Matteo e Jannik. Lunedì azzurro con due tedeschi sulla strada dei quarti (Crivelli). Quinto: non mollare (Azzolini). Berrettini e Sinner, luci a New York, agli ottavi sarà ancora Italia-Germania (Semeraro)

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Matteo e Jannik. Lunedì azzurro con due tedeschi sulla strada dei quarti (Crivelli). Quinto: non mollare (Azzolini). Berrettini e Sinner, luci a New York, agli ottavi sarà ancora Italia-Germania (Semeraro)

La rassegna stampa di lunedì 6 settembre 2021

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Matteo e Jannik. Lunedì azzurro con due tedeschi sulla strada dei quarti (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Il lunedì azzurro. Era una tradizione medievale, un giorno di festa per gli artigiani che non lavoravano e dunque potevano passare la giornata ad ammirare la bellezza del cielo. Quello sopra New York oggi illuminerà uno dei più classici e sentiti duelli dello sport, la doppia sfida ItaliaGermania degli ottavi: Berrettini contro Otte non prima delle 21 e Sinner contro Zverev alle 18.

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Intanto, però, l’Italia può già celebrare un altro primato di questa stagione favolosa, l’epitome di una rinascita partita da lontano e che ci ha introdotto nel gotha assoluto del tennis per risultati e organizzazione: per la prima volta nella storia, infatti, due azzurri hanno raggiunto il quarto turno degli Us Open, un risultato che fin qui era stato ottenuto due volte agli Australian Open, diciassette al Roland Garros e tre a Wimbledon. E come se non bastasse, le vittorie di sabato di Berrettini e Sinner hanno significato che nel 2021 almeno due italiani sono sempre arrivati alla seconda settimana di tutti gli Slam. Non era mai accaduto prima. Il filo conduttore di questa impresa, manco a dirlo, è ovviamente Berretto, l’unico sempre presente da Melbourne a New York. Una continuità di rendimento, sublimata dalla finale a Wimbledon, che certifica lo status acclarato di superstar dell’allievo di Santopadre, che in due anni, dalla semifinale ottenuta proprio a Flushing Meadows, si è guadagnato il suo posto al sole nel mondo entrando di prepotenza nella ristretta cerchia degli Slam contenders. Reduce dal fastidioso infortunio alla gamba sinistra, lascito dei Championships, Matteo nelle prime tre uscite newyorkesi ha alternato momenti di grande tennis ad altri meno scintillanti, com’era prevedibile dopo un mese di stop forzato, ma ha sempre risolto i rebus che le partite gli proponevano alzando il livello del suo gioco e spremendo il massimo dalle armi più letali dell’arsenale, il servizio in primis. Ovviamente, l’avvicinarsi delle fasi calde, con un possibile quarto contro Djokovic alle porte, richiederà un ulteriore affinamento della condizione tecnica e psicologica:

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Otte, l’avversario odierno, si è scaldato con le tre vittorie nelle qualificazioni e poi ha estromesso dal tabellone prima Sonego e poi Seppi e dunque sembra avere un conto aperto con gli italiani. Sta servendo molto bene, perciò può essere aggressivo nei game in risposta e certamente in questo momento vale più del 144′ posto in classifica che lo accompagna. Rispetto, ovvio, ma anche la consapevolezza che Matteo ha un peso di palla e una fiducia nei suoi mezzi che gli impediranno di farsi trovare sorpreso. E poi è benaugurante l’unico precedente del 2018, la vittoria di Berretto al primo turno del Roland Garros, che fu anche il suo primo successo Slam in assoluto: «Lo conosco piuttosto bene, è bello carico, ma io voglio vendicare Lorenzo e Andreas». Ia speranza A quel punto, con i quarti in tasca, la qualificazione alle Atp Finals diventerebbe sostanzialmente una formalità (sarebbe sesto nella Race) e soprattutto, anche se dovesse incrociare il Djoker, potrebbe legittimamente puntare a far saltare il banco. Perché nessuno dei big rimasti, al momento, neppure il numero uno del mondo, ha incantato. Zverev, reduce comunque da 13 successi di fila sul cemento, sembrava viaggiare su un altro pianeta fino all’altro ieri, ma contro Sock, prima del ritiro dell’americano nel quarto set, è stato spesso messo sotto. Un messaggio di speranza per Sinner, confortato anche dalla parità (1-1) nei precedenti

[…] Jannik, dopo un avvio di torneo stentato, contro Monfils ha disputato due set e mezzo di altissimo livello, poi si è incartato nei soliti dubbi e ha rischiato di perdere una partita già vinta. Però nel quinto set ha reagito da campione, avvicinandosi di molto alla qualità della prima parte di stagione

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Intanto, comunque vada, a fine torneo sarà n. 13 del mondo e avrà consolidato la top ten nella Race, mentre i complimenti del rivale di oggi sono già arrivati: «Sarà una partita molto divertente, Jannik è giovane e ha molta fame di successi, sarà un incontro di alto livello». Il lunedì azzurro.

