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Reading: Intervista a Jack Draper: “Geloso di Raducanu? Emma mi ha ispirato. Sapevo sarebbe arrivata in alto”
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Intervista a Jack Draper: “Geloso di Raducanu? Emma mi ha ispirato. Sapevo sarebbe arrivata in alto”

Il ventenne britannico ha vinto già 4 titoli Challenger, guadagnando 153 posizioni nella classifica mondiale e posizionandosi al n.106 ATP

Last updated: 18/05/2022 9:03
By Redazione Published 18/05/2022
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9 Min Read
Jake Draper - Wimbledon 2021 (via Twitter, @Wimbledon)

Traduzione dell’articolo di Simon Briggs, The Telegraph, 29 aprile 2022

A 20 anni Jack Draper non è solo un ottimo giocatore di tennis ma anche un attento conoscitore del gioco. Lo scorso giugno 2021, alla domanda riguardo alla sua amica e quasi coetanea Emma Raducanu, una ragazza allora sconosciuta nel mondo del tennis, figuriamoci al pubblico, Draper aveva risposto: “Non ha giocato molto, ma quando lo farà saprà arrivare in alto.” Dieci mesi dopo, seduti in un verdeggiante patio sul retro del National Tennis Centre nel sud-ovest di Londra, Draper non può non sorridere mentre ricorda ciò che è successo dopo. “Siamo quasi della stessa età “, dice della 19enne Raducanu, “quindi abbiamo giocato gli stessi tornei, l’Orange Bowl [a Miami], l’Eddie Herr Invitational (giusto qui vicino a Bradenton, nda). Ed Emma, inoltre, si è allenata qui un po’ di tempo fa. È una brava ragazza, e una grande persona.”

“In quell’intervista avevo detto ‘Riuscirà a fare incredibilmente bene’. Due settimane dopo, a Wimbledon raggiunge il quarto turno, e tutti pensano che ciò fosse un grande risultato. Dopo compie l’impensabile [vincendo gli US Open alla prima partecipazione]. Quindi, sì, è stato parecchio surreale, a essere onesti.” Il ranking di Raducanu da allora è salito dal n. 338 al n.11, un decollo verticale simil-NASA, che ha fatto sembrare quello di Draper quasi la scalata di una lumaca al confronto. E tuttavia, secondo standard comuni, non è che lui stia bighellonando. Il suo ranking è salito di 153 posizioni fino al n.106 negli ultimi quattro mesi, che è il maggior balzo in classifica ATP. Se non fosse stato per la presenza di questa supernova del tennis del vicino distretto di Orpington – Draper vive a Leatherhead, circa 20 miglia lontano – questo mancino di circa 195 cm, avrebbe decisamente attirato maggiore attenzione su di sé.

È geloso dei risultati di Raducanu? Di nuovo, Draper fa un sorrisetto. “È divertente. Vuoi che i tuoi compatrioti facciano bene perché li conosci come persone e conosci le loro vite. Ma poi, se qualcosa come quello non ti fa pensare “Oh! Voglio farlo anch’io!’, allora non saresti un forte agonista. Mi ha motivato, come avrebbe dovuto, e spero abbia fatto lo stesso con tutti gli altri giocatori, spingendoli a farsi sotto.” Sin dall’inizio della stagione Draper ha senz’altro tenuto un passo notevole. Oltre a collezionare il record di quattro titoli Challenger (nessuno è mai riuscito a vincerne così tanti nel primo quarto di stagione), ha fatto a marzo una comparsata all’Hard Rock Stadium a Miami, ottenendo la sua prima vittoria in un Master 1000 ai danni del veterano francese Gilles Simon [che ha da poco annunciato il ritiro, ndr].

