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WTA Madrid, l’ultimo quarto di finale sarà Teichmann-Kalinina, out Raducanu
Con l’eliminazione di Rybakina e Raducanu si completa il quadro dei quarti femminili. Un’occasione incredibile tanto per la svizzera quanto per l’ucraina

Sotto il tetto dello Stadium 3, tra Jil Belen Teichmann e Elena Rybakina è battaglia solo per i primi quattro giochi. La svizzera prende poi il largo, vincendo dieci degli ultimi dodici game e centrando il suo secondo quarto stagionale. Partita ben più lottata tra Anhelina Kalinina e Emma Raducanu, che danno vita ad una grande battaglia in cui, alla fine, a prevalere è la maggior sfrontatezza dell’ucraina. È il primo quarto di finale in carriera a livello “1000” per lei, che proprio come Teichmann avrà una grande occasione per centrare un’inaspettata semifinale.
J. Teichmann b. [16] E. Rybakina 6-3 6-1
L’avvio di match è piuttosto equilibrato, con le due giocatrici che tengono i primi rispettivi due turni di battuta senza troppi problemi. Le prime crepe si intravedono nel gioco di Rybakina, che nel quinto gioco deve cedere a 15 il servizio. La kazaka fatica non solo in battuta ma anche durante lo scambio, con la svizzera che invece è particolarmente ispirata. La numero 35 WTA annulla una possibilità di immediato controbreak in favore di Rybakina, per quella che resterà l’unica chance di break del set per la testa di serie numero 16. Teichmann sale così 4-2, aiutata anche da un servizio in grande spolvero (tre ace nel primo parziale). Sono davvero troppi i non forzati della kazaka (18, contro i 12 della sua avversaria), che perde a 15 la battuta anche nel nono gioco, consegnando 6-3 il primo set alla svizzera.
Dopo una fase di attesa per un medical time out chiesto da Rybakina, il secondo parziale inizia con qualche speranza per la numero 18 del ranking, che rimonta il primo gioco da 40-15, trascinandolo ai vantaggi. Qui, però, la mancina nativa di Barcellona si salva con il servizio e allunga 2-0 alla terza opportunità. Più lo scambio si protrae e più diventa difficile per la kazaka mantenerne le redini, che sfoga la sua frustrazione scagliando a terra la racchetta e rimediando un warning. Teichmann prova ad allungare e ci riesce, non prima però di aver annullato una palla break con un dritto lungolinea coraggioso. Proprio con questo colpo la svizzera fa la differenza, conquistando il settimo game su otto disputati dal 2-2 del primo set, vero spartiacque di questa partita. L’ultimo treno per Rybakina passa nel quinto gioco, quando ha un’occasione di break per rientrare, splendidamente annullata però dalla svizzera con un bel recupero incrociato di rovescio. La partita, di fatto, si chiude in quell’istantanea: nel game successivo Teichmann ottiene un altro break, andando a servire per il match sul 5-1. La numero 35 del mondo ha però un passaggio a vuoto, il primo davvero importante nel match, con cui concede tre palle break consecutive alla sua avversaria, anche per via di due doppi falli da destra. Rybakina però conferma la totale mancanza di lucidità sulle occasioni in risposta (0/6 sulle palle break nel match), fallendo tre risposte e cedendo 6-3 6-1 in una partita in cui ha davvero concesso troppo. Continua dunque la corsa Teichmann, che non ha ancora perso un set contro avversarie del calibro di Kvitova, Fernandez e appunto Rybakina. Ad attenderla ai quarti di finale ci sarà Anhelina Kalinina, che gioca un grandissimo primo set e resiste coi nervi nel terzo per avere la meglio su Emma Raducanu.
A. Kalinina b. [9] E. Raducanu 6-2 2-6 6-4
Fin dai primissimi scambi la britannica è costretta ad inseguire, perdendo subito il servizio a zero in apertura di match. Al contrario, Kalinina è molto centrata, sbaglia pochissimo e nei suoi primi turni di battuta concede le briciole. Dopo appena un punto conquistato nei primi nove disputati, anche la Raducanu entra pian piano in partita, iniziando a comandare gli scambi nei propri turni di battuta. In risposta, tuttavia, la testa di serie numero nove fatica a trovare continuità, più per meriti della sua avversaria che per demeriti propri. Una piccola prima chance arriva nel sesto game sul 30 pari, ma l’ucraina è brava ad affidarsi al servizio per salire 4-2. Kalinina si muove molto bene, disegna il campo e fa spesso la differenza con il rovescio incrociato, colpo che le regala diversi punti. Sono ben tre i vincenti soltanto nel settimo game, che le consegnano due opportunità per andare a servire per il primo set. La numero 37 WTA le vanifica entrambe con due rari errori, entrambi in risposta, ma alla terza occasione non perdona. Per la seconda volta nel game Raducanu sbaglia la direzione dell’attacco, viene punita da uno splendido lob dell’ucraina che chiude poi con lo smash successivo. A Kalinina riesce praticamente tutto, inclusa una demi-volée da fondo campo (vincente) su una frustata in risposta della britannica. Il 6-2 del primo set in suo favore è solo la logica conseguenza di un parziale perfetto, sublimato da 13 vincenti e 3 soli non forzati.
