un altro tentativo di vincente per approdare al secondo turno.

LE PAROLE DI CAMILA – “Ho giocato una partita molto buona, non ho nulla da dirmi” è la prima analisi dell’azzurra. “Ho fatto qualche errore ma ci sta. Il suo è completamente un altro gioco. Io ho sbagliato nei momenti in cui avrei dovuto sbagliare meno, per il resto ho giocato bene, non devo dare nessuna conferma rispetto a Montreal. È un’altra partita, è totalmente diverso, non posso compararlo.

Il servizio di Halep è stata una delle chiavi. Oppure no? Lei non mi ha mai messo pressione, la differenza è che non ho risposto bene come so fare. Ho fatto più errori, ma ho giocato contro giocatrici che mi mettevano più pressione e andavo molto più avanti. La mia risposta, quando è solida, è molto solida, quindi, sinceramente non posso valutare il suo servizio oggi: posso valutare la mia risposta – non mi è piaciuta, altrimenti andavo al terzo”.

Nulla è cambiato riguardo l’approccio al tennis dopo Montreal. “L’ho sempre vissuto in maniera molto tranquilla, è un lavoro, non la vita. Ogni giorni preparo la borsa e vado al lavoro; domani sarà un lavoro e dopodomani un altro ancora. Anche se perdevo al primo turno a Montreal, ho comunque una bellissima vita, non la valuto rispetto al tennis. Anzi, a volte è difficile partire da casa per andare a un torneo. Però mi meritavo quel trionfo”. L’appuntamento con i campi è a Chicago.

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