Rassegna stampa
Rimandato in greco (Crivelli, Grilli). Progressi e paura (Azzolini). Djokovic resta numero 1 e inquadra la finale. Pure Zverev va di corsa (Cocchi). Bolelli e Fognini show, possono scrivere la storia (Grilli). Arrivederci Roma, Sinner dura un set, l’anca lo tradisce (Rossi, Martucci)
La rassegna stampa del 14 maggio 2022
Rimandato in greco (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Quella sporca dozzina. Il tabù non si scioglie, la maledizione continua: Sinner ancora una volta, la 12° appunto, non riesce a superare l’ostacolo di un top 5. […]. Anche con Tsitsipas, il quinto giocatore mondiale, non basta II valore comunque eccelso dello Jannik attuale, ma il primo set è li a rappresentare plasticamente cosa potrà diventare il Rosso di Sesto Pusteria quando la fioritura tecnica e atletica sarà completata. Rispetto alla stesa presa a gennaio contro l’Apollo greco in Australia, il match rimane sul filo per più di un’ora e Jan recupera da 3-0 sotto con l’aggressività da fondo, la lettura in risposta del servizio dell’avversario, l’uso sapiente della smorzata. Testa e Fisico. Come sempre accade quando impera l’equilibrio, sono un paio di punti a decidere il parziale, e succede nel tie break: il doppio fallo di Sinner sul 3-3 e seconda di servizio tenera sul 5-5, che permette a Stefanos una replica aggressiva seguita da una discesa a rete vincente. Con il set, però, finisce anche la partita, perché sul recupero provato nell’ultimo punto Jannik si procura un leggero infortunio alla gamba sinistra: «L’anca si è girata, sono andato subito negli spogliatoi e ho fatto dei massaggi con il fisioterapista, ma la situazione non è migliorata, ho sentito che qualcosa non andava. Nel secondo set purtroppo non sono riuscito a rendere al 100%. Quindi si può parlare di un primo set giocato nel modo giusto, ora vedrò cos’è successo e farò dei controlli». Al netto della sfortuna contingente, l’ora e 27′ in cui matura il risultato del set d’apertura, in cui Sinner ottiene due punti in più dell’avversario (56 a 54), testimonia che per livello del tennis l’azzurro sta già al piano superiore, e il gap con l’eccellenza è sostanzialmente fisico, soprattutto sotto il profilo della resistenza. E lui, profondo conoscitore di se stesso e del gioco, ne è consapevole: «Sappiamo tutti che devo migliorare in questo aspetto, non è una cosa nuova. Ci stiamo lavorando tanto. Una parte della differenza con i big è quella, anche perché quando tiro forte loro comunque rimangono lì. Dobbiamo solo capire come posso migliorare. Ma nell’altro senso, come gioco ci sono, anche se ci sono dettagli che posso migliorare. A Montecarlo ci è mancato poco per battere Zverev, e qui nel primo set ho avuto più occasioni di Tsitsipas». E se il precedente del confronto di Melbourne rappresentava un riferimento importante per misurare l’evoluzione di Jannik anche alla luce di ciò che accadde dopo, cioè il cambio di allenatore, il test di ieri si è rivelato confortante: «Tante cose, ho fatto tante cose giuste. Sono riuscito a mettere in campo ciò che avevo preparato e in passato poche volte ci sono riuscito così bene. Nel tie break lui ha giocato meglio il punto sul 5-5 dove però la mia seconda palla non era eccezionale. Avrei dovuto rischiare un po’ di più. Invece lui si è preso il punto e poi ha vinto il primo set con il servizio. Però ho avuto più opportunità io. Sentivo che avrei comunque potuto vincere, nel primo set da fondocampo ho giocato alla pari. Di quello che è accaduto nel secondo set è inutile parlare, con i se non si va da nessuna parte. Mi porto a casa un’ottima prima parte di match». Verso Parigi. Nell’ultimo game, Sinner si renderà pure protagonista di un bel gesto, facendo recapitare un paio di bottiglie d’acqua ai sanitari che stanno assistendo uno spettatore che ha accusato un malore, mentre il resto del pubblico rumoreggia perché l’arbitro conferma il punto del greco ottenuto mentre la tribuna chiedeva già la sospensione della partita. Sarà l’unico momento sopra le righe di un tifo calorosissimo ma molto corretto, con i cori ritmati a battezzare il nuovo eroe italiano. La passione della gente è un punto d’orgoglio per Jannik insieme agli indubbi progressi tecnici mostrati nella sfida: «Secondo me ci sono e cominciano a vedersi. Poi sono consapevole che devo ancora migliorare. Ho bisogno del mio tempo, in questo momento sono anche un po’ stanco perché ho giocato tanti tornei e credo di essere stato costante (quinta volta nell’anno ai quarti, ndr). Ora andiamo avanti così, a ricercare partite come questa». Prossima fermata il Roland Garros, il gigante che a Sinner affascina tanto: «Giocare tre su cinque mi piace, la partita più lunga ti dà margine per gestire meglio le strategie». Intanto, scampato il pericolo,Tsitsi lo accoglie in paradiso: «È stata una partita difficilissima, nel primo set ha avuto un eccellente piano di gioco, forse migliore del mio. lo non guardo la classifica. lui è un giocatore fortissimo e vale la top ten». Arrivederci a Parigi.
