Zverev e vesciche, Sinner quasi ce la fa: "Dura da digerire" (Crivelli). Jasmine e Camila show. L'Italia vede le Finals (Grilli). Sinner sei grande, Roma ti aspetta (Giammò). Sinner sfiora l'impresa (Azzolini). Paolini e Giorgi, è super Italia (Bertellino)

Rassegna stampa

Zverev e vesciche, Sinner quasi ce la fa: “Dura da digerire” (Crivelli). Jasmine e Camila show. L’Italia vede le Finals (Grilli). Sinner sei grande, Roma ti aspetta (Giammò). Sinner sfiora l’impresa (Azzolini). Paolini e Giorgi, è super Italia (Bertellino)

La rassegna stampa del 16 aprile 2022

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Zverev e vesciche, Sinner quasi ce la fa: “Dura da digerire” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Principeschi. Uno spettacolo degno di una corte reale e di gran lunga il miglior match del torneo, una battaglia palpitante e tiratissima che si risolve dopo 3 ore e 7 minuti di sciabolate senza sosta. Gode Zverev, si macera Sinner, sconfitto tra gli applausi del rivale e gli osanna del pubblico rimasto inchiodato sui seggiolini anziché lasciarsi ammaliare dalla tiepida e invogliante serata monegasca. Perde, Jannik, confermando la sua attuale, idiosincrasia tecnica per i giocatori piazzati tra i primi 5 del ranking (con questa, sono zero vittorie e 9 sconfitte), ma se si cercava una conferma sulle sue qualità di campione, una risposta sul processo di apprendimento del nuovo corso targato Vagnozzi, il messaggio è arrivato forte e chiaro: il livello è quello dei super top, è quello del rivale tedesco numero 3 del mondo, il vincitore delle Finals, che ha dovuto spremere una prestazione degna della settimana torinese di novembre per venire a capo di una partita complicatissima nella quale Sinner, una volta di più, si è ribellato all’idea della sconfitta. Risalendo da 1-4 nel primo set quando il pomeriggio sembrava in assoluto controllo di Sascha, e poi ancora da 2-1 e break a sfavore nel terzo, sfruttando una follia dell’avversario che sulla palla del game per salire 3-1 batte da sotto la prima, sbaglia e subito dopo commette doppio fallo; e infine dal 3-5 con Zverev che serve per il match ma si inchioda un po’ per colpa del suo braccino ma soprattutto per un paio di prodezze dell’azzurro, che continua a tirare a tutta forza e senza paura. Ottovolante Certo, il dritto largo su una palla comoda a metà campo che nel tiebreak offre a Sascha il match point potrà forse essere incasellato tra i rimpianti, ma in una sfida così emozionante e senza tregua tutti i punti hanno finito per pesare: «E stato come un ottovolante – commenterà Jan piuttosto abbacchiato, come comprensibile – in alcuni momenti ha avuto più occasioni lui, in altre la partita sembrava più dalla mia parte. Ovviamente è tosta da mandare giù, ma sono contento perché ancora una volta sono riuscito ad emergere dalle difficoltà. Ho dato tutto quello che avevo dentro, è stata comunque una bella partita e non serve a nulla voltarsi indietro e pensare alle situazioni in cui avrei potuto fare meglio: sono stati tanti i momenti chiave». E poi, come un ombra che aleggia su questi ultimi giorni di Jannik, rimane il guaio delle vesciche, che questa volta il numero 12 del mondo (ranking che conserverà anche lunedì, mentre nella Race ha superato Berrettini ed è a ridosso della top ten,11′) allontana con decisione («Non sono state un problema, non ho perso per quello») ma che evidentemente non è risolto se nel finire del match trascinava piuttosto vistosamente il piede destro e se proprio ieri è arrivata la decisione di cancellarsi dal torneo di Barcellona della prossima settimana (entra Musetti). Lavoro Servirà, a Sinner, una pausa attiva, non solo per trattare con più efficacia l’arto infortunato ma anche per trovare finalmente il tempo di una serie di allenamenti intensi con il nuovo coach senza dover pensare alla partita che verrà: «Posso essere soddisfatto del mio match con Zverev, ma ci sono tante cose che posso sistemare e l’unico segreto resta il lavoro». […] Nel suo intimo, c’è la giusta convinzione di poter ambire al numero uno e dunque ogni sua scelta e indirizzata all’obiettivo: «lo non ero uno di quei ragazzini che stava sul letto e sognava un giorno di vincere il Roland Garros o Wimbledon. Io ho sempre fatto un passo per volta, ho sempre cercato di migliorami partita dopo partita, di fissare un traguardo che fosse adeguato alla mia forza del momento». Da Montecarlo esce un Rosso decisamente rafforzato. Ai posteri la sentenza sulle prossime vittorie.

