Flash
Roland Garros, Djokovic va di fretta e bacchetta Wimbledon: “Quando si prende una decisione sbagliata ci sono delle conseguenze”
Il numero uno del mondo e campione uscente inizia senza problemi la sua difesa al titolo, liquidando Nishioka ed esprimendosi sul caso Wimbledon

[1] N. Djokovic b. Y. Nishioka 6-3 6-1 6-0
Dopo l’esordio vincente di Rafael Nadal, anche Novak Djokovic comincia senza problemi la sua campagna parigina. Se lo spagnolo lascia solo sei game per strada il serbo fa ancora meglio, dilagando nel secondo e nel terzo set contro un Yoshihito Nishioka quasi mai in partita. Anche i precedenti, a dire il vero, non è che suggerissero chissà quali aspettative per una partita combattuta (6-1 6-2 in Coppa Davis a novembre 2019, 6-3 6-2 6-2 all’Australian Open 2020), che tale si è rivelata soltanto all’inizio, con il numero uno del seeding costretto a fare i conti con la grande umidità.
IL MATCH – Djokovic parte a rilento, commettendo tre gratuiti nel primo game e dovendo subito salvare altrettante palle break. Qui però emerge subito la classe del numero uno del mondo, che trova due dritti vincenti e un ace per sventare la minaccia. Con tre ace complessivi il serbo viene a capo di un primo gioco da quasi dieci minuti e sedici punti, ma Nishioka si dimostra volitivo. Djokovic ha qualche problema con manico e impugnatura, che lo costringono a cambiare racchetta dopo soli due game per via dell’umidità. I problemi per il campione uscente continuano a palesarsi, ma il giapponese non riesce ad impensierire eccessivamente il serbo che, nel sesto game, si costruisce la prima chance di break della partita. Il numero 99 del mondo commette però doppio fallo, permettendo a Djokovic di salire poco dopo sul 5-2. Il 20 volte vincitore di tornei dello Slam si dimostra molto paziente, forza poco e porta spesso all’errore il suo avversario, procurandosi un set point già nell’ottavo game. Qui Nishioka riesce a salvarsi, ma nulla più nel gioco successivo, in cui il numero uno del mondo alza il livello e chiude 6-3.
Da qualche game si sente che la palla di Djokovic esce dal suo piatto corde in modo diverso: più pulita, più decisa, più potente. È così che, in apertura di secondo set, arriva subito un break in suo favore, chiuso con un bello scambio nei pressi della rete e confermato a fatica poco dopo. La testa di serie numero uno deve infatti annullare un’opportunità di controbreak immediato a Nishioka, bravo a procurarsela con un bel vincente di rovescio. Djokovic la cancella però con un ace di seconda, sale 2-0 e si lascia andare in un urlo liberatorio, venendo anche beccato da una parte di pubblico. Il set, di fatto, finisce lì: il giapponese scende progressivamente di livello e perde per altre due volte il servizio, spedendo il serbo dritto dritto sul 5-0. Qui il campione uscente ha una piccola incertezza, perde la battuta ma, nel game successivo, opera il quarto break consecutivo e chiude 6-1. Ad un ormai rassegnato Nishioka non bastano nemmeno tre ace nell’ultimo gioco, che non possono mascherare percentuali molto basse al servizio in questa frazione: 41% di punti vinti con la prima, solo il 14% con la seconda.
Il numero uno del ranking continua a dominare anche nel terzo set, pur senza lasciar intravedere nulla di trascendentale. Il 26enne di Mie prova ad attingere alle sue residue forze e speranze per restare a galla, ma perde il servizio nel secondo gioco e manca un break point nel terzo che, di fatto, chiudono la partita. Non che prima fosse in discussione (anzi), ma questo passaggio segna definitivamente la resa del numero 99 del mondo. Nonostante Nishioka salvi con coraggio quattro possibilità di doppio break nel quarto game, Djokovic non vuole lasciare nulla al caso e alla quinta possibilità si aggiudica anche questo gioco. Il bagel mancato nel secondo set non è forse andato giù al serbo, che con uno smash in salto chiude i conti. Si apre quindi con un netto 6-3 6-1 6-0 la campagna di difesa al titolo da parte del campione uscente, che centra la sua 82esima vittoria in questo torneo e attende uno tra Alex Molcan e Federico Coria, match rimandato a domani causa pioggia.
