Strani giorni, viviamo strani giorni. Così cantava uno dei più grani parolieri della storia della musica italiana, Franco Battiato, in una delle sue più famose composizioni artistiche datata 1996, ma assolutamente attuale. Il perché è sotto gli occhi di tutti ed in questo momento ha un nome specifico e così romanticamente classico: Omicron. Ed è proprio a causa dell’ultima variante del virus Sars-Cov-2 che lo stato australiano del Victoria, già particolarmente sensibile sul tema (su Ubitennis è disponibile una sorta di opera omnia sull’argomento), sta valutando la possibilità di intervenire sugli eventi sportivi, limitando la capienza degli spettatori sugli spalti, ad oggi prevista al 100%. Compreso l’Australian Open, secondo quanto riporta tennisuptodate.com.
E’ infatti previsto dalle autorità sanitarie locali un incremento dei contagi che nel mese di gennaio potrebbe toccare la soglia di 200mila al giorno: un numero insostenibile per tutti, a maggior ragione per chi ha fatto del blocco degli ingressi sul proprio territorio, una bandiera da sventolare sull’alto monte della sicurezza sanitaria. Al momento l’Australian Open nulla ha comunicato in merito, anzi, proprio nella giornata di oggi Tennis Australia ha diramato la notizia dell’allargamento della possibilità di ingresso nel secondo stadio di Melbourne Park, la John Cain’s Arena, anche ai possessori del ticket Ground Pass.
Però intanto il primo ministro australiano Scott Morrison, che pure ha escluso ogni forma di lockdown, evidenzia la necessità di tenere dritta la barra verso vaccinazioni e utilizzo di dispositivi di protezione personale, come le mascherine. “Sì, dovremo continuare a calibrare il modo in cui gestiamo questo virus e il modo in cui conviviamo con esso di fronte a Omicron: è necessario“, ha detto Morrison martedì mattina. “Non torneremo ai blocchi, non torneremo a chiudere la vita delle persone. Andiamo avanti per convivere con questo virus con buon senso e responsabilità”. Con buona pace degli Australian Open e dei fan del tennis.