Jasmine e Camila show. L’Italia vede le finali (Massimo Grilli, Il Corriere dello Sport)

La grinta di Jasmin e il sorriso maliardo di Camila. In questo venerdì di passione azzurra le nostre donne rispondono così dal Tennis Club Alghero (quasi 2500 spettatori in tribuna, si è giocato sul Green Set) alla malinconia per la sconfitta di Sinner a Montecarlo. Nei play off che conducono alla fase finale della Billie Jean Kmg Cup – ex Federation Cup – siamo in vantaggio per due a zero sulla Francia, a un passo quindi dal rientrare nella serie A del tennis femminile, dove manchiamo dal 2016, quando perdemmo nei quarti di finale proprio contra la Francia (1-4 a Marsiglia). […]. «Speravo di vincere ma erano due partite molto difficili – la morale della capitana Garbin – ora però la concentrazione deve restare altissima. Siamo avanti ma dobbiamo pensare di essere ancora sullo 0-0». RIMONTA PAOLIN La ventiseienne toscana ha avuto ragione della veterana Cornet (numero 34), capace di arrivare quest’anno nei quarti di finale degli Open d’Australia ma vittoriosa nei singolari di coppa solo 5 volte in 21 incontri – al termine di una battaglia da fondo campo durata due ore e 19 minuti, reagendo bene a un inizio disastroso (0-4 in un quarto d’ora e poi 2-6) e soprattutto annullando due match point sul 4-5 del terzo set (sopravvivendo anche alla singolare rottura e successiva sostituzione del laccio di una scarpa, prima della seconda palla gara) per poi dominare il tie break «Bellissimo vincere davanti a questo pubblico. Ho iniziato male per la tensione – ha detto a fine gara – ma game dopo game mi sono sbloccata. In questa coppa avevo sempre avuto difficoltà a esprimermi al meglio, sono strafelice». MARTELLO GIORGI. Non giocava dal primn marzo e l’ultima partita vinta risaliva addirittura al 19 gennaio. Finalmente rientrato problema al polso, Giorgi ha impiegato pochi minuti per togliersi di dosso la ruggine dovuta alla lunga inattività, il tempo di annullare nel primo gioco cinque palle break alla Dodin (numero 94), che ha incautamente provato a giocare a braccio di ferro con la trentenne marchigiana. Sistemato il mirino dei suoi colpi da fondocampo, Camila ha cominciato a sferrare bordate su bordate, tutte o quasi felicemente dentro le righe, chiudendo la sua fatica dopo appena 64 minuti. «Bello rientrare così dopo tanto tempo senza giocare – le sue prime parole – sono stata solida in tutti i lati del campo e ogni volta che ne ho avuto l’occasione sono scesa a rete. Sono contenta soprattutto del dritto, ha funzionato proprio bene». Oggi Camila avvierà la seconda giornata di gare a mezzogiorno contro Cornet, con cui è in vantaggio 5-2 nei precedenti (ma l’ultima sconfitta è datata 2014). Nessun precedente, invece, tra Paolini e Dodin. Forza azzurre, le finali ci aspettano

Sinner sei grande, Roma ti aspetta (Roland Giammò, Il Corriere dello Sport)

