Roland Garros, doppio maschile: vincono Rojer e Arevalo. L’olandese fa tris Slam

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Roland Garros, doppio maschile: vincono Rojer e Arevalo. L’olandese fa tris Slam

PARIGI – Jean-Julien Rojer e Ivan Dodig si giocavano la possibilità del terzo titolo Slam nel doppio maschile. L’ha spuntata il 40enne Rojer, vincitore in coppia con Marcelo Arevalo, al suo primo trofeo Major

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Marcelo Arevalo e Jean-Julen Rojer - Roland Garros (foto @rolandgarros)
 

Da Parigi, il nostro inviato

Il torneo del doppio maschile del Roland Garros è appannaggio della coppia composta dall’olandese Jean-Julen Rojer e dal salvadoregno Marcelo Arevalo, che hanno superato, dopo una equilibratissima battaglia di oltre tre ore, il duo formato dal croato Ivan Dodig e dallo statunitense Austin Krajicek, con il punteggio di 6-7(4) 7-6(5) 6-3. Annullando tre match point nel dodicesimo gioco del secondo set e sfruttando poi nel terzo set l’unica palla break concessa in tutto l’incontro dagli avversari, che invece non saputo cogliere nemmeno una delle dieci occasioni avute a disposizione per strappare la battuta. È quindi il 40enne Rojer ad alzare il suo terzo trofeo Slam, dopo quelli di Wimbledon 2015 e dello US Open 2017 in coppia con il suo storico partner, il rumeno Horia Tecau (insieme, dal 2014 al 2019, hanno vinto complessivamente 21 tornei). Sfuma invece il “triplete” a livello Major per Ivan Dodig, già vincitore al Roland Garros con Marcelo Melo nel 2015 e lo scorso anno in Australia con Filip Polasek. Primo successo in un Major invece per il 31enne salvadoregno Arevalo, che in precedenza aveva raggiunto al massimo i quarti di finale, in Australia nel 2020 e nel 2021. Per una curiosa simmetria del palmarès Slam delle due coppie, anche per Krajicek sarebbe stato la prima vittoria in un torneo del Grande Slam e anche il 32enne di Tampa al massimo era arrivato sino ai quarti (allo US Open del 2018).

Nonostante la sconfitta in finale, la grande sorpresa del torneo è stata sicuramente la coppia croato-statunitense. I due giocano infatti insieme da appena un mese e mezzo (da inizio maggio a Belgrado) e questo era solo il quinto torneo disputato fianco a fianco. Ed erano arrivati in finale con una striscia di nove vittorie consecutive, dato che prima dei cinque turni parigini avevano vinto le quattro partite che avevano permesso loro di imporsi nell’ATP 250 di Lione. Nella loro strada verso la finale spiccava la vittoria al fotofinish nei quarti sui n.1 del seeding, gli statunitensi Ram e Salisbury, per 7-6 al terzo set (e 12-10 nel tie-beak). Rojer e Arevalo, tds n. 12, fanno invece coppia fissa dall’inizio dell’anno, e prima di Parigi avevano portato a casa i trofei degli ATP 250 di Dallas e Delray Beach. Nel loro percorso a Porte d’Auteuil, da segnalare la vittoria sulle tds n. 7 Puetz e Venus (6-1 al terzo) e soprattutto quella lottatissima sui n. 16 del seeding Bopanna\Middelkoop, che avevano eliminato i secondi favoriti del torneo, i croati Pavic e Mektic, ottenuta per 7-6 al terzo (10-8 in punteggio del tie-break decisivo).

Come detto in premessa, la partita è stata intensa ed equilibrata. Il primo set se lo erano aggiudicati meritatamente Dodig e Krajicek, considerato che non hanno mai sofferto nei loro turni di battuta (in cui avevano lasciato la miseria di 6 punti totali ai loro avversari), mentre invece Rojer e Arevalo avevano dovuto annullare ben cinque palle break per riuscire ad arrampicarsi al tie-break. Dove però l’equilibrio si spezzava subito a favore della coppia croato-statunitense, che scappava via nel punteggio (2-0, poi 3-1 e addirittura 6-2) e chiudeva sul 7-4, portandosi in vantaggio di un ser dopo poco più di un’ora di gioco.

Nel secondo parziale l’equilibrio era addirittura maggiore, perché entrambe le coppie tenevano con autorità i game di servizio (si andava ai vantaggi solo nel secondo game, sulla battuta di Arevalo). Equilibrio che rischiava di rompersi – con conseguente conclusione del match – nel dodicesimo gioco, quanto Rojer si aggrappava alla prima di servizio per annullare tre match point (non consecutivi). Si andava quindi nuovamente al jeu decisif, per dirla come i padroni di casa, dove stavolta si lottava punto a punto. Finchè Rojer e Arevalo arrivavano al set point sul 6-5 e piazzavano la zampata decisiva, sotto forma di una una volèe bassa  di dritto dell’olandese, portando la contesa al set decisivo, dopo oltre 2h15’ di partita.

Un problema alla mano destra di Dodig, che chiamava il medical time-out, ritardava l’inizio del terzo set. Che però nella prima parte continua sulla falsariga dei precedenti: chi rischiava erano sempre il salvadoregno e l’olandese, che annullavano altre due palle break – e si arrivava così a dieci in tutto –  nel terzo gioco. Come spesso capita nello sport, se non sfrutti le occasioni che ripetutamente ti si presentano, sono gli avversari a cogliere l’attimo. E infatti nell’unico momento di sbandamento di Dodig e Krajicek al servizio (anche se si era notato che i due avevano perso un po’ della brillantezza dei primi due parziali), arrivava il break del 4-2. Rojer e Arevalo non si voltavano più indietro e chiudevano – tenendo addirittura per la prima volta il servizio a zero – per 6-3, dopo 3 ore e 3 minuti. Come detto, terzo titolo Slam per Rojer (ora gli manca solo l’Australian Open) e primo per Arevalo; con ciliegina sulla torta il secondo posto nella Race e il best ranking per il tennista di El Salvador (da lunedì dovrebbe salire al n. 14, per la prima volta nella top 20).

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