US Open: tennis nell'uragano a Flushing Meadows. Anderson e Schwartzman costretti al trasloco, Stephens regola facilmente Gauff

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US Open: tennis nell’uragano a Flushing Meadows. Anderson e Schwartzman costretti al trasloco, Stephens regola facilmente Gauff

Una pioggia torrenziale travolge New York e inonda anche lo stadio Louis Armstrong nonostante il tetto. Kevin Anderson e Diego Schwartzman hanno dovuto finire sull’Ashe. Splendida vittoria di Sloane Stephens su Coco Gauff

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Tempesta a Flushing Meadows - US Open 2021
 

Dopo una giornata nella quale, miracolosamente, tutti gli incontri di singolare della sessione diurna erano stati completati nonostante le pessime previsioni meteo grazie a una programmazione che ha stipato tutti i match nella prima parte della giornata, i problemi legati alla pioggia sono sorprendentemente arrivati nel corso della sessione serale.

La coda dell’uragano Ida che è arrivata dal Golfo del Messico fino a New York a metà giornata di mercoledì ha iniziato a riversare sulla costa nordorientale degli Stati Uniti quantità crescenti di pioggia che, nel corso della serata, si sono trasformate in vere e proprie tempeste, costringendo le autorità a diramare gli “allerta tornado” a causa anche dei fortissimi venti. Questo, paradossalmente, ha fatto sì che il gioco sul Louis Armstrong Stadium abbia dovuto essere sospeso per quasi mezz’ora a causa dell’acqua che penetrava dalle aperture laterali e veniva trasportata in campo dal vento. Al contrario dell’Arthur Ashe Stadium, infatti, il Louis Armstrong non si chiude ermeticamente quando il tetto è chiuso, essendo permanentemente aperto ai lati.

Di conseguenza il match tra Kevin Anderson e Diego Schwartzman è stato interrotto diverse volte tra la fine del primo set e l’inizio del per permettere al personale di servizio di asciugare il campo bagnato e consentire il proseguimento in sicurezza dell’incontro, fino a quando Anderson, stizzito per aver perso il primo parziale ed essere stato costretto a giocare su un campo umido, al successivo colpo di vento che ha innaffiato tutti i presenti all’interno del Louis Armstrong ha raccolto sacca e racchette e ha preso la via degli spogliatoi.

Nel frattempo sull’Arthur Ashe Stadium, chiuso ermeticamente dalle paratie che uniscono il tetto alle tribune più alte, andava in scena la migliore rappresentazione di Sloane Stephens probabilmente da quattro anni a questa parte, da quando cioè era riuscita ad arrivare fino in fondo a questo torneo aggiudicandosi il titolo. Un diritto simile a una sinfonia, che ha disegnato le traiettorie sul campo in maniera impeccabile, lasciando a Coco Gauff ben poca alternativa se non quella di una dipartita anzitempo dallo US Open. “Ho giocato bene, ho colto le opportunità che mi sono creata, sono contenta del risultato e di come sto giocando – ha commentato Stephens dopo la partita – Ho fatto molta fatica a ripartire dopo la pandemica, anche se eravamo un po’ tutte sulla stessa barca, ma sono contenta che ora tutti i pezzi del mio gioco stiano andando a posto”. 6-4, 6-2 il punteggio in favore di Stephens, che ha servito l’84% di prime palle portando a casa quattro punti su cinque con la prima di servizio.

Nel frattempo, mentre la tempesta si intensificava e tutti i presenti a Flushing Meadows ricevevano sui cellulari messaggi d’emergenza invitando a non mettersi in viaggio se non per scappare da zone allagate, il match tra Schwartzman e Anderson veniva ufficialmente spostato sull’Ashe, a seguire di quello tra Tsitsipas e Mannarino, con la conseguente cancellazione dell’ultimo in contro in programma tra Angelique Kerber e Anhelina Kalinina. Questo non soltanto per fare terminare la partita iniziata, ma anche e soprattutto per dare qualcosa da guardare agli spettatori che altrimenti si sarebbero riversati in strada nel bel mezzo della tempesta.

Tornati in campo dieci minuti prima della mezzanotte, Anderson e Schwartzman hanno completato il loro match che ha visto la vittoria in tre set dell’argentino per 7-6(4) 6-3 6-4 terminando la loro fatica dopo l’una del mattino.

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