Quella contro Sinner era una partita che Zverev voleva vincere a modo suo. Di forza e con l’autorevolezza con cui in una novantina di minuti si era disfatto dei suoi due primi avversari. Gliene sono serviti altri novantacinque invece prima di riuscire a piegare la resistenza dell’italiano, al termine di una partita durata più di tre ore – 5-7, 6-3, 7-6(5) – che per Sinner si era messa subito in salita. Pronti via e se con Rublev a rivelarsi fatale era stata il suo primo turno di servizio, stavolta è al terzo game che Sinner concede il vantaggio al suo rivale, bravo a consolidarlo poco dopo così da ritrovarsi sul 4-1 in suo favore in poco più di un quarto d’ora di gioco. In quel momento, di fronte a uno Zverev affatto sudato e in totale controllo del campo (dodici punti consecutivi per lui tra il terzo e il quinto game), per Sinner-le strade erano due: accettare quella differenza o provare a colmarla. Il ventenne azzurro ha scelto la seconda. E da li in poi ha iniziato a dar vita a una partita in cui ha risposto colpo su colpo alle iniziative del tedesco. […]. Alto due metri e da li abituato a scuotere i suoi avversari, Zverev ha visto raccolta a viso aperto la sua sfida da un avversario cui non incuteva alcuna soggezione. Di più: un avversario che continuava a fargli piovere in campo passanti e traiettorie come battute di un copione su cui non si era preparato e a cui doveva rispondere. Con Zverev intento a riordinare le idee, Sinner è riuscito a costruirsi altre quattro palle break e di lì ad andare al servizio per chiudere il parziale. Soluzioni, Zverev, non sembrava averne nemmeno in avvio di secondo set. Anzi. Il medical time out da lui chiamato per verificare un dolore alla coscia destra, sembrava il suono della campanella che segnala ai corridori l’ultimo chilometro della corsa. E invece la corsa era tutt’altro che conclusa. Quei tre minuti è come se avessero spezzato l’incantesimo e il flusso in cui Sinner era immerso, restituendo alla partita uno Zverev ora rinfrancato, più solido e sicuro, e in completo controllo degli scambi. Risultato: 6-3 per lui e tutto rinviato al terzo. Abbandonato dal servizio e con di fronte il n. 3 del mondo riuscito finalmente a mettere la partita sui suoi binari preferiti, Sinner si è ritrovato subito a inseguire. Per dieci lunghi minuti il gioco del tedesco non ha contemplato l’errore: volée, accelerazioni, rovesci lungolinea. Ed è stato allora che la sua sicurezza s’è fatta presunzione: avanti 2-1, 40-15, Zverev ha prima servito dal basso per poi sparare una seconda oltre i duecento km/h. Tutt’altro che chiuso, il game si è prolungato per altri sei punti al termine dei quali Sinner ha ottenuto il controbreak mentre Zverev si puntava il dito alla tempia. Dopo aver trasformato la sua dodicesima e ultima palla break affidando al tiebreak l’esito della contesa, vittoria o sconfitta non avrebbero cambiato il giudizio sulla prestazione offerta da Sinner. Che la salita verso la vetta fosse erta, si sapeva. Che occorresse tempo per arrivarci anche. Montecarlo ha confermato che la strada è però quella giusta. «Peccato – ha dichiarato Sinner in conferenza stampa – Ci sono stati tanti momenti chiave. Difficile dire ora che cosa avrei potuto fare di diverso, ma credo di aver fatto anche tante cose buone. Poteva vincerla lui, potevo vincerla io. Adesso c’è da lavorare e vediamo i prossimi programmi». […] Prima del Masters1000 di Madrid (18/5), i tornei di Monaco e dell’Estoril potrebbero essere l’ultimo rodaggio, altrimenti si punterà alla Spagna e da lì alla marcia d’avvicinamento verso gli Internazionali d’Italia.

Sinner sfiora l’impresa (Daniele Azzolini, Tuttosport)

«Sono matto», dice Sascha. Lo fa tamburellando con il dito sulla tempia, rivolto al proprio angolo. […] Eccome… Un matto vincente, magari di nuovo in una semifinale “Mille’; la seconda nel Principauté, dopo aver battuto un Jannik Sinner eroico ed emozionante giusto sul filo di lana. Matto, o peggio, Aleksandr Aleksandrovic Zverev detto Sascha, più volte nel corso del quarto di finale si è dimostrato il miglior amico di Jannik, e il dato è oltremodo rievante, perché i due, dal primo match del Roland Garros, due anni fa, si sono sempre guardati in cagnesco. A Zverev il roscetto non piacque a prima vista. Fu un incontro tra predestinati. A Sascha bastó frodarlo un attimo per capire che quel ragazzino gli avrebbe attraversato più volte la strada, negli anni a seguire, con tutta l’intenzione di farlo deragliare. A Sinner invece andarono di traverso le dichiarazioni del tedesco dopo la sconfitta: «Stavo male, avevo la febbre, 40 gradi». […]. Siamo sul 2-1 del terzo set; e Zverev ha da poco ottenuto il break. Fila via fino al 4015 di un game che promette di aprirgli la strada perla vittoria. Un’autostrada, per meglio dire. È il momento di trarne a riva la rete nella quale Sinner si dibatte da un po’ e Aleksandr che fa? Serve da sotto. E sbaglia per giunta. Ma non da poco, di due metri La sensibilità non è il suo forte, pazienza. Però s’inalbera per l’errore, e decide di punire Sinner con una seconda palla assassina. Infatti la spara a208 chilometri orari. Fuori, ovviamente. Doppio fallo. Stordito commette un nuovo errore e regala il contro break a Sinner. I due sono in campo già da oltre due ore. E Sascha sembra avere appena deciso di rilanciare Semola… un grande, Sinner. Un ragazzo speciale, un tennista destinato ad alti traguardi. Gioca zoppicando, con una vescica al piede che sembra un cratere. […] Fino a creare un fronte di resistenza che Zverev subisce come un insulto, sul quale, nell’arco di 3 ore e7 minuti (tanto è durato lo scontro), finirà per sbatterci la testa un’infinità di volée. Subendo tre rimonte che stavano per invertire l’aire del match. Dal 4-1 Zverev al 4 pari nel primo set. Dal 2-1, 40-15 nel secondo, grazie alla pazzia già descritta. E ancora sul 5-4 del terzo, con il tedesco alla battuta per la vittoria. E Sinner di nuovo in grado di fargli lo sgambetto e riprenderlo. Eppure, anche Sinner ha le sue colpe, in questa sconfitta che forse lo farà un po’ soffrire, ma certo aggiunge meriti da strenuo combattente alle molte doti tecniche che già gli vengono riconosciute. Troppe volte si è trovato a far baruffa con Zverev da fondo campo, tentando di aprirsi un varco nell’accanita difesa del tedesco. Scambi da ventiquattro colpi, e anche di più. Una fatica inutile, perché Zverev lo batti se gli crei confusione. Il tedesco è, al momento, la più perfetta macchina da tennis che vi sia in circolazione. […]. Ha tutto, Sascha. Ma è incapace di andare oltre il predominio che gli consente la propria supremazia fisica. Spesso gli è sufficiente. Però se l’invito che giunge dall’avversario è perentorio, e gli impone di fare scelte diverse, e di capire a che tennis si stia giocando, allora Zverev non sembra così attrezzato per risolvere il rebus. E cade negli errori che anche ieri si sono visti. Quelli tecnici, e quelli della testa. Così, il match – se non il più bello, certo il più accanito e ricco di scossoni, in questi primi tre mesi e mezzo di tennis – si è risolto al tie break del terzo set al quale Sascha è giunto con un’unica certezza, quella di disporsi in trincea a ribattere tutto il possibile. Gli è andata bene, ma solo perché il giovane Semola vi è giunto a pezzi. Sul 5 pari, un errore di Sinner (evitabile, probabilmente, ma come si fa a fargliene una colpa dopo un match del genere?)ha fatto la differenza. Sei a cinque, servizio di Zverev e vittoria. Il parco dei semifinalisti vede ora in Zverev l’uomo da battere, È il numero tre del mondo e punta in alto, verso un Djokovic a scartamento ridotto e un Medvedev in officina. Uno dei due finalisti verrà dalla “semi” non proprio nobilissima fra Grigor Dimitrov e Alejandro Davidovich Fokina ll bulgaro ha messo fuori Hurkacz, lo spagnolo (di origini russe) ha spento il sogno americano di Fritz, esausto al traguardo.