Sinner rimandato: “So dove migliorare” (Massimo Grilli, Il Corriere dello Sport)
Tsitsipas ha vinto, Sinner non ha demeritato. La sfida tanto attesa dei quarti di finale – che speravamo potesse nuovamente spingere un azzurro trai primi quattro del torneo, un anno dopo Sonego -è stata portata a casa dal campione greco, che ha dimostrato di essere ancora più forte del nostro campioncino, uscito sconfitto per l’ennesima volta in una sfida contro un Top Five della classifica.[…] Qualche passo in avanti piuttosto dovrà essere fatto sul piano fisico – gli acciacchi di Sinner in questa stagione sono stati fin troppi, e ieri ne abbiamo avuto una nuova dimostrazione – come anche bisognerà lavorare sul rendimento al servizio, non sempre incisivo quando servirebbe (ieri solo tre aces, contro i dieci di Tsitsipas). La gara ha avuto un percorso nettamente diviso in due parti, con un primo set lottatissimo, durato 87 minuti, dove il greco è stato sempre in vantaggio, ma che alla fine è stato deciso da un punto, sul 5-5 del tie break, quando Stefanos ha aggredito con il suo drittone la blanda seconda palla di Sinner chiudendo una facile volée, per poi farsi bastare il primo set point con un servizio robusto. Nel secondo set, dopo il medical time out chiesto da Sinner per un problema all’inguine sinistro, Jannik ha vinto il primo gioco per poi gradualmente sparire dalla partita, anche perché visibilmente in difficoltà negli spostamenti. «Sull’ultimo punto del tie break – ha spiegato in conferenza stampa – ho sentito l’anca sinistra girare. Ho chiamato il fisioterapista ma la situazione non è migliorata, e a quel punto non ero più al certo per cento. Peccato, perché avevo giocato bene il primo set e, chissà, avrei potuto ancora provare a far girare la partita. Problemi in vista del Roland Garros? Non credo, vediamo comunque nelle prossime ore come mi sento, farò altri controlli». BRACCIO DI FERRO. Nel primo set, chiuso al fotofinish, Sinner ha ottenuto più punti dell’avversario (56 contro 54) ma ha sempre dovuto inseguire, con Tsitsipas scappato subito sul 3-0 (dopo un terzo gioco durato un quarto d’ora) con palla del 4-0 e poi del 5-3. Qui Jannik è stato bravissimo a non farsi travolgere e a rispondere colpo su colpo al greco, beffandolo più volte con la smorzata, provando ad aggredire subito alla risposta, chiudendo qualche scambio con un rovescio lungolinea da applausi e chiamando il pubblico a fare da colonna sonora alle sue prodezze. «Nel primo set non sono partito bene però quando l’ho raggiunto ho avuto più occasioni di Stefanos – il rammarico di Jannik -soprattutto sul suo servizio. Sono contento perché ho applicato al meglio la strategia di gioco che avevamo preparato, purtroppo sul 5-5 non ho spinto il mio servizio come avrei dovuto fare e lui ne ha approfittato». Insomma, a sentirlo parlare il consuntivo di Sinner sembra positivo. «So che per battere i più forti devo migliorare sul piano fisico e alzare il livello di gioco, ma i progressi si vedono, e sono contento di andare ora a Parigi. Giocare sulla distanza dei tre set su cinque non mi dispiace, anzi». IL GRECO «Incredibile giocare in questa atmosfera ed essere riuscito a battere Jannik – le prime parole di Tsitsipas dopo l’incontro – sono contento soprattutto del mio livello di gioco nel tie break, sapevo esattamente cosa dovevo fare. Fisicamente mi sento molto bene, dopo l’operazione al gomito mi sono ripreso gradualmente e ora è tutto ok». Oggi lo aspetta Zverev, già sfidato negli ultimi due Master 1000, sempre in semifinale (ha vinto a Monte Carlo ed ha perso a Madrid). Nei confronti diretti il greco è in vantaggio per 7-4. «Mi aspetto la solita battaglia».
Progressi e paura (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Il concetto è semplice. Merita però di finire nero su bianco, servirà per tenerlo a mente le prossime volte. «La salute di una persona è più importante di una partita di tennis». A dirlo è Stefanos Tsitsipas, con parole altrettanto semplici, che gli fanno onore. Eppure su un episodio collaterale al match, ìl clima s’è arroventato, e davvero non ce n’era bisogno. E successo tra il primo e il secondo match point di una partita che aveva dato il meglio di sé nel primo set, il malore di una persona, nella fascia alta dello stadio, ha mosso il pubblico a richiamare l’attenzione e bloccare la disputa in campo. Sono intervenuti i medici, hanno stabilita le prime cure e deciso di portare via l’uomo in barella. Non facile in uno stadio a strapiombo, sono servite le forze dell’ordine. L’ incontro si è fermato per 11 minuti. Troppi? L’arbitro voleva far riprendere il gioco, ma il pubblico non era d’accordo. «Se c’è uno che soffre, ci si ferma», dice Jannik Sinner. «Fare finta di nulla sarebbe intollerabile». Prima la salute, poi la partita… Grinta da pirata, il greco aveva fallito il primo match point con una volée sghemba. Sinner era riuscito ad approfittarne, dandosi un’ultima chance con una palla break, e Tsitsi era stato bravo a cancellarla con un servizio vincente. […] Ma il match è sempre rimasto sulla racchetta di Tsitsi, che l’ ha chiuso per le vie spicce alla ripresa del gioco. Seconda semifinale romana per Stefanos. E nuovo confronto con Zverev, il primo a Roma. Grecia avanti 7 a 4, ma dal 2020 i due procedono in alternanza Una semifinale a Montecarlo per Tsitsipas, una a Madrid per Zverev, quest’anno. Secondo logica, il favorito di Roma è il greco. Chissà… Sinner se ne va acciaccato. Il primo set extra large, protrattosi un’ora e 27 minuti, ha squassato il fisico e l’animo. Il toilet break alla fine della mini maratona è servito per un intervento fisioterapico