[2] D. Medvedev b. L. Djere 6-3, 6-4, 6-3
È sempre difficile per i giocatori che vanno a giocare su una superficie a loro non congegnale capire cosa è necessario aggiustare nel loro stile di gioco per adeguarsi alle condizioni diverse e cosa invece è più opportuno lasciare inalterato per non allontanarsi troppo da ciò che è stato consolidato nel corso di tanti anni di allenamenti e partite.
Daniil Medvedev, dopo gli anni di rifiuto e sdegno nei confronti della terra battuta, si è deciso a cercare la sua dimensione anche sul mattone tritato, dato che alla fine si è reso conto che magari non è il caso di snobbare due mesi di stagione (che in questa stagione sono provvidenzialmente coincisi con il suo periodo di recupero dall’operazione all’ernia) e forse forse potrebbe non essere impossibile rimediare un titolo Slam o qualche piazzamento importante. Dopo un 2021 in cui ha raggiunto i quarti al Roland Garros giocando come se fosse stato a sua insaputa trasportato da un campo in cemento al rosso del Bois de Boulogne, sembra che il campione russo (che non si può più chiamare russo ma noi lo diciamo lo stesso) abbia deciso di importare qualche elemento del tennis più classicamente terraiolo. Nel 2022 sembra decisamente meglio sullo scivolamento, anche se sovente di tipo “California” (ovvero dopo aver eseguito il colpo, non prima), ed ha provato ad aggiungere un po’ di “curva” al diritto, mentre il rovescio rimane più filante.
Nel suo match di secondo turno contro Laslo Djere ha giocato un match d’introspezione, nel quale a parte lo 0-2 iniziale nel primo set ha sempre condotto piuttosto saldamente nel punteggio, ma lo si è visto cercare la strada giusta per dominare questa superficie a lui ostile. Djere ha provato quando possibile di aprirsi il campo angolando sul diritto per accomodarsi la conclusione dal centro del campo verso destra, ma ha anche sbagliato parecchio.
I due non si sono risparmiati nell’esecuzione delle palle corte: in questa gara ha certamente fatto vedere le migliori cose Laslo Djere, molto più preciso di Medvedev nella lunghezza del colpo, ma non altrettanto efficace nelle rincorse e nella copertura degli angoli.
Dopo un primo set nel quale Medvedev, dopo la falsa partenza dello 0-2, è apparso in grande controllo, Djere è riuscito a tenere testa al n. 2 del mondo per buona parte del secondo set, salvo poi incartarsi in una brutta serie di errori proprio quando maggiormente contava, servendo sul 4-4, offrendo su un piatto d’argento al suo avversario il secondo parziale.
La chiave della terza partita è stato il terzo game, durato oltre 20 minuti, nel quale Medvedev è riuscito a strappare il servizio alla sesta opportunità dopo un gioco-fiume di ben 28 punti, il più lungo del match. Il russo avrebbe avuto anche la possibilità di andare in vantaggio di due break nel caso in cui avesse sfruttato una delle quattro occasioni avute sul 3-1 in un altro game lunghissimo (24 punti), ma in ogni caso la fine del match è stata solamente rimandata di qualche minuto.
Medvedev avanza quindi al terzo turno dove affronterà il serbo Miomir Kecmanovic, vincitore di Bublik in quattro set, che costituirà certamente un banco di prova molto significativo per testare le vere ambizioni del “pretendente al trono” in questo torneo. Tra i due non ci sono precedenti in match ufficiali.