“Vieni trattato in una maniera incredibile in un evento come quello di Miami”, dice Draper, “ma sapevo che ero solo di passaggio per la città. Poi, la settimana successiva, sarei stato nel mezzo del nulla in Francia. Quindi non ho voluto abituarmici. Detto ciò, i posti dove sto giocando stanno già diventando più confortevoli. È uno shock quando esci dal circuito juniores, dove giochi gli Slam, che sono tutti fantastici e comodi, e poi d’improvviso ti ritrovi nei Futures [il fondo della piramide del tennis professionale]. Siamo andati a Cancun [in Messico], che sembrava un bel posto, ma era in realtà a 20 minuti di strada sterrata dall’aeroporto. Avevano costruito i campi nel mezzo della giungla.” Districandosi tra questo periodo complicato della sua giovane carriera, Draper si è affidato all’infinito entusiasmo di Ryan Jones, un allenatore che lui descrive come “un amico di famiglia in tutto, qualcuno che si è preso cura di me.”

Entrambi sono tali e quali ai padri. Alan Jones, il padre di Ryan, ha allenato Jo Durie negli anni 80, mentre Roger Draper, padre di Jack, era l’amministratore delegato della Lawn Tennis Association. Insieme hanno messo su quattro anni di duro lavoro. Ma poi, a ottobre, Draper ha deciso che aveva bisogno di un cambiamento. Un problema, forse un effetto collaterale dell’intensità degli allenamenti di Jones, era il numero eccessivo di infortuni. “Ryan mi ha decisamente insegnato la filosofia del duro lavoro”, dice Draper adesso. “Avevo 15 anni quando abbiamo cominciato insieme e non avevo idea di cosa volesse dire quella frase. Mangiavo cibi indicibili e facevo cose che non avrei dovuto fare. Durante gli allenamenti mi limitavo a presentarmi e colpire un po’ di palle senza metterci alcun tipo di impegno. Ma Ryan aveva girato per il circuito con Kyle [Edmund] e sapeva cosa significa essere un tennista professionista“.

“Quella di terminare il rapporto è stata una decisione incredibilmente dura, ma sentivo la necessità di andare oltre, perché avevo passato la maggior parte del tempo degli ultimi quattro anni con Ryan, più che con chiunque altro, compresa mia mamma. Dopo ciò, mi ci è voluta qualche settimana per trovarmi in un luogo dove fossi di nuovo felice. Ma poi ho iniziato a lavorare con James Trotman (un altro allenatore inglese, assoldato tramite la LTA, nda). Sono molto fortunato ad aver avuto quell’opportunità.” I tifosi britannici del tennis lo sono anche. C’è stato un periodo durante il lockdown dove sembrava disinteressato, e si temeva che quel tempo passato a casa col fratello Ben, che attualmente si trova alla Wake Forest University nel North Carolina con una borsa di studio per il tennis, potesse spegnergli la voglia di vivere una vita da viaggiatore. Ora, però, la sua passione per il gioco è tornata alla grande. Possiamo vederlo non solo dal suo bilancio di partite vinte e perse, 24-4 questa stagione, ma anche dalla sua scelta di astenersi da opportunità romantiche. “Mio fratello mi dice sempre di andare sui siti di incontri, e di divertirmi. Ma penso che non capisca che io alle 6 di sera sono cotto. Ho bruciato all’incirca 5000 calorie e sono troppo sfinito per uscire per un appuntamento galante. Ho un cane, un labradoodle australiano, da cui mi faccio coccolare.”

Quanto sono solidi gli obiettivi a lungo termine di Draper? In un momento in cui il fenomeno spagnolo 18enne Carlos Alcaraz è riuscito a scalare la classifica fino alla top10, uno si potrebbe chiedere se lui non sia rimasto un poco indietro. E tuttavia ci sono solo due giocatori più giovani di Draper nella Top 100. Molti esperti credono che sia tranquillamente capace di riuscire ad entrare nella Top 20, e magari anche oltre. “Quando ero un teenager”, dice Draper, “guardavo sempre a ragazzi come Felix Auger Aliassime (di 16 mesi più vecchio, nda) pensando ‘Non sto facendo così bene”. Ma ho imparato che ognuno ha il suo proprio percorso da seguire. Ho avuto qualche infortunio, ma forse tutto ciò è accaduto per una ragione. Mi hanno dato più tempo per maturare, per avere la mia testa nel posto esatto e per essere fisicamente in una forma migliore. Quando sei pronto a fare qualcosa, quando sei al posto giusto: ecco quando succederà.”

Traduzione di Massimiliano Trenti


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