all’anca. Si sente dire che potrebbero esserci preoccupazioni per Parigi, ma non ci sono conferme, al momento. Piuttosto, restano le valutazioni per questo set lungo un intero match, che Sinner ha giocato alla pari con ilgreco che quattro mesi fa, a Melbourne, lo aveva passato nel tritatutto. E sono tutte positive. Per come è stato capace di riportarsi in parità dopo un inizio parecchio scostante. Per come ha organizzato le sue difese, nella parte centrale del primo set senza mai rinunciare a colpire con la smorzata, e con qualche coraggiosa avventura verso rete. […] Se Sinner indossasse per sbaglio gli abiti di Tsitsipas, finirebbe per somigliare a Totò. Ce l’ha messa tutta, Jannik E l’ha fatto grazie alle scelte operate, quasi tutte oculate, e non soltanto per reazione nervosa. Ha combattuto bene, ha cancellato il nulla di Melbourne, ha fatto intuire che nel proseguo i confronti con il greco potranno avere approdi diversi. Tsitsipas è stato più svelto in partenza, ma se è riuscito a sembrare straripante lo si deve alle difficoltà di Sinner con il servizio, un gap che ha influito sull’intero sistema di gioco. Tre a zero e palla per il 4-0, è stato lì che Semola si è ritrovato, come spesso gli capita quando la situazione sembra ormai senza sbocchi. Mostrandosi d’improvviso più calmo, ha guadagnato il primo punto e da lì i movimenti si sono fatti più fluidi, i colpi hanno cominciato a funzionare. Tsitsipas se n è accorto e su un rimbalzo anomalo della palla ha preteso che l’arbitro verificasse lo stato del campo. Mossa sbagliata, perché ha dato modo al pubblico di entrare in partita. Bordate di fischi per lui, e poi di applausi per il 15-40 e il successivo contro break di Sinner con un diritto che il greco neanche ha visto passare, seguito dal 3 pari. E l’orologio già segnava 43 minuti. Si va verso un tie break tutt’altro che scontato. Il match trasformato in battaglia. Sinner recupera un mini break ma ne concede un altro. Tsiitsipas non fa regali e chiude 7-5. Un’ora e 27… Forse un record. E sul tabellino di Sinner ci sono due punti in più. Il match finisce lì. Sinner subito in difficoltà. Non si muove bene, si tocca l’anca Cede la battuta all’inizio, e Tsitsipas prende le distanze. «Me la sono giocata alla part finché ho potuto», il commento di Jannik. «Questo problema all’anca mi ha spento le forze, ma fin li avevo giocato nel modo giusto. Poi, magari, avrei perso lo stesso. Sento che sto crescendo, se colpisco forte vedo i miei avversari in difficoltà. Ora farò degli esami, spero non sia niente di grave. Al Roland Garros ci tengo»
Djokovic resta numero 1 e inquadra la finale. Pure Zverev va di corsa (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
N ovak Djokovic fa 999, a un passo dal diventare il quinto giocatore della storia a toccare la vetta delle mille vittorie in carriera in compagnia dei sodali Federer e Nadal, ovviamente, e di Connors e Lendl. Ma soprattutto, superando Felix Auger-Aliassime 7-5 7-6 (1), si difende dall’assalto Daniil Medvedev al trono mondiale e mantie ne vivo il progetto di sollevare per la sesta volta il trofeo degli Internazionali. È un Foro Italico che ormai considera casa sua, a tal punto da fare anche le conferenze stampa in italiano. Ancora Casper Per la finale, però, dovrà vedersela con un Casper Ruud motivato e solido, che ieri ha battuto in due set Denis Shapovalov. Curiosa statistica: per Noie e il norvegese sarà il terzo confronto diretto, e tutti si sono giocati sul suolo italiano. I primo sempre in semifinale al Foro nel 2020, e l’ultimo alle Finals di Torino. Nell’altra semifinale va in scena Sascha Zverev contro Stefanos Tsitsipas atto terzo. Per la terza volta nel giro di poco più di un mese, il tedesco e il greco si affrontano per una finale sulla terra.[…]. Ex amici La loro è una rivalità che si potrebbe definire frizzante. Entrambi di origine russa, amici da ragazzini, la rivalità ha preso sempre più il sopravvento fino alla definitiva deflagrazione di Cincinnati 2021. Lì Sascha scatenò un putiferio per i toilet break del rivale greco e, non soddisfatto, ne scatenò un secondo per il vizietto di papà Apostolos di “suggerire” le mosse al figlio in campo. Addirittura disse che mentre Stefanos faceva la toeletta negli spogliatoi, il padre gli passava informazioni sul match via telefono. Cosa succederà oggi? Di sicuro i due, alla sfida numero 12, se le daranno di santa ragione. Stefanos, per conquistare il secondo 1000 sul rosso di fila, Sascha per bissare il titolo conquistato nel 2017 in finale contro Djokovic. Il primo 1000 della carriera. Il greco è in vantaggio 7-4 nei precedenti e sa che con Zverev non è mai facile: «Certamente è uno dei giocatori che più mi costringono a dare il meglio – ha detto dopo aver superato Sinner nei quarti -. Ha tanta esperienza, ha iniziato sul Tour molto prima di me. lo lo rispetto, non so se l’ho dimostrato, ma ho sicuramente molto rispetto per quello che ha fatto nello sport fino a ora». Nello sport, sia chiaro. Sarà un bel braccio di ferro che potrebbe allungarsi fino a Parigi, dove entrambi possono essere protagonisti. Soprattutto dopo l’uscita di scena di Rafa Nadal, di cui Zverev non era al corrente: «Ah, si è fatto male? – ha detto stamattina -. Beh ha un po’ di giorni davanti per recuperare e poi non c’è solo lui… Ci siamo io Stefanos, Alcaraz. Un sacco di giovani che possono alzare il trofeo». La Next Gen è adesso
Bolelli e Fognini show, possono scrivere la storia (Massimo Grilli, Il Corriere dello Sport)