Paolini e Giorgi. E’ super Italia (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Un’Italia perfetta è protagonista della giornata da sogno in Billie Jean Kng Cup, sul veloce di Alghero. […]. Jasmine Paolini ha portato il punto dell’1-0. Un successo voluto, inseguito, sigillato al tie-break del 3° set, dominato peraltro, contro l’esperta Alizé Cornet che in carriera l’aveva sempre battuta. La toscana, n. 2 d’Italia e 48 Wta, é partita come bloccata dalla tensione e in grande difficoltà contro il ritmo forsennato della francese (0-4). Dallo 0-4, però, Jasmine si è poco alla volta sciolta, pur perdendo il primo set. Nel 2°,dopo aver subito il break, l’azzurra ha infilato 6 giochi consecutivi e pareggiato i conti. In altalena la terza frazione, Jasmine ancora in ritardo di un break ma capace di reagire annullando anche 2 match point all’avversaria nel decimo gioco. Nel tie-break l’allieva di coach Renzo Furlan, presente sulla panchina azzurra, ha comandato dall’inizio incassando anche gli errori della francese: «Un’emozione incredibile davanti a questo pubblico. Sono partita con tanta tensione, colpi trattenuti e corti, poi mi sono tranquillizzata e ho trovato il ritmo. Nel terzo set è successo di tutto, due volte ho avuto problemi con i lacci delle scarpe, ho sofferto e messo in campo il cuore. Sono molto felice anche perché in passato non ero mai riuscita a fare la differenza e a esprimermi al meglio in questa competizione. Spazio poi a Camila Giorgi contro Oceane Dodin. […]. Camila in formato-Montreal non ha sbagliato una scelta, a dispetto dei due precedenti che dicevano Dodin, e ha chiuso la pratica in 64′: «Sono stata molto solida in ogni parte del campo, scendendo a rete appena potevo, è bello rientrare così dopo un periodo di stop». Tathian Garbin è soddisfatta, ma come deve fare un capitano, frena gli entusiasmi: «Sono contentissima della prestazione delle ragazze e del vantaggio acquisito. Ora dovremo ripartire come se fossimo sullo 0-0. Parlando delle singole prestazioni, Jasmine ha iniziato contratta ma è stata bravissima a battere anche la tensione. Quando Camila ha le idee chiare è difficile batterla per chiunque. Eccezionale la risposta del pubblico e la forza del nostro gruppo, con tutte le ragazze disposte in panchina a tifare per le loro colleghe». Oggi si riparte alle 12 con Camila Giorgi e Alizè Cornet, rispettive n.1, poi Paolini-Dodin e l’eventuale doppio (annunciate Bronzetti e Trevisan). Tutto in diretta su Supertennis tv.

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