Australian Open: Collins, la semifinale delle rivincite. Swiatek rimonta Kanepi [VIDEO]

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Australian Open: Collins, la semifinale delle rivincite. Swiatek rimonta Kanepi [VIDEO]

La risposta di Danielle Collins travolge Alize Cornet: seconda semifinale per lei. Iga Swiatek rifiuta la sconfitta e rimonta Kaia Kanepi

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Danielle Collins - Australian Open 2022 (foto Twitter @AustralianOpen)
 

[27] D. Collins b. A. Cornet 7-5 6-1

Torna in semifinale a Melbourne dopo tre anni, Danielle Collins, che supera una spenta Alizé Cornet in meno di un’ora e mezza. “Potrebbe esserci un po’ di dramma” aveva quasi promesso – o forse minacciato – Alizé, che aveva definito un leone l’avversaria. “Mi impressiona un po’” aveva poi aggiunto in vista del duello inedito, “perché è così intensa. Anch’io lo sono, ma lei è intensa al livello successivo”. Non è invece venuta fuori la grinta francese, nemmeno in un primo set equilibrato senz’altro nel punteggio, meno sul piano del gioco, per quanto il nervosismo e la tensione di Collins dopo aver subito (e agevolato) l’inaspettata rimonta avevano dato una minima speranza a Cornet di mettere le mani su un parziale che si è comprensibilmente rivelato determinante.

Dopo aver eliminato Muguruza al secondo turno, infatti, Alizé ha poi superato in lotta Zidansek e Halep; è probabile che quell’ultima grande vittoria abbia lasciato troppe scorie e la sfavorita non è mai risucita a portare la sfida dove avrebbe voluto. Anche Collins non ha passeggiato con Clara Tauson ed Elise Mertens, ma non ha dato segnali di eventuali fatiche residue; anzi, ha fatto la partita che ci si aspettava, caratterizzata da grande aggressività, sempre protagonista del punto nel bene e nel male, come dimostra il saldo finale tra vincenti e unforced di 28-29 contro l’11-17 dell’avversaria.

IL MATCH – Si inizia con il sorteggio che finisce in parità: la moneta si ferma di taglio appoggiata alla rete. Let, quindi, poi Collins indovina e sceglie di battere. È lei la quella più aggressiva in campo e, oltre che dietro il servizio, lo dimostra già al primo turno di risposta, ma Cornet, che prevedibilmente ha cominciato attuando il piano di rimandare qualsiasi cosa, riesce ad arginarla. Per la nizzarda è però indispensabile non darsi alla remata pura, rischiando di subire la furia di St. Petersburg, bensì deve cercare profondità e direzione – idealmente anche qualche anticipo e cambi di ritmo – per non offrire colpi comodi e conseguentemente letali. Alizé in affanno nel quarto gioco che si allunga, mentre Danielle crea e spreca, si affida alle precise sberle volanti bimani e al sedicesimo punto strappa la battuta.

La n. 30 WTA non solo tira più forte ma usa molto più il campo (appena il 5% di colpi al centro contro il 43% dell’avversaria) e, indisturbata al servizio, pare procedere in scioltezza verso il primo traguardo. Invece, dal nulla, o meglio dall’irrigidimento a due punti dal set arrivano gli errori evidenti che riportano in vita Alizé che si issa fino al 5 pari, con l’altra che non è proprio il ritratto della tranquillità, nel classico “se tiro io tutti i vincenti, perché non sono già all’intervista sul campo?”. Cercando di agguantare il tie-break, Cornet prende qualche rischio che non paga e il dritto steccato consegna il parziale a Collins.

Durante la pausa sfogliamo velocemente il Regolamento 2022 per capire se il coaching abbia fatto breccia anche negli Slam, visto lo scambio verbale e gestuale tra la trentaduenne francese e il suo allenatore. Dalla sedia, l’arbitro si limita al soft warning.

Si ricomincia da dove avevano lasciato, con la ventottenne n. 30 del ranking che scatena la risposta e si prende il 2-0. Va tutto molto, troppo veloce, proprio come piace a Danielle, che riceve poche palle scomode e travolge un’avversaria incapace di organizzare una linea di di difesa anche solo potenzialmente efficace. Un attimo di distrazione per Danielle sul 4-0, ma si riprende in tempo così da non lasciare nemmeno la minima opportunità di crederci a Cornet. Bagel evitato in extremis, poi l’urlo di Collins a sottolineare la vittoria.