Dopo un medical time out, Raducanu si presenta subito con due vincenti di dritto, passa a condurre per la prima volta nel match e, nel secondo game, si conquista le prime palle break della sua partita. Kalinina commette tanti gratuiti in un gioco quanti nell’intero primo set, cedendo la battuta alla britannica, che sale 2-0. Dopo un rapido scambio di break, alla seconda occasione la numero 11 del ranking riesce a confermare il vantaggio, passando a condurre 4-1. È decisamente un’altra partita: l’ucraina abbandona via via gli standard elevatissimi del primo set, mentre la britannica alza notevolmente il livello, riducendo al minimo gli errori. Kalinina rischia grosso, finendo subito sotto 0-30 e ma riuscendo a salvarsi grazie a tre vincenti importanti. Nel gioco successivo, è Raducanu a dover inseguire, recuperando da 15-30 dopo uno scambio prolungato e ad alta intensità e salendo 5-2. È il preludio del definitivo 6-2 del secondo set, al termine del quale la giovane diciannovenne si lascia andare in un urlo liberatorio, in un parziale in cui ha commesso appena un errore gratuito (a fronte di 8 vincenti).
Il terzo set si apre con un labile equilibrio destinato presto a crollare e, inaspettatamente, la prima a cedere è Raducanu. Nel terzo game, la testa di serie numero nove concede tre chance di break consecutive a Kalinina, che torna a fare la differenza con il rovescio incrociato e a macinare diversi punti importanti su quella diagonale, che le valgono il 3-1. La numero 37 del mondo ricomincia a produrre vincenti da ogni angolo del campo, ricevendo anche i complimenti della sua avversaria e costruendosi altre due opportunità per incrementare ancor di più il vantaggio. Alla terza occasione, Raducanu riesce a salvarsi e, anche grazie ad uno straordinario rovescio lungolinea, completa la rimonta e aggancia la sua avversaria sul 3-3. La partita si fa sempre più tesa, aumentano gli errori da ambo le parti e sul 4-4 la vincitrice dell’ultimo US Open deve fronteggiare due pericolosissime palle break non consecutive. Con il servizio Raducanu annulla la prima, ma conferma un calo fisico intravisto già da qualche game e, alla seconda chance, Kalinina trova un cross di rovescio strettissimo, che la spedisce al servizio per il match sul 5-4. La tensione è altissima, ma sembra che l’ucraina abbia quel pizzico di incoscienza in più che, alla fine, le permetterà di portare a casa la partita. Come quando, sul secondo match point, si inventa una palla corta non certo giocata alla perfezione, ma che coglie di sorpresa Raducanu, che arriva in maniera scomoda e nulla può sulla successiva volée, terminata in corridoio. Finisce 6-2 2-6 6-4 in favore di Kalinina, al primo quarto di finale in un WTA1000 della carriera: ad attenderla, come detto sopra, ci sarà Jil Belen Teichmann.
Il tabellone femminile del torneo di Madrid
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Laver Cup: trionfa il Team World con la vittoria in doppio di Tiafoe e Shelton
Il Resto del Mondo bissa il successo del 2022 imponendosi per 13-2. Un solo match vinto dall’Europa, con Ruud nella seconda giornata, e chiusura anticipata dei giochi nel Day 3

Resto del Mondo b. Europa 13-2
Forte del 10-2 maturato al termine della seconda giornata, al Team World bastava una sola vittoria per mettere le mani sul titolo ed è stata portata dal doppio formato da Frances Tiafoe e Ben Shelton che si sono imposti su Andrey Rublev e Hubert Hurkacz per 7-6(4) 7-6(5) in oltre un’ora e mezza di tennis godibile.
