Mentre prosegue il conteggio degli assenti e dei presenti al prossimo Australian Open, si è registrato nelle scorse ore un nuovo ritiro. Questa volta però non si tratta di un tennista, ma bensì di un membro di Tennis Australia. Il responsabile della biosicurezza della federazione australiana tennis, Tom McDowell, ha infatti dato le sue dimissioni, lasciando al momento vacante il delicato incarico. La fonte della notizia viene dal giornalista Ben Rothenberg, nome noto della stampa tennistica, il quale riporta anche una lista delle mansioni che spettavano al dimissionario McDowell e a quanto si legge erano assai delicate. Tra le responsabilità chiave c’erano:
- sviluppo di piani di sicurezza contro il COVID
- creazione di procedure di sicurezza per ogni area dell’impianto
- creazione di piani per tracciamento in caso di positività
- programmi per minimizzare il rischio di diffusione del virus durante l’evento.
Proprio in questi giorni è atteso l’arrivo della maggior parte dei tennisti e delle tenniste, molti dei quali scenderanno in campo a partire dall’1 gennaio con l’ATP Cup di Sydney e con i 250 di Melbourne ed Adelaide, mente il circuito femminile prenderà il via il 3 gennaio con due tornei WTA 250 a Melbourne e un WTA 500 ad Adelaide – dunque vedersi privati di una figura così rilevante per Tennis Australia sarà un’ulteriore sfida a cui far fronte. Al momento non sono note le motivazioni che hanno portato McDowell alle dimissioni.
Inoltre, considerando l’aumento di casi non solo all’interno del mondo tennistico, sono state prese delle misure cautelari ulteriori. Fino ad ora i tennisti e i membri del loro team avevano l’obbligo di restare in isolamento fino all’esito del test effettuato una volta atterrati in Australia; adesso invece, stando a quanto riporta la fonte The Tennis Nerds Blog, tutti dovranno restare in isolamento per 72 ore dal momento del loro arrivo indipendentemente dall’esito del test. Resta sempre l’obbligo vaccinale per scendere in campo. Queste restrizione, riporta la fonte, per ora si applicheranno al torneo WTA di Adelaide, ma con ogni probabilità se dovessero entrare in atto si estenderebbero a tutto il Paese. Se si pensa che 12 mesi fa la quarantena al momento dell’arrivo in Australia era di due settimane, le cose sono cambiate eccome.