ATP Indian Wells: Fritz ci crede più di Rublev, prima finale 1000

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ATP Indian Wells: Fritz ci crede più di Rublev, prima finale 1000

Taylor in grande spolvero, Andrey nervoso e discontinuo. Il ragazzo californiano merita, e attende Nadal o Alcaraz

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Taylor Fritz, Indian Wells 2022 (foto Ubitennis)
 

[20]T.Fritz b. [7]A.Rublev 7-5 6-4 (da Indian Wells, il nostro inviato)

La prima semifinale maschile, che va in scena, alle 13 locali, nel campo centrale di Indian Wells, vede di fronte lo statunitense Taylor Fritz (20 ATP) e il russo Andrey Rublev (7 ATP). I due ragazzi sono coetanei, 24 anni, e hanno giocato contro 4 volte in passato, 2-2 i precedenti: qui a Indian Wells nel 2018 vinse 6-4 7-6 Fritz, sei mesi dopo alle Next Gen Finals vinse Rublev 4-2 1-4 3-4 4-3 4-2 (mi viene da ridere solo a scrivere un punteggio del genere, lo confesso), poi nel 2021 a Dubai ancora Rublev 6-3 6-1, e infine pochi mesi dopo a Parigi Bercy Fritz pareggiò i conti vincendo 7-5 7-6.

Sia Taylor che Andrey sono dei gran picchiatori, che basano il loro gioco su servizio e dritto, con Fritz che si fa preferire sul piano della potenza pura alla battuta e della pesantezza di palla, e Rublev che è impareggiabile col ritmo indiavolato che sa esprimere da fondocampo. Ma subito in avvio di match, è Taylor che scatta a cento all’ora, travolgendo di pallate Andrey, e volando in vantaggio 3-0, poi 5-2, con il russo che salva anche tre palle del doppio break in un interminabile (18 punti) sesto game. Non è facile prendere in contropiede su ritmo e potenza un tipo come Rublev, è un grandissimo Fritz quello che stiamo vedendo, il pubblico applaude convinto. Ma alla battuta per il set, un attimo di calo, e una gran risposta di Andrey, gli costano il contro-break, e poco dopo siamo 5-5. Taylor non demorde, continua a picchiare con tutto quello che ha, e in vantaggio 6-5, si arrampica per tre volte a set-point sul servizio di Rublev, che onestamente non sta giocando benissimo ora, alterna gran pallate vincenti a errori banali. Dopo 20 punti di lotta nel game, alla fine Fritz incassa l’errore di dritto del russo e il 7-5, bene per lui, sarebbe stata dura da digerire non vincere un set dopo aver avuto una marea di occasioni simile. L’imbufalito Andrey prende a pugni le corde della racchetta tanto violentemente da dover andare negli spogliatoi a farsi medicare le conseguenti escoriazioni alle nocche.

Il secondo set inizia in modo regolare, Rublev sembra si sia rasserenato, Fritz continua a spingere molto bene, il livello è piuttosto alto ora, anche se di varietà al di fuori delle mazzate a rimbalzo non se ne vede granchè. Il pubblico sostiene con decisione il ragazzo di casa (Taylor è californiano, il padre faceva il coach di college proprio da queste parti, e a Indian Wells il figlio veniva a palleggiare e allenarsi), che sale 4-3, finora nessun problema per chi è al servizio. Nell’ottavo game, ecco una palla break potenzialmente decisiva per Fritz, annullata col servizio. Il rischio corso dà una scossa al russo, che se ne conquista a pallate due nel game successivo, ma stavolta è bravo e fortunato Taylor a salvarsi (un passante di rovescio di Andrey va fuori di nulla), e sale 5-4. Sul 15-30, due punti assurdi: prima una pallata a caso di Fritz nelle caviglie di Rublev, che torna non si sa come (sarebbero stati 2 match point consecutivi), poi un dritto alto a due metri dalla rete che il russo spara incredibilmente lungo, e il match point arriva davvero: una bella risposta di rovescio di Taylor mette fine alla striscia di 13 partite consecutive vinte da Andrey, e consegna a Fritz la prima finale Masters 1000. Ovazione del pubblico, e ora tutti pronti per Nadal e Alcaraz. L’ultima volta che uno statunitense ha vinto qui era stata nel 2001, Andre Agassi su Pete Sampras.

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