Proibitivo il compito dell’Europa alla quale era richiesto un complicato quattro su quattro per ribaltare la situazione nel Day 3, quando ogni match vale tre punti. Oppure, in subordine, di non perdere il doppio iniziale, così da prolungare lo spettacolo. Invece, alla squadra capitanata da Bjorn Borg non è riuscito neanche il compito minimo perché Rublev e Hurkacz si sono arresi in due tie-break a Tiafoe e Shelton nella sfida che ha aperto il programma. Annullati quindi i tre singolari “potenzialmente” previsti, quelli con Ruud, Rublev e Hurkacz opposti rispettivamente a Fritz, Tiafoe e Auger-Aliassime, vanno in campo per un doppio gli alternate Eubanks/Raonic contro Fils/Davidovich Fokina. Un doppio che è un dead rubber – in italiano, incontro individuale inutile ai fini della vittoria dell’incontro fra le due squadre. Ma può davvero diventare “inutile” un match di un’esibizione ancorché ufficiale?
Con il 13-2 finale che “vendica” la débacle (14-1) di due anni fa a Boston, il Resto del Mondo – in questa edizione quattro statunitensi più Auger-Aliassime e Fran Cerundolo – bissa così il successo del 2022 a Londra dopo le quattro vittorie europee: possiamo allora parlare di un’aria di cambiamento negli equilibri mondiali? Per adesso, l’unico top 10 non europeo presente nel ranking è il numero 8 Taylor Fritz e a Vancouver mancavano i primi cinque del mondo.
B. Shelton / F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz / A. Rublev (Team Europe) 7-6(4) 7-6(5)
Coppie schierate con il colpo migliore di ognuno al centro, parte Hurkacz in battuta, trascinato ai vantaggi, poi Shelton pareggia senza problemi. Hubi protagonista al quarto gioco con tre bei punti, ma due volte da sinistra Rublev non risponde sulla palla break. È un doppio piuttosto diverso da quelli giocati dagli specialisti del Tour, ogni tanto qualcuno si ritrova fuori posizione, ma la coppia al servizio continua a fare il proprio dovere e il pubblico apprezza qualche scambio divertente, come quello che apre l’undicesimo gioco.
Il tie-break va alla squadra capitanata di John McEnroe, con un notevole ace in slice di Shelton verso il corpo di Andrey che vale il doppio set point a separare due volée da dimenticare – una a testa – dei ragazzi di Borg.
Hurkacz non ci sta e prova a vincerla da solo andando a cercare la palla come se non ci fossero né un domani né soprattutto un Rublev al suo fianco. Il polacco non ottiene quanto sperato e si tranquillizza il giusto.
La qualità del match è ottima, nessuna chance per la risposta ed è di nuovo tie-break. Un gran punto di Hubi manda Rublev a servire sul 5-4, ma la pressione di Tiafoe e un nastro fortunatissimo offrono il Laver Cup point al Team World, trasformato con la volée bassa che a Hurkacz non passa: 13-2 e tutti a casa. Dopo i festeggiamenti, s’intende.
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Rybakina critica la WTA: “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento”
Niente bye a Elena Rybakina al WTA di Tokyo nonostante sia la terza testa di serie, “sorpassata” da Sakkari e Garcia in virtù di una regola non nuova ma forse neanche esistente

Non fortunatissima con ranking, tabelloni e seeding, Elena Rybakina, che non ha ricevuto uno dei quattro bye al primo turno del WTA 500 di Tokyo nonostante fosse – e sia – la terza testa di serie al Toray Pan Pacific Open in programma a partire da lunedì 25 settembre. Esclusione che ha commentato piccata su Instagram.
Già lo scorso anno Rybakina aveva detto di non sentirsi la vincitrice di Wimbledon per via dei 2000 punti mancanti in seguito alla decisione della WTA di non assegnarli all’AELTC. Di conseguenza, niente balzo in classifica né Finals, con l’ulteriore beffa che, a differenza del regolamento ATP, quello del Tour femminile non prevede un posto al Master per la vincitrice Slam tra arrivata tra l’ottava e la ventesima posizione. Quest’anno, invece, aveva puntato il dito contro la WTA a Montreal dopo il suo match con Kasatkina, iniziato dopo le 23 e terminato quasi alle 3. “Poco professionale da parte – non direi del torneo perché penso che il ruolo fondamentale sia della WTA in questo caso” aveva detto al riguardo. “La dirigenza è debole al momento, ma speriamo che cambi qualcosa perché quest’anno ci sono state molte situazioni che proprio non capisco”. Elena sarebbe poi stata sconfitta nella semifinale canadese, al secondo match in quel di Cincinnati e al terzo turno (dopo un walkover) allo US Open, ultimo torneo disputato.
