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US Open, Nole interruptus: Medvedev spezza il sogno Grande Slam di Djokovic
Prestazione perfetta di Daniil Medvedev che sconfigge in tre set Novak Djokovic. È il primo titolo Major in carriera per il russo

[2] D. Medvedev b. [1] N. Djokovic 6-4 6-4 6-4

Ancora una volta, come sei anni fa nel torneo femminile, la “maledizione da Slam” ha colpito a Flushing Meadows. A un passo dal più grande traguardo nel tennis professionistico, Novak Djokovic è stato fermato da un Daniil Medvedev spietatamente efficace al servizio, ma anche da una grande tensione che non gli ha permesso di esprimersi al meglio delle sue possibilità.
Incredibile la prestazione al servizio del russo, che ha reso inoffensiva una delle migliori ribattute della storia del tennis, quella di Djokovic, incapace di leggere le direzioni di battuta di Medvedev, e forse impreparato a essere sommerso di servizi vincenti in un match come questo. Il russo ha ottenuto quattro punti su cinque quando ha messo la prima di servizio (il 58% delle volte), e ha fatto registrare un 41% di servizio non risposti, contro il 25% del suo avversario.
Inoltre, anche da fondocampo Djokovic non è quasi mai riuscito a trovare il ritmo dei giorni migliori, scontrandosi con la regolarità di Medvedev che lo ha battuto nettamente nella battaglia sugli scambi lunghi: 18-7 per Daniil la statistica finale negli scambi con più di 9 colpi.
LA PARTITA – Com’era solo umano che accadesse, l’inizio del match per Djokovic è decisamente nervoso: incerto al servizio, incapace di trovare ritmo nei compi da fondocampo, il n. 1 del mondo cede il servizio nel game d’apertura con un doppio fallo e tre errori gratuiti. Medvedev, dal canto suo, appare anche lui molto cauto nei game d’abbrivio, ma al servizio è assolutamente intrattabile, e al ritmo di due aces a game costruisce il suo vantaggio.
Djokovic trova la battuta quando maggiormente gli serve, ovvero quando sta per andare sotto di due break, risalendo da 15-40 sullo 0-2, ma i suoi problemi in risposta rimangono molto complicati da risolvere. Medvedev continua con la strategia adottata durante tutto il torneo e si posiziona a rispondere dal parcheggio del Citi Field, l’attiguo stadio del baseball dove questo fine settimana si gioca il derby tra le due squadre di New York (Mets e Yankees), e Djokovic inizia a sfruttare la situazione con servizi slice a rientrare da sinistra e con battute angolate seguite a rete, ma il suo problema rimane il break di svantaggio.
Medvedev senza la minima esitazione chiude il set tenendo i suoi cinque turni di battuta, perdendo appena tre quindici, (incluso un doppio fallo) e va in vantaggio di un set in appena 37 minuti.
Il pubblico è nettamente dalla parte del Grande Slam e incoraggia Djokovic a ogni occasione, fino agli spettatori appollaiati in piedi nell’ultima fila della piccionaia. L’occasione arriva subito con Medvedev che sullo 0-1 si inguaia fino a 0-40 con due gratuiti e un doppio fallo. Il russo, tuttavia, senza dare il minimo cenno di tensione e correndo tra un punto e l’altro da fare invidia a Kyrgios e Federer, infila cinque punti consecutivi e con la solita “quota sociale” di due ace tiene il servizio.
Gli scambi si allungano, i game sono combattuti: prima salva una palla break Djokovic sull’1-1 con un bel servizio vincente, poi nel game seguente è Medvedev che esce dalla buca facendo andare su tutte le furie il serbo, che perde la…. “head” e sfascia la racchetta prendendosi il meritato warning.
La svolta del set arriva subito dopo: un doppio fallo e tre gratuiti condannano il serbo a perdere il servizio, mettendolo ancora di più nei guai, perché il servizio di Medvedev è più illeggibile di un testo antico in sanscrito, e da quel momento in poi il russo mette a segno 11 punti consecutivi al servizio prima di lasciarsi andare a un doppio fallo e poi andare avanti due set a zero dopo 90 minuti di gioco, facendo il pugnetto al suo angolo tristemente vuoto (solo quattro posti su 12 occupati, a confronto della full house nel box di Djokovic).
Contrariamente a quanto previsto dai commentatori dalla ESPN (e non solo da loro), Djokovic non va in bagno come aveva fatto nella finale del Roland Garros, ma rimane in campo. La mossa però non sembra essere quella azzeccata, perché il serbo inizia a commettere errori che di solito non commette, a rete e a fondocampo. Medvedev è implacabile, va avanti 4-0, poi 5-1, poi il pubblico diventa un fattore, sostenendo come non aveva mai fatto il n.1 del mondo. L’Arthur Ashe vuole vedere una partita più lunga, vuole in Grande Slam, e per la prima volta nel match Medvedev sente la pressione.
Quando serve sul 5-2 il russo arriva a match point, ma commette doppio fallo servendo la seconda come la prima; poi ne commette un altro e cede il servizio. Flushing Meadows sembra Belgrado, sul 5-4 il giudice di sedia Dumusois quasi prova a tenere una parvenza di “silenzio”, ma è impossibile. Nel frattempo Djokovic è commosso per il grande sostegno del pubblico e al cambio campo si lascia andare a qualche lacrima, coperto dall’asciugamano, a testimonianza del momento di grande emotività che sta vivendo. Medvedev però non si lascia distrarre e torna in campo per finire quanto ha brillantemente iniziato: nei palleggi da fondo è ampiamente il migliore quest’oggi e va subito avanti 30-0, poi arrivano due match point sul 40-15. Sul primo commette un altro doppio fallo, ma sul secondo il servizio vincente chiude la contesa dopo 2 ore e 16 minuti infliggendo a Novak Djokovic la più grande delusione della sua carriera.

