L'ATP prospetta un 2022 più difficile e costoso per i tennisti non vaccinati

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L’ATP prospetta un 2022 più difficile e costoso per i tennisti non vaccinati

Nessun obbligo, ma i vantaggi del certificato vaccinale dovrebbero contribuire a ridurre quel 35% di chi non ancora non si è deciso

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Jannik Sinner - ATP Miami 2021 (via Twitter, @atptour)
 

Mentre continuano ad arrivare informazioni contraddittorie riguardo all’eventuale obbligo di vaccinazione per partecipare al prossimo Australian Open, con la circolare della WTA “trapelata” a smentire, almeno parzialmente, dichiarazioni/auspici/previsioni dei politici vittoriani (lo Stato, non l’epoca), Tennis Majors riporta il contenuto di un’email inviata dall’ATP a giocatori e allenatori. Il messaggio che pervade la comunicazione è fondamentalmente che il prossimo anno la vita sarà più difficile per chi non sarà vaccinato, con la “forte raccomandazione” ai propri giocatori, sulla base delle evidenze scientifiche, di vaccinarsi contro il Covid-19, pur assicurando che ciò non diventerà obbligatorio. D’altra parte, l’ATP appoggerà eventuali decisioni delle autorità locali di permettere la partecipazione ai tornei solo ai giocatori vaccinati e ricorda che diversi Paesi e linee aeree potrebbero presto richiedere la vaccinazione.

Una comunicazione che l’ATP “spera si riveli utile ai tennisti per qualsiasi decisione prenderanno al riguardo”. Insomma, l’associazione lascia da parte qualunque accenno a considerazioni sanitarie o etiche come il proteggere sé stessi e il prossimo o il contribuire a uscire dalla pandemia, andando invece a illustrare ai tennisti le diverse condizioni che si troveranno o potrebbero ritrovarsi di fronte a seconda del loro status vaccinale. E, in determinati casi, si tratta di due realtà “lavorative” ben diverse tra loro, con conseguenze evidenti anche sui portafogli.

  • I giocatori non vaccinati saranno sottoposti a più test rispetto ai colleghi vaccinati;
  • Ai non vaccinati può essere chiesto di contribuire alle spese per i test aggiuntivi;
  • I vaccinati continueranno a non essere considerati “contatti stretti” nel caso di interazioni con chi in seguito risulta positivo;
  • I non vaccinati, positivi o “contatti stretti” e che devono perciò ritirarsi prima dell’inizio del torneo, non riceveranno il montepremi del primo turno;
  • L’ATP non pagherà il costo dell’isolamento dopo il test positivo;
  • Ci potranno essere sempre più restrizioni per gli spostamenti dei non vaccinati.

Sempre Tennis Majors riporta che, secondo l’ATP, il 65% dei tennisti ha completato il ciclo vaccinale, mentre ci si aspetta che altri lo faranno per poter partecipare al prossimo Slam. Sempre in attesa, ça va sans dire, che i protocolli vengano definitivamente fissati.

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