Popopopopopo- oo…», gli altoparlanti della Grand Stand Arena sparano a volume altissimo l’inno dei nostri anni più felici, quando la nostra nazionale di calcio non saltava un Mondiale e magari lo vinceva pure. Fognini si regala un selfie con i tifosi, sugli spalti si balla. Resiste ancora uno spicchio di azzurro in questi Internazionali, grazie ai nostri “Chicchi”, alla coppia cioè formata da Fognini e Bolelli, che ieri ha compiuto una piccola grande impresa rimontando da 6-7 2-4 contro i tedeschi Krawietz e Mies, vincitori due volte al Roland Garros. Quando la partita sembrava ormai avviata verso la vittoria alemanna, è bastato un passaggio a vuoto di Mies al servizio per scatenare i nostri: la potenza di Simone e i ricami di Fabio hanno fatto il resta anche nel super tie break che ha deciso la gara, dove gli azzurri hanno recuperato due volte un mini break, centrando così – grazie a una bordata di rovescio di Fognini sul terzo match point – quella semifinale già raggiunta nel 2011 (persero dagli statunitensi Isner e Querrey). Fognini e Bolelli si sono ritrovati all’inizio di questa stagione dopo una separazione – almeno nei tornei individuali lunga quattro anni. Nel 2022 hanno vinta il torneo di Rio de Janeiro, oltre ad aver raggiunto la finale di Sydney, i quarti agli Open d’Australia (torneo conquistato invece nel 2015) e la semifinale di Miami, risultati che per il momento li collocano all’ottavo posto nella classifica Atp di doppio, in piena corsa per le finals di Torino. Questa sera affronteranno sul Centrale i croati Mektic e Pavic, in una sorta di rivincita-anticipo di Coppa Davis. Ricordiamo infatti che pochi mesi fa a Torino fummo eliminati dal doppio croato (noi schierammo Sinner con Fognini per l’indisponibilità di Bolelli) e che lo ritroveremo a settembre, a Bologna, nella prima gara dell’edizione 2022. VERSO LA STORIA. Bolelli e Fognini possono davvero scrivere la storia del nostro tennis, dato che nessuna coppia tutta italiana ha mai vinto gli Internazionali. I successi azzurri sono quattro: nel 1931 Alberto Del Bono si impose in coppia con l’inglese Hughes, che si ripetè nel 1932 con Giorgio De Stefani, mentre nel `34 Giovanni Palmieri, papà di Sergio, direttore tecnico del torneo, vinse con l’irlandese Rogers. Bisogna poi arrivare al 1991 per il trionfo di un altro azzurro, Omar Camporese, in coppia con Goran Ivanisevic, ora all’angolo di Djokovic. Non riuscirono a vincere nemmeno i grandi Pietrangeli e Sirola, malgrado sei finali conquistate in otto anni, tra il 1955 e il `63. Nel 1960 la finale fu sospesa per oscurità con gli australiani Emerson e Fraser in vantaggio per 6-3 5-7 6-211-11 e mai più ripresa.
Arrivederci Roma. Sinner dura un set, l’anca lo tradisce (Paolo Rossi, La Repubblica)
Alla dodicesima sconfitta contro un Top Five, speriamo che la prossima volta Jannik Sinner non dovrà citare Vitas Gerulaitis e dire “Nessun Top Five batte Jannik Sinner per 13 volte di seguito!”. Chi se lo ricorda sa che questa frase fu pronunciata il 12 gennaio 1980 da Vitas Gerulaitis dopo aver sconfitto Jimmy Connors che lo batteva senza soluzione di continuità. […] Così come resta la dura realtà di un Sinner che proprio non riesce ad avere la meglio sui Top 5. Mai riuscito, ed ecco che i criticoni sostengono che il buon Jannik sia un tipo, come dire, forte con i deboli e debole con i forti. Accusa ingiusta. Anche perché ieri, nei quarti di finale di questi Internazionali d’Italia 2022, mentre era alle prese con Stefanos Tsitsipas, ha accusato un problema fisico all’anca. «È successo proprio al set point del tie-break: l’anca si è girata e ho sentito una fitta». Un vero peccato: era quasi un’ora e mezza che Sinner e Tsitsipas navigavano nell’equilibrio, e stavolta davvero sembrava che il tabù potesse essere sfatato. Invece. «Ho provato con il fisio, ma niente. Non sono più riuscito ad esprimermi al meglio. Avevo giocato un primo set giusto… ora ho un po’ di ansia, vediamo cosa dicono gli esami». Smorzate assassine, qualche volèe in avanzamento: davvero pareva un altro Sinner. «Ho fatto tante cose buone, seguito la tattica giusta. Da Roma mi porto via cose positive, e contro Tsitsipas sentivo che me la sarei potuta giocare fino in fondo, anche se poi, chi lo sa, perdevo lo stesso». Capitan Volandri perora la sua causa: «Faceva molto caldo, cosa che ha fatto rimbalzare molto alte le palle, cosa a favore del greco». Ma gli alibi non piacciono all’altoatesino, che va oltre il proprio naso: «Devo migliorare fisicamente e questa non è una novità, ci stiamo lavorando tanto. Lo vedete che quando tiro forte loro restano lì… Ma anche tecnicamente devo affinarmi. Sì, quest’anno sono stato più costante: in pratica ho perso solo contro giocatori molto forti, ma prima o poi toccherà a me». Gli è toccata anche l’esperienza `diversa’, proprio sul match point: «Stefanos si lanciava la palla per servire e ho sentito delle urla che sono continuate durante lo scambio: abbiamo capito che qualcuno si era sentito male. Mi sono preoccupato perché una partita di tennis è una partita, ma la vita è un’altra cosa». La priorità ora è riposo. Ma la tappa da non perdere è Parigi, che riporta alla mente bei ricordi: i quarti nel 2020, gli ottavi nel 2021, con lo stesso avversario — Rafa Nadal che è ripartito da Roma acciaccato. Lui ancor più del Rosso d’Italia: lo spagnolo è sembrato davvero triste per il suo stato («Non so fin quando reggerò»). Intanto Roma può consolarsi con BolellieFognini: i due vecchi amici sono in semifinale, e ieri hanno compiuto una bella rimonta contro i tedeschi Krawietz e Mies, spuntandola al tie-break del terzo set. L’Italia c’è, dunque: oggi se la vedranno con i croati Mektic e Pavic. Ma ci sono anche Isner e Schwartzman, la coppia strana del tennis: 2,08 e 1,70 d’altezza. I risultati Uomini, quarti di finale Zverev- Garin 7-5,6-2, Tsitsipas-Sinner 7-6 (5), 6-2; Ruud-Shapovalov 7-6 (5) 7-5 Donne, quarti di finale Sabalenka- Anisimova 4-6, 6-3, 6-2; Swiatek-Andreescu 7-6 (2), 6-0; Jabeur- Sakkari 1-6,7-5,6-1);Kasatkina-Teichmann 6-4, rit
