Sinner, buona la prima (Crivelli). Sinner ora convince: «Sono stato bravo» (Mastroluca). Coppa Davis, Italia d'assalto poi un'altra rivoluzione (Rossi)

Rassegna stampa

Sinner, buona la prima (Crivelli). Sinner ora convince: «Sono stato bravo» (Mastroluca). Coppa Davis, Italia d’assalto poi un’altra rivoluzione (Rossi)

La rassegna stampa di venerdì 1 ottobre 2021

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Sinner, buona la prima: e la caccia alle Finals prosegue (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

L’esordio da campione in carica si esaurisce in un’ora e 41 minuti di buon tennis, sporcato soltanto da un piccolo passaggio a vuoto nel cuore del secondo set. Un breve intermezzo che non impedisce l’unica conclusione possibile, l’approdo di Sinner ai quarti del torneo di Sofia con la vittoria 6-2 7-6 (3) sul bielorusso Gerasimov, numero 112 Atp proveniente dalle qualificazioni, che al primo turno aveva battuto Pospisil impedendo una riedizione della finale dell’anno scorso. Undici mesi fa, Jannik si rivelava definitivamente al mondo con íl successo nel torneo bulgaro, il primo in carriera (anche se c’erano state le Next Gen Finals 2019), adesso da testa di serie numero uno e dunque da favorito cerca il bis non solo per consolidare il ruolo da top player ma anche per tenere viva la fiamma delle Finals a Torino. L’allievo di Piatti è virtualmente 10°, ma i dubbi intorno al resto della stagione di Djokovic potrebbero liberare un altro posto oltre a quello di Nadal, fermo fino al 2022. Intanto oggi Sinner affronterà l’australiano Duckworth, con cui ha perso ad agosto a Toronto. Ma era un altro Jannik: «Credo di aver giocato un primo set di alto livello contro Gerasimov, poi forse sono un po’ calato ma ho giocato bene tutti i punti importanti e decisivi, soprattutto nel tie break. Sono contento perché finalmente abbiamo il pubblico a caricarci». Intanto il c.t. Volandri comincia a pensare alle finali di Davis di fine novembre, con l’Italia impegnata contro Colombia e Stati Uniti nel girone ospitato da Torino. E così ha convinto le coppie Sinner-Berrettini e Fognini-Sonego a giocare il doppio insieme al Masters 1000 di Indian Wells.

Sinner ora convince: «Sono stato bravo» (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Contava vincere, e la vittoria è arrivata. Ma nel successo di Jannik Sinner all’esordio dell’ATP 250 di Sofia c’è anche molto altro. Testa di serie numero 1, per la prima volta presente in un torneo da campione in carica, Sinner ha sconfitto 6-2 7-6(3) il bielorusso Egor Gerasimov, numero 112 del mondo. Oggi, nel suo dodicesimo quarto di finale ATP sfiderà l’australiano James Duckworth, finalista a Nur-Sultan una settimana fa. Secondo azzurro tra i migliori otto a Sofia (c’è anche Gianluca Mager che affronterà Gael Monfils), Sinner ha mostrato progressi al servizio e fluidità nella gestione dello scambio soprattutto con il rovescio. Più discontinuo, invece, il rendimento con la seconda e con il diritto. Il match comunque non è mai stato davvero in discussione, nemmeno quando ha subìto il break del 4-5 nel secondo set. L’altoatesino ha infatti ripreso immediatamente il controbreak, per poi giocare un tiebreak perfetto per scelte ed esecuzioni. Ha una marcia in più al momento di spingere, e l’ha dimostrato pienamente con lo splendido rovescio incrociato che ha chiuso il primo set. La sicurezza nei suoi colpi migliori l’ha aiutato a cancellare sette delle otto palle break concesse e a mantenere alta l’attenzione sull’applicazione del piano di gioco. Significativi i 29 punti vinti su 36 quando ha messo in campo la prima di servizio, su cui sta lavorando e si vede. Sinner sta modificando il movimento, ora leggermente più corto. Una maggiore continuità rispetto al recente passato è indubbiamente un segnale positivo, anche perché i margini di miglioramento restano ampi. Vasti anche i suoi orizzonti per la stagione 2021. «Non mi piace guardare troppo avanti. Dobbiamo ancora capire come andranno alcune cose. La strada per Torino è lunga e tosta, mancano tanti punti. Dovrò giocare bene Indian Wells e Parigi Bercy, ma non devo sottovalutare gli altri tornei», ha spiegato.

Coppa Davis, Italia d’assalto poi un’altra rivoluzione (Paolo Rossi, La Repubblica)

Povera Coppa Davis. Dimenticata e messa in angolo buio dal tam tam mediatico delle Atp Finals. Eppure il palcoscenico è lo stesso: meno di sette giorni dopo la finale del Masters di Torino (14-21 novembre), scende in campo la nazionale italiana di tennis. Sempre a Torino, sempre al PalaAlpitour. Con gli azzurri mai come stavolta super competitivi: Matteo Berrettini, Jannik Sinner, Lorenzo Sonego. E Fabio Fognini. E Lorenzo Musetti. I biglietti delle Atp Finals si trovano ormai solo al mercato nero, quelli della Coppa Davis sono ben più facilmente disponibili. Ma qualcuno lo sa che abbiamo una squadra super? C’è chi sostiene che sia al livello degli Anni Settanta, quando la vincemmo l’unica volta tra le polemiche in Cile, e migliore di quella degli Anni Novanta, la nostra ultima finale, a Milano. E non c’è solo Italia (che sfiderà Stati Uniti e Colombia): il Pala AlpiTour ospiterà anche il gruppo D formato da Australia, Croazia e Ungheria. Gli azzurri saranno di scena venerdìi 26 novembre alle 16 con gli Stati Uniti, mentre il giorno successivo, sabato 27 novembre, affronteranno la Colombia. Ultima giornata domenica 28 novembre tra Usa e Colombia. Chi vince il girone passa ai quarti, sempre al Pala AlpiTour, previsti per il 29 novembre contro la vincente del gruppo D. Semifinali e finali sono in programma tra il 3 e 5 dicembre a Madrid. «Credo che il battage pubblicitario e mediatico inizierà a metà ottobre» dice Sergio Palmieri, direttore degli Internazionali Bnl di Roma e supervisore/curatore anche della Davis. «Certo è che il silenzio calato finora su un evento di prestigio come la Davis mi fa stringere il cuore». Il prestigio è andato a farsi benedire da quando l’Itf ha consegnato l’Insalatiera, trofeo della principale competizione a squadre nel tennis nata nel 1900, al Gruppo Kosmos di Gerard Piquè (il difensore del Barcellona) che ne ha rivoluzionato il format (2 set su 3 e match concentrati in un torneo e non più confronti a eliminazione diretta diluiti nel corso dell’anno) senza che ne guadagnasse nessuno: dallo spettacolo ai giocatori, dal pubblico alle tv. Poi ci si è messo anche il Covid che ha fatto annullare l’edizione 2020. […]

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