Nella consueta intervista post partita, Djokovic ride e scherza in compagnia di Mats Wilander, che esordisce chiedendogli se abbia davvero 35 anni: “Come hai detto (Djokovic a Wilander, ndr) mi sento più giovane rispetto ai miei 35 anni. Sono molto felice di tornare in uno dei tornei più importanti del mondo. Sono pieno di gioia, motivazione e ispirazione. Ho dato il mio massimo e spero che oggi vi siate divertiti“.
Spazio poi ad una curiosità sullo stretching: “Penso che il tempo che ho dedicato alla flessibilità durante la mia carriera mi ha dato molta longevità, anche i recuperi dagli infortuni sono stati più veloce grazie al mio team. Non è una cosa obbligatoria, ma fa parte del programma che abbiamo stabilito insieme. È importante per me farlo tutti i giorni, non solo quando gioco. In che cosa sono migliore rispetto a quando avevo 25 anni? Probabilmente l’esperienza, ma è difficile fare paragoni rispetto al mio tennis di 10 anni fa. Ho comunque molti motivi per essere felice, ho il grande privilegio di continuare a giocare ad un livello così alto“.
Intervenuto poi anche ai microfoni dei giornalisti in zona mista, Djokovic ha espresso tutto il suo disappunto per l’impossibilità di difendere i punti conquistati l’anno scorso in Australia e a Wimbledon: “Sono certamene penalizzato per non poter difendere 4000 punti (tra gli Australian Open e Wibledon appunto, ndr), però sono molto contendo di vedere ATP e giocatori decisi a dimostrare a Wimbledon che quando si prende una decisione sbagliata ci sono delle conseguenze. Noi giocheremo comunque, Wimbledon è sempre Wimbledon. Giocare lì è il mio sogno da quando sono bambino e non l’ho mai visto come una mera questione di punti o prize money, però capisco che ci siano gruppi di giocatori penalizzati. È una situazione che, comunque vada, scontenta qualcuno“.
Il tabellone maschile del Roland Garros 2022
Flash
Sara Errani: “Dedico questa vittoria a mia nonna, venuta a mancare nella notte. Da un lato non vorrei essere qui”
Le parole dell’azzurra dopo la vittoria su Teichmann, con il pensiero alla nonna deceduta

La vittoria di Sara Errani di oggi al Roland Garros è speciale. E non solo perché ha ritrovato un trionfo in un main draw Major dopo più di due anni, ma per la persona a cui l’ha dedicata. La scorsa notte, infatti, come raccontato da Sarita nella conferenza post gara, è venuta a mancare sua nonna. E questo chiarisce anche le lacrime e il bacio verso il cielo sul punto che le ha regalato il 6-2 al terzo.
D: “Complimenti per la vittoria. Ti mancava un success lottato, una partita difficile. Hai perso il primo, eri sotto di un break nel secondo“
Errani: “Sì partita difficile, oggi è stata una giornata difficile. Stanotte è venuta a mancare mia nonna, mi sono svegliata con questa notizia. Purtroppo è stata una giornata complicata fin da stamattina, però sono riuscita comunque ad entrare, a lottare, star lì…e alla fine l’ho portata a casa, non so neanch’io bene come. Mia nonna guardava tutte le mie partite, ovviamente questa vittoria è per lei. É difficile essere lontano da casa quando succedono queste cose, lontano dai miei, da mia mamma. Mi dispiace da un lato esser qua“
Vanni Gibertini (Ubitennis): “Sono anche partite come questa che ti danno la spinta, la convinzione di continuare. Quando non hai niente da dimostrare puoi prendere le decisioni che vuoi. Sono queste le partite per cui alla fine dici ‘domani ci si alza di nuovo, ci si allena di nuovo’?“
