Dopo 18 anni Zeljko Franulovic non sarà più il direttore del torneo di Montecarlo. Kermode e Massey i candidati alla successione

Editoriali del Direttore

Dopo 18 anni Zeljko Franulovic non sarà più il direttore del torneo di Montecarlo. Kermode e Massey i candidati alla successione

storia di Zeljko Franulovic come tennista e come rappresentante dei direttori europei dell’ATP prima e poi del torneo di Montecarlo. Il profilo dei due maggiori candidati alla sua successione. Una video intervista di repertorio del direttore con Franulovic

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Zeljko Franulovic - Montecarlo 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Domenica mattina, nella tradizionale conferenza stampa di fine torneo, verremo quasi certamente a sapere ufficialmente che Zeljko Franulovic, campione qui a Montecarlo nel 1970 quando batté Manolo Orantes 6-4,6-4,6-3 e ancora la sua bandiera era jugoslava – lui è croato, di Spalato, Split, ancorché nato nell’isola di Korkula – non sarà più il direttore del torneo l’anno prossimo.

Classe 1947, a giugno compierà 75 anni, Franulovic lo è stato ininterrottamente dal 2005, quando il torneo monegasco fu vinto per la prima volta (di 11!) da Rafa Nadal. Il best ranking di Franulovic è stato n.6 ATP, ma se il computer fosse “nato” prima dell’agosto 1973, sarebbe stato certamente più in alto, perché i suoi risultati migliori li aveva ottenuti prima. In particolare nel 1970 quando raggiunse la finale del Roland Garros, perdendola da Jan Kodes, e vinse uno dei suoi 3 tornei più importanti del Grand Prix a Buenos Aires battendo ancora Orantes. Nel ’71 Franulovic vinse di nuovo il torneo di Buenos Aires, questa volta battendo in finale il favorito Ilie Nastase.

A Parigi, il suo Slam prediletto perché il suo tennis dal magnifico rovescio rendeva certamente meglio sulla terra rossa, Zeljko aveva raggiunto i quarti già nel ’69 e avrebbe centrato la semifinale nel ’71, un anno dopo la finale del ’70 cui era giunto da outsider, perché le teste di serie erano nell’ordine Gimeno, Hoad, Taylor, Riessen, asarell, Meiler, Drysdale e Nastase. Lui battè Bartlett, Elschenbroich, Barthes, Phillips-Moore, Nastase (in 4 set) prima di Orantes.

Discreto poliglotta, Zeljko, oltre a tutte le lingue dei Balcani, parla italiano, francese, inglese e capisce anche un po’ il tedesco. Nel ’94 è stato capitano della squadra croata di Coppa Davis fino al 1997. Poi è stato il rappresentante dei direttori europei di torneo per l’ATP di cui era “Board Director” fra il 2007 e il 2009.

Mi è capitato di giocarci due volte contro in doppio, lui e Boro Jovanovic (classe 1939) e io con Beppino Bonardi, in due tornei internazionali disputati a Firenze e a Viareggio. Nel primo duello Bonardi e io vincevamo 4-1 al terzo set, ma finimmo per perdere. Jovanovic, croato di Zagabria, era stato finalista di doppio con Niki Pilic a Wimbledon nel 1962. I due “jugoslavi” erano chiaramente più forti di noi. Forse ci avevano preso un po’ sottogamba nel primo incontro dove rischiarono di perdere. Ma nel secondo non ci dettero chance.

Candidati a succedere Franulovic sono due ex uomini ATP, entrambi inglesi, Chris Kermode, ex chairman ATP per 6 anni (predecessore di Andrea Gaudenzi) e dal 2020 vice presidente dell’organizzazione professionistica del Triathlon (che ho incontrato nei giorni scorsi qui…) e in alternativa David Massey che oggi è il direttore aggiunto in rappresentanza del Country Club di Montecarlo e che sembra avere più chances di succedere a Franulovic, perché da tempo abita nel Principato, ha moglie francese e tre figli, oltre ad avere un ottimo rapporto personale con la baronessina Melanie de Massy, figlia di Elizabeth-Ann de Massy scomparsa il 10 giugno 2020 che è stata a lungo presidente del Monte-Carlo Country Club e della Federazione monegasca di tennis. Ovviamente Melanie potrebbe avere una grande influenza sulla decisione finale. Il Principato è molto vicino all’ATP, che ha qui la sua sede europea, però anche se tiene ovviamente a collaborare con l’ATP, perché rappresenta un indubbio vantaggio, vorrebbe anche cercare di mantenere una propria autonomia, sia pure mantenendo un certo equilibrio. In questo senso forse David Massey, ATP vice presidente Europa già nel 2010 e fino al 2019, sembra garantire maggiore indipendenza. Per quel poco che lo conosco personalmente, avendoci parlato in questi giorni ne ho ricavato un’ottima impressione. Massey aveva frequentato 4 anni di università a Bristol. All’inizio era un internista volontario e non pagato all’ATP.

Kermode è molto politico, e io con i “politici” ho spesso meno simpatia perché troppo spesso non ti dicono la verità e sembra che ti prendano per uno sprovveduto quando vogliono persuaderti che gli asini volano.

Kermode divenne ATP CEO nel novembre 2013 per succedere a Brad Drewett morto di ASL (sclerosi laterale amiotrofica) nel maggio 2013. I suoi tre anni cominciarono il 1° gennaio 2014. Il 7 marzo 2019 l’Atp annunciò che Kermode avrebbe lasciato il suo posto alla fine dell’anno. Un articolo di ESPN parlò di “un colpo di Stato” organizzato da Djokovic. Seguendo una modesta carriera come tennista dall’85 all’88 Kermode ha fatto il coach di tennis e poi è diventato direttore del torneo del Queen’s. Dal 2009 al 2014 è stato il direttore delle finali ATP di Londra.

Kermode fu spinto fuori dall’ATP, sebbene gradito al gruppo di Federer e Nadal, anche e soprattutto dal gruppo dei “rivoltosi” capitanati da Novak Djokovic e Vasek Pospisil e confluiti nella PPTA anche se Kermode, da buon politico appunto ammise allora che “la creazione della PTPA è frutto di un vero senso di frustrazione. Spesso il consiglio dei giocatori è solidale e propone idee valide per la maggioranza dei tennisti perché rispondono a un bisogno, ma quando sono proposte al consiglio dell’ATP vengono respinte dai direttori dei tornei. E i giocatori hanno l’impressione di non essere ascoltati. È per questo che lui parla di indipendenza. E su questo punto ha ragione: gli interessi di un top10 e di un top 100 non sono identici, e tantomeno con quelli dei diversi direttori dei tornei.”

Ciò detto però Kermode poteva vantare ottimi risultati economici per il circuito: nel 2014, suo primo anno in carica il prize money totale, escludendo gli Slam superava di poco i 90 milioni di dollari. Nel 2018 era salito a 139,4 milioni.  Sono argomenti che spesso fanno presa, anche se le circostanze che possono influire sono diverse. Di certo Andrea Gaudenzi, con l’arrivo della pandemia COVID, non ha goduto della stessa fortuna.

C’è chi non esclude l’ipotesi di proseguire la tradizione di una co-direzione, con insieme Kermode e Massey, ma quella precedente derivava dal fatto che Franulovic non abitava sempre a Montecarlo e così c’era come rappresentanza monegasca Philippe Rialland, mentre Massey invece abita a Monaco.

Il tabellone completo di Montecarlo

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