Tsitsipas poi l’anca, Sinner cade (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Così, nell’assolato pomeriggio dei quarti al Foro, il ventenne più precoce di sempre delle racchette “de noantri” non può far festa contro un avversario più forte come Stefano Tsitsipas. Anche se segna un sensibile salto di qualità rispetto alle prime apparizioni agli IBI di Roma lottando alla pari per un’ora e mezza, per un set e un tie-break (perso 7-5) contro uno dei dichiarati favoriti allo Slam di Parigi del 22 maggio insieme a Djokovic ed Alcaraz. Sempre che Nadal non faccia un altro miracolo dopo l’ultimo guaio fisico di giovedì. DOPPIO STOP Sinner si è fermato dopo quel primo, durissimo, set. Ferito all’anca, preoccupato e spompato di energie psico-fisiche ha ceduto netto (6-2) contro il greco di grandi qualità che lo sopravanza in classifica (numero 5 contro 13), esperienza (23 anni contro 20) e testa a testa (ora 4-1). L’analisi dell’avversario è lucida: «Sono stato molto solido, soprattutto nel tie-break, dovevo prendere delle decisioni e in quei momenti critici sono stato preciso, sapevo perfettamente cosa fare, ho rischiato un minimo quando vedevo l’occasione, ho cercato il vincente, ero particolarmente concentrato sulle volée. Poi mi sono sentito padrone del match». In semifinale affronterà Zverev che ha eliminato Garin, mentre Ruud ha superato Shapovalov e aspetta il vincente di Djokovic-Auger-Aliassime. TAPPA IMPORTANTE Dopo quest’esperienza Sinner può guardare con occhi diversi allo 0-12 contro i primi 5 del mondo. «Mi porto via tante cose: sono riuscito a metter in campo ciò di cui ho discusso prima con Simone (coach Vagnozzi). La tattica era giusta. Nel primo set ho avuto più occasioni io con palle-break o 15-30. Lui si è salvato col servizio. Poi, nel tie-break, ha giocato meglio un punto sul 5-5 dove io non ho spinta la seconda». E il problema fisico? «Nell’ultimo punto del tie-break sono arrivato in recupero col diritto, l’anca sinistra si è girata e ho sentito una botta. Poi non ero più al 100%». Avrebbe potuto rovesciare la situazione dopo quello sprint perso di un soffio che è sembrato decidere anche il match? «Mi sentivo di poter vincere, dopo aver giocato alla pari nel primo set, soprattutto da fondo». Sembrava, però, che, mentre lui stava producendo il massimo sforzo, Tsitsipas possedesse ancora spazio ed energie per un ulteriore margine di intervento. Anche perché era stato Sinner a tirare di più il collo per recuperare da 0-2 a 3-3. La distanza di Jannik dagli avversari di prima fascia è soprattutto fisica: «Devo lavorarci, è una parte del gap fra me e gli altri: quando tiro forte loro restano lì». Dopo i buchi e i tentennamenti contro Martinez, Fognini e Krajinovic, contro Tsitsipas ha però giocato meglio. «Come tennis e progressi ci sono. Ognuno ha i suoi tempi. Quest’anno credo di essere stato anche abbastanza costante ed ho perso solo contro giocatori davvero forti. Continuiamo così e a cercare queste partite importanti nei turni importanti. Prima o poi speriamo anche di vincere». Tsitsipas è d’accordo: «Ha avuto dei momenti in cui è entrato in campo ed è stato molto determinato come scelta di colpi e piano di gioco. Non è stato facile affrontarlo». Jannik Sinner riparte da qui e dal bel gesto verso lo spettatore che s’accascia in tribuna per un colpo di calore sul secondo match point. Ha preso due bottigliette d’acqua, le ha consegnate a un paramedico, ha aspettato ansioso che la persona anziana stesse meglio. Gran stile il tennis italiano.
Rassegna stampa
Il sogno di Nadal in doppio con Alcaraz (Bertellino). Federer da collezione (Crivelli)
La rassegna stampa di venerdì 22 settembre 2023
Il sogno di Nadal in doppio con Alcaraz (Roberto Bertellino, Tuttosport)
E’ un Rafael Nadal loquace quello che ha concesso ai media spagnoli due interviste ravvicinate ribadendo alcuni concetti. Sulle sue condizioni fisiche ha manifestato fiducia definendole in buona evoluzione ma questo non significa che gli consentiranno di raggiungere il livello sperato non appena riprenderà la racchetta in mano in modo regolare: «La stagione prossima – ha esordito – potrebbe essere per me l’ultima ma non è detto. Dipenderà da quanto potrò essere competitivo. Sinceramente non mi interessa fare come Murray, cioè giocare e non vincere. Vedremo, potrei anche non tornare del tutto se non mi riprenderò davvero, ma spero proprio di no». Non sono mancate le considerazioni su Djokovic che secondo Rafa è senza dubbio davanti a tutti per i tornei vinti e per i numeri ma non ci sono solo quelli: «Tutto il resto appartiene al campo delle considerazioni, vedi la quantità maggiore di infortuni che ho avuto, le sensazioni che si trasmettono agli appassionati, anche i gusti personali, l’ispirazione. Io sono pienamente soddisfatto per quanto ho saputo fare». Non mancano nuovi sogni nella testa del grande campione: «La Spagna è stata eliminata in Davis – ha detto – altrimenti avrei potuto farmi trovare pronto per novembre. Non sarà ovviamente così. Le Olimpiadi mi piacerebbe a giocarle, ricordando lo splendido clima trovato avendone già fatto parte. Per quanto riguarda un doppio con Carlos Alcaraz, non ne abbiamo ancora parlato, sarebbe molto bello poter partecipare alla mia ultima Olimpiade con la stella nascente di questo sport». Ieri ha esordito nel 250 ATP di Zhuhai il sanremese