Decisamente meno pesante come conseguenze eppure piuttosto ambiguo dal punto di vista regolamentare è appunto l’episodio di questi giorni, sempre a seguito di una decisione dell’Associazione del Tennis delle Donne. Terza testa di serie a Tokyo, dicevamo, Elena giocherà il primo turno contro Linda Noskova invece di partire dal secondo turno, ciò a dispetto dei quattro bye inseriti in tabellone e che, naturalmente, vanno assegnati alle teste di serie secondo l’ordine discendente. “Performance bye” ha commentato su un storia di Instagram sopra al tabellone di Tokyo. “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento. Fantastiche decisioni come sempre @WTA”. Con tanto di applauso, clown e tendone del circo…

La spiegazione di quanto accaduto risiede nelle prime due parole della kazaka: a Sakkari e Garcia, dietro di lei in classifica, sono stati assegnati due “perfomance bye” in quanto semifinaliste a Guadalajara e i due restanti sono andati alle prime due del seeding, Swiatek e Pegula. Sakkari, quarta del seeding, sarebbe stata esentata dal primo turno anche senza questo tipo di bye; Garcia invece è quinta. Ma cos’è un performance bye?
È quello, chiariscono le WTA Rules aggiornate al 19 settembre scorso, “assegnato alla giocatrice sulla base della prestazione della settimana precedente, come stabilito dalla WTA in fase di approvazione del calendario e delle dimensioni dei tabelloni”. Quindi non sembrano un’invenzione dell’ultimo momento, anzi, in passato erano previsti anche per le finaliste di Anversa che avrebbero preso parte al Premier 5 di Dubai. Andando però a leggere il Regolamento WTA aggiornato al 19 settembre scorso, nell’articolo relativo ai bye si legge solo di quattro perfomance bye da assegnare alle semifinaliste del 1000 di Wuhan (peraltro, se Pechino è tornato in calendario quest’anno, Wuhan continua la sua assenza). Nessun accenno a Guadalajara/Tokyo.
Nell’inevitabile discussione su Twitter è intervenuta la doppista top 20 Nicole Melichar-Martinez, obiettando che “le regole non sono cambiate all’ultimo momento. L’informazione del performance bye era scritta nella scheda informativa del torneo…”.
Nella scheda di Guadalajara, almeno nel classico articolo della WTA “draws, dates, prize money and what you need to know”, non c’è traccia dei performance bye. Se ne parla invece in quella del Toray Pan Pacific Open, datata 15 settembre: “Le prime teste di serie, da quattro a sei (in attesa dei performance bye in base ai risultati di Guadalajara), riceveranno un bye al primo turno”. Per prima cosa, dunque, che fine ha fatto la parte per cui sarebbero state sei? Inoltre, siamo moderatamente sicuri che esista una differenza tra “le regole” citate da Rybakina e Melichar-Martinez e un’informazione contenuta nella di quell’evento.
Ancora nessuna precisazione da parte della WTA, che tuttavia, poche ore dopo, ha twittato una foto di Elena: “La sua prima qualificazione alle WTA Finals. Elena Rybakina sarà a Cancun!”.
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ITF, David Haggerty rieletto Presidente
Terzo mandato consecutivo per Haggerty che riceve oltre il 70% dei voti

Con un’ampissima maggioranza che supera il 70% (per la precisione ha ottenuto il 72.94% di voti) David Haggerty è stato rieletto Presidente della International Tennis Federation. Per venir eletti erano necessari 219 voti su 436 e lui ne ha ricevuti 418. Questo sarà il terzo mandato da quattro anni per Haggerty a capo della ITF, alla fine dei quali non potrà più ricandidarsi dato che vige la regola di massimo tre mandati.
“Vorrei ringraziare i membri dell’ITF per aver riposto la loro fiducia in me per un ulteriore mandato. La nostra strategia di crescita sostenibile a lungo termine, ITF 2024, ha portato i finanziamenti dell’ITF per lo sviluppo del tennis quasi a raddoppiare in pochi anni dalla sua introduzione – queste le parole del 65enne americano. “Non vedo l’ora di lavorare a fianco del nostro esecutivo e del nostro consiglio di amministrazione per rivedere e aggiornare la nostra strategia per la prossima fase. Ci assicureremo di porre le competizioni dell’ITF su basi solide e continueremo ad alimentare gli investimenti nello sviluppo globale del nostro gioco per realizzare la missione del tennis dell’ITF per le generazioni future”.