Quinto: non mollare (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Il quinto set, è una fortuna che non l’abbiamo ancora estirpato dal tennis e dal Grande Slam, in questa smania riformatrice che fa venire le palpitazioni e ha già compromesso eventi storici come la Davis, ormai ridotta a un’edizione tennistica di Giochi senza Frontiere. Il quinto set che fa da rifugio a ogni peccatore e offre l’ultima possibilità di pescare l’idea giusta dal cappello dei pensieri nascosti Peccatori come Sinner, e cappelli alla Berrettini, due che di nome e di fatto riportano a un identico concetto, quello di un tennis che prende forma alla distanza. Un tennis che esplora i contendenti, li passa al setaccio, li valuta. E solo dopo, forse, li promuove. Al quinto set si sono aggrappati entrambi gli azzurri che oggi affrontano gli ottavi, Matteo e Jannik.

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Chi vince al quinto ne trae sempre auspici ragguardevoli, resi più vividi dall’esperienza vissuta, dal precipizio inquadrato all’ultimo momento ed evitato di misura. «Se ne esce più forti», assicura Matteo, che già si sente forte abbastanza da non temere accostamenti con il meglio del tennis giovane di oggi. «Mi sento pari a Medvedev, a Tsitsipas e a Zverev. Li conosco, mi conoscono. E sanno anche loro come stanno le cose. Ci battiamo tutti per gli stessi obiettivi, che sono i più alti. E se in classifica sono di poco dietro è perché non ho avuto lo stesso tempo per stare in campo».

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Contro Otte (1-0, nei testa a testa), dovrà continuare a esibire pazienza e controllo dei colpi, ma anche prendere subito il sopravvento. Il tedesco diventa insidioso se lasciato fare. L’analisi che gli proporrà coach Santopadre sarà particolarmente importante. Berrettini ha un team spettacolare, che lo mette sull’avviso dei molti aspetti da tenere in considerazione. Nascono dalle osservazioni del team, di sicuro, ibeighirigori disegnati con il lob da Matteo, per tenere lontano Ivashka, uno che nei suoi raid tende a portarsi avanti fu, quasi a sfiorare la rete. PIÙ QUALITÀ Più di Berrettini è stato costretto a soffrire Sinner, dato che sul suo match hanno pesato i due set prima vinti, poi riconsegnati a Monfils. Ma nello strappo finale il ragazzo sceso dalla montagna al mare alla scoperta di orizzonti sempre più liberi e lontani, ha tenuto duro come il francese non ha mai saputo fare nella sua carriera. Vittoria di qualità, quella di Jannik che sarebbe stata ancora più alta (rapida di sicuro…) se il servizio avesse prodotto di più e meglio. Ma su quello c’è da lavorare… «Monfils ha molto mischiato le carte, non mi sona trovato bene, ma sono rimasto concentrato su quello che dovevo fare, e alla lunga ne sono venuto fuori». Ora c’è Zverev. «E in grande confidenza, ha vinto molti match questa estate, ma quando ci siamo confrontati qualche problema gliel’ho creato». Ha ragione. Sono 1 pari. Farà bene a ricordarselo quando sarà in campo.

Berrettini e Sinner, luci a New York, agli ottavi sarà ancora Italia-Germania (Stefano Semeraro, La Stampa)

Che il tennis italiano sia in grande salute non lo dimostrano solo gli exploit individuali, ma anche il rendimento medio. La prestazione di “gruppo”. A Flushing Meadows, come era già successo a Melbourne (Berrettini e Fognini), Parigi (Berrettini e Musetti) e Wimbledon (Berrettini e Sonego), alla seconda settimana del torneo sono arrivati due azzurri, Matteo Berrettini e Jannik Sinner, entrambi usciti al terzo turno da battaglie spaccanervi al quinto set, rispettivamente contro il bielorusso Ivashka e il volpone Monfils.

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Matteo ha appena 26 anni. Sinner nella seconda settimana di un major aveva già messo i piedi due volte, a Parigi nel 2019 (quando raggiunse i quarti) e nel 2020, e di anni ne ha appena 20. Hanno ambizioni simili – anzi, la stessa: vincere – anche se partono da posizioni diverse, e se la vedranno con due tedeschi anche loro di peso differente, nell’ennesimo Italia-Germania del nostro sport. Per Matteo c’è Oscar Otte, qualificato, n.144 del mondo che però sul veloce vale più della sua classifica, come hanno imparato a loro spese Sonego al primo turno e Seppi due giorni fa.

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Jannik affronta Zverev È proprio Zverev, n.4 del mondo ma nemico n.1 di Djokovic a cui dopo una medaglia olimpica vuole negare anche il Grande Slam, l’avversario di Sinner. Fra i due il bilancio è in pareggio, nel 2020 Sinner l’ha spuntata al quinto set e Zverev a Colonia, il pronostico decisamente sbilanciato dalla parte di Sascha. L’estate ruggente dell’Italia, però, i pronostici ci ha insegnato a metterli da parte.

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