Matteo Arnaldi, numero 48 del mondo. Si è dovuto inchinare al risso Asian Karatsev che lo ha superato in rimonta dopo tre ore e 12 minuti. Non mancano i rimpianti all’azzurro che dopo aver conquistato il primo set al tie-break nel secondo si è trovato per due volte avanti di un break, una anche sul 5-4m ,ma non è stato sufficientemente cinico e l’ex numero 14 del ranking (oggi numero 63) ha pareggiato i conti per poi concludere alla distanza con un netto 6-2. Karatsev al prossimo turno troverà Andy Murray. […] Impresa della toscana Martina Trevisan nel WTA 1000 di Guadalajara. L’azzurra ha sconfitto al termine di un confronto serrato la due volte finalista di Wimbledon e prima testa di serie del torneo messicano, Ons Jabeur (6-7 7-5 6-3). Ora troverà l’americana Dolehide. Sono i secondi quarti di finale raggiunti dalla Trevisan in stagione a livello di WTA 1000. […]
Federer da collezione. Il suo completo dell’ultimo Slam va all’asta e diventa un cimelio (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Un giorno magari lo esporranno in un museo, come un’opera d’arte post-moderna. D’altronde, secondo un trend ormai consolidato da un paio d’anni, collezionare cimeli sportivi, i cosiddetti memorabilia, rappresenta un lungimirante investimento senza rischi d’impresa, quasi come possedere una tela o una scultura di enorme valore. Perciò, neppure un simbolo iconico dello sport di questo millennio come Roger Federer poteva indirettamente sottrarsi alla corsa al prezioso accaparramento: da due giorni, e fino all’8 ottobre, la casa d’aste «Prestige Memorabilia», tra le più autorevoli del settore, mette all’incanto il completo Nike (maglietta, pantaloncini e scarpe) con cui il Divino vinse gli Australian Open 2018, l’ultimo Slam, il 20°, di una carriera leggendaria. La base d’asta è di 35.000 dollari (33.000 euro), ed ha già stabilito un primato per il tennis, perché supera di gran lunga i 20.500 euro della maglietta con cui Nadal si impose al Roland Garros del 2019 e venduta in beneficenza l’anno dopo. E’ assai probabile, peraltro, che alla chiusura dell’offerta il valore si issi ben oltre quella cifra, rimanendo tuttavia lontanissimo dai record stabiliti da altri indumenti appartenuti a grandissimi campioni. Non è in discussione, ovviamente, il mito di Federer, perché nessuno come lui negli ultimi vent’anni, se si eccettuano Messi e Cristiano Ronaldo, ha saputo coagulare passioni planetarie, ma il collezionismo sportivo, seppur diffusissimo in tutto il mondo, ha il suo core business negli Stati Uniti e dunque legato soprattutto alle loro discipline elettive. Non a caso, il cimelio di vestiario più caro della storia è la maglietta indossata da Michael Jordan in gara-1 (persa) delle Finali Nba 1998 contro gli Utah Jazz: Sotheby’s la mise all’asta nel settembre di un anno fa valutandola dai tre ai cinque milioni di euro, e alla fine venne battuta per più del doppio, 10 milioni e centomila euro. Subito dietro, un capo che non c’entra nulla con gli States, ma che è stato a suo modo protagonista di uno degli eventi più celebri della storia: si tratta della «camiseta» dell’Argentina che Diego Maradona portava nella partita contro l’Inghilterra dei Mondiali 1986, quella della «mano de dios» e del gol del secolo. In molti avanzarono addirittura il sospetto che non fosse quella originale, ma Sotheby’s assicurò di aver condotto tutte le verifiche necessarie e alla fine la piazzò per quasi nove milioni di euro. […] Quotazioni all’apparenza folli (ma per una figurina si è arrivati a pagare più di 12 milioni ..), che tuttavia si giustificano secondo le leggi di un mercato in grande espansione […].
Rassegna stampa
Arnaldi: “Il mio segreto è la sconfitta con Alcaraz” (Strocchi). Fognini cerca il rilancio in Austria (Bertellino)
La rassegna stampa di giovedì 21 settembre
Arnaldi da salvatore della patria in Davis alla Cina. «Il segreto? La sconfitta con Alcaraz» (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Da ruota di scorta a salvatore della patria tennistica. È cambiato in fretta il ruolo di Matteo Arnaldi, che non dimenticherà tanto facilmente l’esordio in Coppa Davis. Anche perché è stato lui, con i successi sul cileno Cristian Garin e poi sullo svedese Leo Borg, a spingere l’Italia (dopo l’inattesa debacle con il Canada, dove il sanremese ha rotto il ghiaccio in doppio) sull’aereo per Malaga, teatro della Final 8 dal 21 al 26 novembre. «Non so esprimere fino in fondo le emozioni provate nel giocare per il mio Paese – ammette il 22enne ligure-. Devo dire che mi piace giocare con la pressione del pubblico: bello sentire il tifo tutto per me, un’iniezione di energia […]». […] Matteo, dopo aver messo a segno l’ultimo punto contro il biondo scandinavo figlio della leggenda Bjorn, si è messo le mani sulle orecchie e si è girato, per gustarsi gli applausi dei 6.000 che affollavano l’Unipol Arena di Bologna […] «Sono contento per come sono andate le cose. Dopo il 3-0 incassato dal Canada siamo stati bravi a ribaltarla nel girone – ricorda il giocatore allenato da Alessandro Petrone -. Le mie due vittorie sono state entrambe importanti, però se devo scegliere diciamo che la prima non si scorda mai… […]». Merito di un 2023 in continua ascesa. «Dopo le Next Gen Finals 2022, prima opportunità di confrontarmi con giocatori di un certo livello, sono venuti tanti bei momenti […] Giocare nello stadio più grande del mondo, pieno di gente e contro il n.1, è stata l’esperienza migliore da portarsi dietro. E ne sono uscito con la consapevolezza di non essere distante dai top player. Certo ci sono tanti aspetti da migliorare, tuttavia ancor più dei tre precedenti