[7] I. Swiatek b. K. Kanepi 4-6 7-6(2) 6-3

Sarà Iga Swiatek l’avversaria di Cornet in semifinale: la ventenne di Varsavia rimonta un set e un break per imporsi su Kaia Kanepi dopo tre ore di un match che ha ripetutamente cambiato direzione più per colpe che per meriti delle due protagoniste. Estremamente contratta per quasi due set e mai del tutto sciolta, Swiatek ha concesso troppi errori (22 nel primo parziale di cui 6 doppi falli) a una sfidante che, spauracchio delle top player negli Slam, ha sempre cercato di sfondare, spesso con buoni risultati. Un confronto in cui le belle fiammate sono state soffocate da errori macroscopici che non potevano non essere dettati dalla tensione che ha appunto attanagliato principalmente la settima testa di serie, salvo poi passare all’avversaria di fronte ai piccoli traguardi di un’impresa che cominciava a diventare fattibile. Anche nella partita finale, quando avrebbe ormai dovuto essere tutto in discesa, Iga ha cercato di complicarsi la vita, ma un’ulteriore inversione della direzione era ormai impossibile per una Kanepi ormai in riserva.

IL MATCH – La sfida è inedita, ma la sceneggiatura si annuncia piuttosto scontata, con Swiatek che ha i colpi per aprirsi il campo e muovere una Kanepi che viceversa non può farsi incastrare nel palleggio e deve solo soppesare il momento di spingere a tutta, trovando la magica quadratura tra rischio e attesa. A Kaia mancava solo l’Australian Open per poter vantare i quarti in tutti gli Slam, tornei in cui diventa particolarmente pericolosa, come testimonia il suo bilancio contro le top ten di 9-10 che contrasta con il 5-29 fuori dai Major. È anche questo il motivo per cui la vincitrice del Roland Garros 2020 appare decisamente contratta a giudicare da alcune scelte sbagliate e dai tanti errori non forzati che concede; sbaglia parecchio anche Kanepi, ci mancherebbe, ma, pur rischiando a ogni turno, riesce sempre a salvare la propria battuta non senza la complicità polacca. Dopo aver concesso un doppio fallo a game, sul 3 pari Iga ne commette due, il secondo con il braccio che va lentissimo, e affronta la prima palla break: mette la prima, ma le ritorna una catenata imprendibile. È il momento per entrambe di liberarsi, ma sembra riuscirci solo la trentaseienne di Haapsalu, che ottiene punti gratis con lo slice da destra e, aggredendo la seconda polacca, allunga il nono gioco guadagnandosi quattro vantaggi esterni che sono anche set point, ma le sue manate diventano imprecise sulla palla che più scotta e Iga tiene. Nel game della verità, il servizio non risponde subito alla chiamata e Kaia è brava a conquistarsi il set point sul quale fallisce la prima seconda del match. La proficua battuta esterna da destra si rifà viva, da sinistra è invece una tragedia, finché non la mette alla T e alla decima opportunità Kanepi si assicura il parziale dopo un’ora e quattro minuti. Iga domina 10-1 gli scambi lunghi, ma è netta la superiorità nei punti sotto i cinque colpi della n. 115 WTA che soprattutto approfitta di un’avversaria troppo fallosa in manovra.

Kaia ricomincia in piena fiducia e strappa subito la battuta, ma poi si incarta al momento di consolidare il vantaggio permettendo allora a Swiatek di recuperare e giocare finalmente meno contratta. Kanepi ora regala punti che diventano esiziali e alla numero 9 del mondo è sufficiente mettere in campo un minimo di concretezza per salire 4-1, anche se il vantaggio svanisce in un lampo con il ritorno dei doppi falli da Varsavia, per tacere dei colpi a metà rete in palleggio. Si riprende però almeno sui propri turni di battuta, Iga, ben imitata dalla ragazza di 181 cm, un’altezza che non ha eguali nel circuito maschile. Nel tie-break, Swiatek contiene, cambia campo in vantaggio grazie a una gran risposta e approfitta degli errori estoni per allungare il match.

La frazione decisiva riprende il leitmotiv del tie-break che avrebbe anche dovuto essere quello di tutta la sfida: Iga fa scorrere bene la palla, mentre Kaia è costretta a rischiare anche in situazioni non ideali con esiti disastrosi. Un set rimontato, i rimpianti, e lo 0-2 nel terzo suggeriscono un destino ormai scritto, ma il 2 pari è in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada. La ventenne torna avanti, riesce a non farsi riprendere subito grazie alla risposta imprecisa di Kaia che proprio non ne ha più. C’è tempo per farsi tradire dal servizio sul 5-2 (12° doppio fallo), ma la conclusione arriva al game successivo. L’ultimo punto è un compendio della sfida, con Kanepi incapace di chiudere palle comodissime fino all’errore finale sottolineato dal prolungato urlo di Swiatek.



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