ATP
Murray pensa ai Giochi Olimpici di Parigi: “Voglio dimenticare l’edizione del 2021”
Nel mirino di Andy Murray quella che sarebbe la sua quinta partecipazione ai Giochi: “Mi piacerebbe avere un’altra occasione”

A riportare la mente alle ultime Olimpiadi, ci si sofferma sulla finale olimpica di Wimbledon del 2012. Andy Murray batte Roger Federer con un netto 6-2, 6-1, 6-4: che sia stato merito dello scozzese o demerito dello svizzero stremato dalla semifinale con Del Potro durata 4ore e 26’, sarà una medaglia d’oro indimenticabile.
Undici anni dopo, Federer continua a bazzicare il suo giardino reale, Wimbledon, ma dagli spalti, Murray continua a regalare emozioni ai suoi fan. Attualmente si trova in Cina a Zhuhai dove ha esordito battendo al primo turno Ye Cong Mo, n.668 del ranking.
In conferenza stampa Sir Murray ha dichiarato di nutrire speranze di partecipazione a quelli che sarebbero i suoi quinti Giochi Olimpici: “Mi piacerebbe davvero partecipare ad altre Olimpiadi. Ho avuto esperienze entusiasmanti durante la mia carriera ai Giochi Olimpici. Ho amato tutte le edizioni alle quali ho preso parte”.
Il palmares olimpico di Murray è fin qui straordinario: due medaglie d’oro nel 2012 a Londra e nel 2016 sul cemento di Rio de Janeiro. Nel 2021 fu grande la delusione per il suo forfait obbligatorio nel torneo singolare dettato da uno stiramento alla coscia avvenuto prima dell’avvio dei giochi olimpici. Recuperò in fretta ma fu costretto a fare una scelta tra i due tornei di singolare e di doppio. Una promessa fatta a Salisbury gli aveva fatto optare per l’iscrizione al torneo di doppio: arrivarono sino ai quarti. Che fosse storia finita con i Giochi Olimpici? Su twitter si era lasciato andare a un lungo tweet nel quale dichiarava: “Se questa è la fine del mio viaggio a cinque cerchi, voglio ringraziare di cuore la squadra della Gran Bretagna e tutti voi per il supporto: mi avete aiutato a dare il massimo in questi anni. È stato un privilegio assoluto rappresentare il mio Paese a quattro Olimpiadi e mi ha regalato alcuni dei ricordi più belli della mia vita”.
Ora, a distanza di due anni, la pena diversamente e vuole cancellare la delusione patita nell’edizione 2021, nota perché disputata in piena pandemia: “L’ultima volta sono rimasto molto deluso perché mi ero infortunato prima del torneo e avevo promesso al mio compagno che in caso di problemi avrei dato priorità al doppio rispetto al singolare. Ed eravamo arrivati vicinissimi alla medaglia: nei quarti eravamo avanti un set e 4-3, al servizio con palle per il game e avevamo davvero una buona occasione, ma non ce l’abbiamo fatta. Mi piacerebbe avere un’altra opportunità di giocare l’anno prossimo a Parigi. Sarebbero i miei quinti Giochi Olimpici e molto probabilmente gli ultimi”.
Per Murray al secondo turno dell’ATP 250 di Zhuhai ci sarà la sfida con Karatsev che aveva eliminato Arnaldi nel primo turno.
Flash
WTA Finals: Sabalenka, Swiatek, Gauff e Rybakina già qualificate
La WTA finalmente annuncia le prime qualificate al torneo di fine anno in programma a Cancun dal 29 ottobre. Coco Gauff si è garantita la partecipazione anche in doppio con Jessica Pegula