successi a Flushing Meadows il match con Alcaraz è stato un punto di riferimento per capire ciò che questi campioni fanno meglio». Non c’è comunque tempo per cullarsi sugli allori: Arnaldi è subito volato in Cina per disputare l’Atp 250 di Zhuhai (alle 7 italiane affronta il russo Karatsev). «Il tour asiatico è un’altra prima volta per me, una nuova esperienza preziosa nel mio percorso – confida Matteo, prima di spostare lo sguardo avanti -. Anche se non l’ho mai sbandierato, entrare nella Top 50 è sempre stato il mio obiettivo personale per questa stagione ed esserci riuscito in nove mesi è qualcosa che ci dà tanta fiducia come team in prospettiva […] E uno degli obiettivi stimolanti può essere cercare di chiudere il 2023 in modo da essere testa di serie agli Australian Open». Calendario alla mano, prima però c’è un appuntamento in Andalusia a cui guarda con trepidazione tutta l’Italia sportiva. «Nella squadra al completo non credo ci sia posto per me. Per il momento mi godo l’esordio e tutto quel che di positivo mi porto dentro: Malaga è tra due mesi e ci sono altri giocatori davanti a me in classifica» dice con onestà e umiltà Matteo […]
Fognini cerca il rilancio in Austria (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Inizia oggi la campagna cinese di Matteo Arnaldi, in pochi mesi passato da speranza a realtà del tennis azzurro […] Il sanremese aprirà alle 13 ora locale (questa mattina le 7 in Italia) il programma sul campo centrale nel 250 ATP di Zhuhai, contro il russo Aslan Karatsev,, numero 63 del ranking mondiale. Tra i due non ci sono precedenti e il vincitore incontrerà al secondo turno chi uscirà con lo scettro di migliore dal testa a testa sempre di 1°turno tra l’ex numero 1 del mondo Andy Murray e il cinese Mo […] Nell’altro 250 ATP della settimana, sempre in terra cinese, a Chengdu, è ancora alla finestra Lorenzo Musetti, seconda testa di serie, che attende di conoscere il nome del suo avversario di 2° turno dopo il bye di cui ha usufruito nel primo. Uscirà dal confronto tra il qualificato australiano Sekulic e il portoghese Nuno Borges, in programma oggi […] Alle 14 nel 145.000 euro austriaco di Bad Waltersdorf scenderà in campo Fabio Fognini, in tabellone con una wild card e opposto al giocatore di casa Filip Misolic. Il ligure andrà a caccia dei quarti, già conquistati dal pugliese Pellegrino che si è aggiudicato in rimonta il derby con il perugino Passaro. In gara anche Raul Brancaccio che negli ottavi troverà il tedesco Moeller. Nell’analogo torneo Challenger di Saint Tropez è ancora in gara il romano Giulio Zeppieri, che in prima battuta ha sconfitto l’ex top ten francese Richard Gasquet. Ora è atteso dall’americano Emilio Nava. Nel Challenger cileno di Antofagasta (130.000 dollari di montepremi) in campo negli ottavi Luciano Darderi. Nel Challenger di Sibiu, in Romania, ieri successi in primo turno per Edoardo Lavagno e Giovanni Fonio. Vittoria e quarti per l’ascolano Stefano Travaglia che ha fermato in due frazioni il francese Blancaneaux. Nel settore femminile e sempre in terra cinese ha raggiunto i quarti di finale Lucia Bronzetti nel 250 WTA di Guangzhou. La giocatrice di Villa Verucchio […] ha rifilato un periodico 6-3 alla qualificata Uchijiama […]
Flash
Davis, per l’Italia c’è l’Olanda (Cocchi, Nizegorodcew, Strocchi)
La rassegna stampa di mercoledì 20 settembre 2023
Sorriso Italia: c’è l’Olanda sulla strada della semifinale (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Dunque sarà Italia-Olanda la sfida dei quarti di finale a Malaga, primo passo della rincorsa all’Insalatiera da parte degli azzurri. Il sorteggio è stato benevolo, ma non va dimenticato che abbiamo rischiato di uscire di scena dalla fase a gironi a Bologna per un 3-0 contro le seconde linee del Canada. Insomma, mai abbassare la guardia. L’urna ha accoppiato la Gran Bretagna di Murray e la Serbia di Novak Djokovic, sfida da cui uscirà la nostra eventuale rivale in semifinale. Filippo Volandri ha comprensibilmente tirato un sospiro di sollievo, anche se le sue parole invitano alla massima allerta: «L’Olanda è una squadra molto compatta, con un grandissimo doppio, e si adattano molto bene alle superfici rapide, come quella viste nei giorni di Davis». Paul Haarhuis, top 20 a metà degli Anni 90, non avrà per le mani un gruppo di stelle ma il vero pericolo arriva dal doppio, decisivo in questa nuova formula. La coppia più pericolosa è formata da Wesley Koolhof e Jean Julien Rojer (assente nella fase a gironi): entrambi sono in corsa, seppur “scoppiati” per un posto alle Finals di Torino, ma anche Matwe Middlekoop è nella top 40 di specialità. Per quanto riguarda i singolaristi, il 27enne Griekspoor ha vinto due titoli in carriera, entrambi questa stagione, oltre alla finale di Washington che gli ha permesso di raggiungere il best ranking di numero 25. In Coppa Davis ha vinto sei degli ultimi nove incontri giocati. Van de Zandschulp, numero 68 del mondo è stato n 14 nel 2022 e in orange ha vinto sei su otto incontri negli ultimi due anni. Ora Filippo Volandri dovrà mettersi al lavoro insieme al suo staff e a Umberto Rianna per gestire le convocazioni. Matteo Berrettini potrebbe tornare disponibile: attualmente è iscritto al torneo di Stoccolma, al via il 16 ottobre sul veloce indoor. Matteo ha detto di stare molto meglio e presto riprenderà ad allenarsi in campo. Sembra poi certo il ritorno di Jannik Sinner dopo l’assenza a Bologna, e anche Fabio Fognini potrebbe rientrare in squadra dopo un primo chiarimento avuto col presidente federale. E poi vanno considerati Musetti, Sonego e Arnaldi, decisivi per il passaggio del turno […].
