US Open: Berrettini stellare per un set, ma poi Djokovic è infermabile

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US Open: Berrettini stellare per un set, ma poi Djokovic è infermabile

Novak Djokovic rimonta un set di svantaggio a Matteo Berrettini giocando una delle sue migliori partite dell’anno

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Novak Djokovic - 2021 US Open (Jed Jacobsohn/USTA)
 

[1] N. Djokovic b. [6] M. Berrettini 5-7 6-2 6-2 6-3

Ci ha provato con tutte le sue forze, Matteo Berrettini, a fermare la corsa di Novak Djokovic verso la storia, ma si è trovato davanti una delle migliori versioni del campione serbo viste quest’anno. Dopo aver vinto uno strepitoso primo set, Berrettini è calato al servizio e non è riuscito così a contrastare un Djokovic in gran giornata che ha limato le sbavature iniziali per fornire una prestazione maiuscola sotto tutti i punti di vista.

Il tabellino finale parla di 44 vincenti e 28 errori per il serbo, che ha messo a segno 12 ace ed ha perso il servizio una volta sola in tutta la partita. La pesante crisi alla battuta di Berrettini da metà del secondo set, quando ha perso tre turni di battuta su quattro e nel quarto ha dovuto annullare cinque palle break ha scavato un solco difficilmente colmabile tra un giocatore a cui funzionava tutto e ad uno a cui non funzionava quasi niente

Novak Djokovic e Matteo Berrettini – 2021 US Open (Jed Jacobsohn/USTA)

IL MATCH – Un primo set di grandissimo livello, 77 minuti che hanno tenuti all’interno dell’Arthur Ashe, per la prima volta davvero pieno fino all’orlo, tutti e 24.000 gli spettatori, abbastanza ugualmente divisi tra i due protagonisti per quel che riguarda il tifo. Primo game tribolato al servizio per Djokovic, che deve annullare una palla break, peraltro con un bell’ace centrale, prima di portarsi sull’1-0. Berrettini deve lavorare più del solito al servizio, ovviamente Djokovic risponde da par suo e ogni game è una battaglia. Si va ai vantaggi in cinque dei primi sette game, ma le prime palle break per Djokovic arrivano sul 2-3: è un turno di battuta da 20 punti per Berrettini, con scambi mozzafiato e Matteo che chiude con tre servizi vincenti negli ultimi quattro punti. Gli ace non sono tanti, solamente sette per Berrettini alla fine del match, ma il servizio del “martello” romano è più “on fire” che mai, a dispetto della serata molto più fredda e ventosa della giornata che l’ha preceduta.

Djokovic prova a trascinare la folla nel match e dalla sua parte mettendo il dito all’orecchio dopo che beneficia di un errore di diritto di Berrettini a seguito di due suoi recuperi in pieno allungo. Era la seconda palla break per Matteo sul 3-3, dopo che la prima era stata annullata da un altro ace, sempre sulla riga centrale.

Il rovescio di Berrettini tiene abbastanza bene, un po’ meno il diritto di Djokovic che sorprendentemente regala qualcosa più del solito. Sono proprio tre gratuiti di diritto che sul 5-5 inguaiano il numero uno del mondo, che subisce il break con un magnifico passante di diritto in corsa incrociato. Djokovic non ci sta, annulla tre set point consecutivi con alcune risposte di gran fattura, ma il settimo ace di Berrettini e il suo tredicesimo gratuito di diritto chiude il primo set.

Nel secondo set il serbo non si scompone per nulla, aggiusta il diritto e trova un game di risposta incredibile sul 2-1 per strappare il servizio a Berrettini per la prima volta nel match. Avrebbe anche l’occasione del doppio break per il 5-1, ma Matteo con carattere leonino rimonta da 0-40, cancella cinque palle break e rimane in scia, ma ha perso il ritmo con il diritto, e il servizio fa più fatica di prima. Djokovic continua imperterrito e due game più tardi incassa due errori gratuiti piuttosto gravi di Berrettini e confeziona il 6-2 che dopo due ore di gioco rimette il punteggio in parità.

Mentre la metà del pubblico che non è andata al bar affrontando i venti nei corridoi dell’Ashe si impegna a ballare “Danza Kuduro”, Djokovic si cambia la maglietta e riparte il terzo set come ha finito il secondo, e la partita ora si gioca sul suo terreno preferito. Gli scambi sono meno violenti, più profondi e più lunghi, Berrettini non trova più le stesse velocità sulla prima e quindi non arrivano più i punti gratuiti. Il parziale è tramortente: 22 punti a 4 per Djokovic, che arriva ad avere la palla del 4-0 ma viene cancellata da un servizio vincente. Proprio durante quel game gli organizzatori decidono di chiudere il tetto trasformando il match da outdoor a indoor.

Il tetto dell’Arthur Ashe però è altissimo, e anche quando si chiude le condizioni non cambiano tantissimo, solo il rimbalzo si abbassa un po’. I problemi di Berrettini sono ben altri però: il suo servizio ha perso in velocità ed efficacia e Djokovic risponde con una continuità impressionante. Berrettini si aggrappa a tutto quello che ha, cancella la palla dell’1-5 e poi con il supporto della metà del pubblico rimasto (è pur sempre quasi mezzanotte e il giorno dopo si lavora) si procura una palla del controbreak, sulla quale però mette in rete un rovescio tagliato. Nel prosieguo Djokovic è perfetto e riesce a chiudere il terzo set 6-2 vincendo sei dei successivi sette punti.

Matteo Berrettini – 2021 US Open (Jed Jacobsohn/USTA)

Un altro game di risposta strepitoso con due passanti che strappano applausi a scena aperta danno a Djokovic il 2-0 ad inizio terzo set che sa di strappo decisivo. Berrettini prova a combattere, ma le sue armi sono tutte spuntate, a iniziare dal servizio. Sul 3-1 Djokovic va in “crisi mistica” e riscuote gli applausi del pubblico presente, provocando anche l’esplosione di una rissa a bordo campo tra qualche spettatore che evidentemente aveva avuto qualche bicchiere di troppo.

Gli ultimi game sono solo per le statistiche, sul 5-3 Djokovic mette un diritto sulla riga per andare a match point, liberando anche alcune delle sue celebri urla, e dopo 3 ore e 27 il match finisce con una stretta di mano amichevole tra i due contendenti.

Novak Djokovic compie così un altro passo verso il Grande Slam (e il 21° titolo major) e affronterà il semifinale Alexander Zverev, da lui battuto in 6 delle 9 occasioni nelle quali si sono incontrati, tra cui anche il mese scorso ai Giochi Olimpici di Tokyo, quando il tedesco rimontò un set e un break di svantaggio per andare in finale a vincere la sua medaglia d’oro.


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