Aryna Sabalenka parteciperà alla sua terza edizione di fila delle Finals. Il suo miglior risultato rimane quello dell’anno scorso quando arrivò in finale. La venticinquenne bielorussa ha disputato la miglior stagione della sua carriera, vincendo il suo primo Slam di singolare, l’Australian Open, oltre al WTA 1000 di Madrid e il WTA 500 di Adelaide. Nello score stagionale anche tre finali perse, a Indian Wells, a Stoccarda e allo US Open.
Questi risultati le hanno dato il trono n. 1. nel ranking femminile.
Terza presenza alle WTA Finals anche per Iga Swiatek: deve cancellare l’eliminazione in semifinale dell’anno scorso. Quattro i titoli vinti nel 2023 dalla campionessa polacca. Ha trionfato nuovamente al Roland Garros, al WTA 500 the Qatar TotalEnergies Open di Doha e il Porsche Tennis Grand Prix di Stoccarda. In più ha portato a casa il titolo di Varsavia nel WTA 250 BNP Paribas. Vanta un fantastico record di 56 vittorie e 10 sconfitte quest’anno nel Tour.
Gran colpo dell’americana Coco Gauff che si è qualificata per le Finals nel torneo singolare e in quello di doppio. Partecipa alle Finals per la seconda volta. Quattro i titoli vinti quest’anno: ad Auckland e poi nel corso di una fantastica estate dove ha trionfato al WTA 500 Mubadala Citi DC Open di Washington DC, al WTA 1000 Western & Southern Open di Cincinnati e poi il trionfo nel suo primo Slam della sua carriera allo US Open, salendo al n. 3 nel ranking.
Elena Rybakina, invece, sarà la prima donna kazaka a far parte delle WTA Finals. I successi di quest’anno vanno dal titolo ottenuto a Indian Wells a quello di Roma. Ha raggiunto la finale all’Australian Open e a Miami.
Coppa Davis
Coppa Davis: Italia in orbita Djokovic in campo il 23 novembre contro l’Olanda
Si comincia martedì 21 novembre con Canada contro Finlandia. La sfida tra gli azzurri di capitan Volandri e i Paesi Bassi giovedì 23 dalle 10 di mattina

Ufficializzato il programma della fase finale di Coppa Davis che si disputerà a Malaga dal 21 al 26 novembre. Ad annunciarlo l’International Tennis Federation che ha reso noti orari e date dei quarti di finale.
Gli azzurri scenderanno in campo contro l’Olanda giovedì 23 novembre. Difficile fare previsioni sulla squadra che avrà disposizione capitan Filippo Volandri per l’ultimo tassello importante della stagione. In orbita Italia ci sarà Novak Djokovic che difenderà i colori della Serbia opposta alla Gran Bretagna di Andy Murray a Daniel Evans. Le vincenti di queste due sfide si affronteranno sabato 25 novembre.
Si comincia martedì 21 novembre al Palazzo dello Sport “Josè Maria Martin Carpena” dove si sfideranno Canada e Finlandia, rispettivamente vincitrice del Gruppo A e seconda del Gruppo D la scorsa settimana. Le due squadre daranno il via alle Final Eight di Coppa Davis. Anche per quanto riguarda i canadesi, non è semplice prevedere chi schiereranno. Riusciranno a recuperare Denis Shapovalov? Qualche progresso fisico lo farà Felix Auger-Aliassime? Nel frattempo il Canada ha potuto applaudire Gabriel Diallo, dotato di un ottimo servizio e che domenica compirà 22 anni.
Il giorno successivo, il 22 novembre, l’Australia, capeggiata da Lleyton Hewitt se la vedrà con la Repubblica Ceca. Alex de Minaur è apparso in gran forma e pronto a trascinare con Thanasi Kokkinakis la sua squadra. Per i cechi occhi puntati sul giovane Jiri Lehecka.
La vincente di questi due incontri scenderà in campo venerdì 24 novembre per la semifinale di Coppa Davis.
La finalissima si terrà domenica 26 novembre.
