Sinner e Berrettini esordio col sorriso (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)
Il primo successo in un grande torneo ha sempre un sapore speciale. L’hanno sperimentato a poca distanza l’uno dall’altro Jannik Sinner e Matteo Berrettini, che non avevano mai superato un turno prima d’ora nel Masters 1000 di Indian Wells. L’altoatesino, primo azzurro a centrare il passaggio al terzo turno, ha dominato 6-2 6-2 l’australiano John Millman. La prima partita dopo aver confermato il titolo a Sofia è un manifesto delle capacità di apprendimento e costante miglioramento dell’altoatesino. «Sei stato maledettamente bravo», gli ha detto l’avversario, numero 58 del mondo, al momento di stringergli la mano. La partita non è mai stata in discussione. Il ventenne di Sesto Pusteria non ha concesso palle break, non gli succedeva dal successo sul finlandese Emil Ruusuvuori al torneo di Washington in cui è diventato il più giovane vincitore di un ATP 500.
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Al 32enne capace nel 2018 di sorprendere Roger Federer allo US Open sono mancate rapidità di spostamenti e velocità di palla per passare dalla difesa al contrattacco. Costretto a difendere da molto lontano, ha subito il pressing costante di Sinner, sciolto di diritto e di rovescio, naturalmente portato a colpire la palla quasi sempre alla stessa altezza e senza particolari remore al momento di cercare la chiusura in avanzamento. Ha giocato tira partita da top player, ha imposto il suo ritmo e le sue condizioni, sicuro del suo valore, convinto della sua superiorità. AVANZA BERRETTINI.
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Il numero 1 azzurro ha iniziato senza forzare, battendo 6-4 7-5 il sorprendente cileno Alejandro Tabilo, numero 184 del mondo arrivato a due punti dal portare il match al terzo set. Il mancino sudamericano, con uno stile un po’ vintage, ha avuto il merito di impostare una strategia sfrontata. E un giocatore in fiducia, ha vinto un Challenger a luglio e superato le qualificazioni a Indian Wells. È un lottatore con un tennis creativo, che nei momenti decisivi paga l’inevitabile gap in termini di esperienza contro il primo italiano in finale a Wimbledon nella storia del tennis. MATTEO, BUONA LA PRIMA. Aver vinto la prima partita in carriera nel torneo californiano, uno dei tornei più prestigiosi in calendario dopo i quattro Slam, ha un effetto benefico sull’umore di Berrettini. «Mi fa sentire giovane – ha scherzato a caldo dopo il match – Certo, in passato qui avevo perso, nel 2018 contro Sam Querrey e nel 2019 contro Daniil Medvedev, due partite molto dure». Non si è rivelata banale nemmeno la partita contro il cileno, che ha vinto 21 punti su 30 negli scambi conclusi fra i cinque e gli otto colpi. Berrettini però ha comandato il gioco in quelli più brevi, grazie alla maggiore potenza ed efficienza al servizio: ha perso infatti solo sei punti quando ha messo in campo la prima.
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Escono invece Caruso, Sonego e Mager: il primo perde malamente con Karatsev, il secondo fa soffrire Anderson, due volte al tie break, ma cede, e infine il terzo sempre in due set è eliminato da Monfils.
Berrettini e Sinner avanti tutta verso il derby (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Tutti insieme appassionatamente. L’estensore del programma di Indian Wells deve aver pensato che gli italiani siano mattinieri e così li ha messi praticamente tutti in contemporanea nei primi match della mattina californiana ed è stato Jannik Sinner a vincere il gran premio della velocità, impiegando appena 74 minuti per annichilire l’ australiano Millman, numero 58 del mondo, cui ha concesso appena 4 game senza mai offrire palle break; il sintomo che le modifiche al servizio ne stanno consolidando le certezze nel fondamentale. Una vittoria importante, intanto perché risponde ai successi di Hurkacz e Ruud, i rivali che lo precedono nella Race verso Torino, e poi perché il debutto poteva rivelarsi complicato per le condizioni esterne: Sinner, che domenica scorsa ha vinto il torneo di Sofia, è arrivato in California solo martedì, dovendo adattarsi in fretta a nove ore di fuso e ai campi outdoor con temperature ben sopra i 30°.
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Esordio vincente anche per Matteo Berrettini, che non giocava dalla Laver Cup di fine settembre ed era alle prese con un piccolo fastidio al collo. Contro il qualificato cileno Tabilo (che è nato in Canada) Berretto ottiene il primo successo di sempre a Indian Wells, senza esaltare ma usando la clava del servizio su un paio di break point che avrebbero potuto rimettere in corsa il rivale. Le strade dei due azzurri possono incrociarsi negli ottavi se entrambi vinceranno la prossima partita.
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