Davis, per gli azzurri primo step l’Olanda (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)
A Malaga sarà Italia contro Olanda. Gli azzurri di capitan Volandri, dopo la rocambolesca ed emozionante qualificazione alle Davis Cup Finals (21-26 novembre), affronteranno un quarto di finale per nulla semplice con la nazionale orange, vincitrice del Gruppo D a Spalato. Sarà il nono confronto diretto in Davis, con l’Italia avanti 7-1 nei precedenti. È del 1923 l’unica vittoria olandese, seguita da sette successi consecutivi azzurri. I quarti andranno in scena tra il 21 e il 23 novembre e, qualora l’Italia dovesse superare il turno, in semifinale la sfida sarà contro la vincente di Serbia (chissà se con o senza Djokovic)-Gran Bretagna (di Murray). […] L’Olanda può vantare due ottimi singolaristi: Tallon Griekspoor, numero 24 ATP e vincitore quest’anno a Pune e s’Hertogensbosch, e Botic van de Zandschulp, n.68 del mondo che in Davis sa alzare il livello in maniera esponenziale: il suo record è di 7 vittorie su 10 singolari. Uno dei punti di forza è il doppio, che può antere su Wesley Koolhof, ex n.1 al mondo di specialità e campione in carica a Wimbledon (con il britannico Neal Skupski) in coppia con Matwe Middelkoop. Nelle recenti sfide del Gruppo D il doppio olandese ha perso 2 match su 3, dimostrando di essere forte ma non imbattibile. Matteo Berrettini potrebbe essere uno dei protagonisti a Malaga. Il romano dovrebbe rientrare, a metà ottobre, nell’ATP 250 di Stoccolma. In questo modo avrebbe un mese abbondante per trovare la giusta condizione. Jannik Sinner tornerà invece in campo a fine settembre nell’ATP 500 di Pechino, così da preparare al meglio il successivo Masters 1000 di Shanghai. Lorenzo Musetti e Matteo Arnaldi sono già in Cina per disputare i tornei (Chengdu e Zhuhai) che aprono la tournée asiatica. Fabio Fognini è a Bad Waltersdorf dove prosegue (ieri bella vittoria su Paire) la risalita in classifica.
Italia, c’è l’Olanda, e Volandri già sogna (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Tredici anni dopo l’ultimo testa a testa l’Italtennis tornerà ad incrociare l’Olanda in Coppa Davis. Il sorteggio delle Final 8, effettuato a Londra nella sede della Federazione Internazionale, ha abbinato la squadra azzurra agli orange, che a sorpresa hanno chiuso al primo posto il gruppo D, a Spalato, dove è stata promossa anche la rivelazione Finlandia con eliminazione di Stati Uniti e del team di casa. In caso di passaggio del turno la nazionale tricolore affronterebbe in semifinale la vincente tra la Serbia di Novak Djokovic (campione nel 2010) e la Gran Bretagna, vincitrice del Gruppo B a Manchester, che ha conquistato la prestigiosa insalatiera d’argento per ben dieci volte (l’ultima nel 2015). Nella metà superiore del tabellone proprio il Canada campione in carica dovrà vedersela con la Finlandia, mentre Repubblica Ceca e Australia, finalista 2022, si contenderanno l’ultimo posto nelle semifinali Teatro della fase ad eliminazione diretta sarà il veloce indoor del Palacio de Deportes Josè Maria Martin Carpena di Malaga: da martedì 21 a giovedì 23 novembre i quarti, venerdì 24 e sabato 25 le semifinali e domenica 26 la finale. «L’Olanda ha fatto benissimo nella fase a gironi, vincendo il suo gruppo con merito: una squadra compatta, con un grandissimo doppio, che si adatta molto bene alle superfici rapide come quella di Davis – sottolinea il capitano Filippo Volandri commentando il sorteggio -. A Bologna abbiamo dimostrato di essere un gruppo estremamente competitivo e combattivo. Siano stati in grado, con orgoglio, determinazione e tanta qualità, di ribaltare le prospettive. Ora aniva il difficile ma anche il più bello. A prescindere da chi sarà a Malaga, sono certo che la squadra darà un’ulteriore dimostrazione di compattezza. Ci faremo trovare pronti e daremo il massimo con l’obiettivo di riportare in Italia un trofeo che manca ormai da troppo tempo». Il capitano olandese Paul Haarhuis può contare su due top 100 come Talfon Griekspoor e Botic Van de Zandschulp, poi per il match di coppia top player nella specialità quali Wesley Koolhof e Jean-Julien Rojer (entrambi in corsa per le Finals di Torino) oltre a un altro doppista esperto come Matwe Middlekoop (nei primi 40). La questione, però, è quale Italia si presenterà all’appuntamento spagnolo. Il presidente Binaghi si è affrettato a dire che Jannik Sinner risponderà alla chiamata della patria e sta diplomaticamente cercando di ricucire pure lo strappo fra il ct e Fabio Fognini. E lo stesso Matteo Berrettini ha detto a chiare lettere che l’energia della Davis è una spinta nell’accelerare i tempi di recupero. Pezzi da novanta che alzerebbero sensibilmente le prospettive azzurre. Però, alla luce di quanto accaduto alla Unipol Arena, non sarà così semplice escludere Lorenzo Sonego e Matteo Arnaldi, determinanti per proseguire l’avventura. Per Volandri e il suo staff si prospettano quindi due mesi impegnativi per studiare ogni dettaglio sulle possibili opzioni di un1taltennis che sogna un trionfo atteso da quasi mezzo secolo.