Errani: “No, per me sono un po’ tutte, non ho una che dici “per questa”. Anche al primo turno di un torneo da 60000 io ci metto la stessa voglia che in un primo turno di uno Slam. Non sono quelle. Ovvio che non mi mancherà ancora tanto, però mi piace. Ho ottenuto la soddisfazione che volevo quando sono riuscita a rientrare nelle prime 100, erano anni che ero lì fuori e non riuscivo mai a rientrarci. Quindi dopo quasi quattro anni rientrare tra le prime 100 è stata proprio una mia soddisfazione. Era quasi diventata una sfida personale, riuscirci mi ha un po’ tolto un peso. Adesso gioco sicuramente un pochino più tranquilla, e prendo quello che viene. Ovvio che quando entro in campo do tutto, però son cosciente che sono agli sgoccioli. Quindi ci metto tutto come sempre ma perché amo il tennis, perché mi piace giocare, lottare, e quindi provo con tutte le mie forze“
D: “Una volta finito col tennis giocato, vorresti comunque rimanere nell’ambito del tennis sotto altri aspetti?“
Errani: “Anni fa pensavo di no. Invece adesso penso di sì. Ogni tanto mi piace anche guardare altri ragazzi che giocano, se posso aiutare e dare consigli mi piace, mi piace guardare dove possono migliorare. É una cosa che fa un allenatore, ed è quindi una cosa che mi piace abbastanza. Poi vedremo cosa farò, non lo so ancora. Sicuramente il tennis farà sempre parte della mia vita, è uno sport che mi piace da morire. Quindi mi piace anche guardarlo, vado a vedere il figlio del mio allenatore ai tornei ed impazzisco, mi piace tantissimo guardarlo, star lì, cercare di capire cosa potrebbe fare e cosa no“
evidenza
Il commento di Ubaldo: “5 su 5 per l’Italia nella prima giornata”
Il direttore commenta l’eccellente giornata inaugurale per il tennis italiano con le vittorie di Arnaldi, Musetti, Sonego, Giorgi ed Errani
Flash
Matteo Arnaldi dopo la prima vittoria slam: “il mio livello può essere vicino a quello dei migliori”
Dopo il primo successo in uno slam, il giovane sanremese si guarda indietro: “Il sunshine double è stato la svolta”

Matteo Arnaldi ha ottenuto oggi, nella giornata inaugurale del Roland Garros 2023, la sua prima vittoria nel tabellone principale di uno slam, ai danni di Daniel Elahi Galan.
Un match che era iniziato male (6-2 il primo set a favore del colombiano), ma le cui sorti si sono poi rovesciate a partire dal secondo parziale. “Ero partito un po’ teso-ha detto il sanremese-essendo la prima volta che giocavo in un main draw slam. Ma le esperienze dell’ultimo periodo mi hanno aiutato a restare tranquillo, e sapevo che alla distanza sarei potuto entrare in partita.” Esperienze che, dice Arnaldi, “mi hanno aiutato a prepararmi per oggi. La prima vittoria ATP a Barcellona, il successo con Ruud a Madrid, la prima partita vinta a Roma sono frutto del lavoro mio e del mio team negli ultimi due anni. Dedico questa vittoria a tutti noi. È un periodo buono, per via delle esperienze di tante prime volte che mi permettono di essere più tranquillo in partite come quella di oggi.”
Un successo che sa anche di rivincita, arrivato contro quel Galan che l’aveva estromesso dalle qualificazioni dello scorso US Open, prima di battere Stefanos Tsitsipas nel tabellone principale. “Erano due superfici diverse, e questo ha fatto la differenza. Oggi sono entrato con le idee più chiare. Il mio livello era molto simile a quello di oggi, ma la differenza è che i match bisogna vincerli, ed è quello che sto facendo ora. Questa è la cosa che reputo più importante.” Alla domanda del nostro Vanni Gibertini sulle condizioni di gioco poco clementi a causa del caldo e del vento, Arnaldi ha effettivamente confermato che “più che altro c’è stato un po’ di vento. Non è stato semplice neppure avere una partita di fianco, una condizione nuova per me.”
Ma qual è stato il punto di svolta di questa stagione? “Quando ho giocato a Doha, Dubai, Indian Wells e Miami. Sono state le esperienze a livello ATP che mi permettono di scendere in campo, ora, con più tranquillità. Sto imparando a conoscere il livello dei più grandi, come Medvedev, come Ruud. Inizio a capire che il mio livello può essere vicino al loro.”