Da Londra, il nostro inviato
[1] M. Berrettini b. D. Evans 6-3 6-3
Le belle sensazioni assaporate sui prati di Stoccarda la scorsa settimana proseguono ora anche al Queen’s per il campione in carica Matteo Berrettini. Il n.10 del mondo ha vinto 6-3 6-3 contro il tennista di casa Daniel Evans, in un’ora e 36 minuti di match in cui il servizio gli ha dato una grossa mano (21 ace), coadiuvato anche da parecchie imprecisioni commesse da Evans. Quest’ultimo infatti ha avuto un brusco passaggio a vuoto a cavallo dei due set perdendo cinque game consecutivi, che di fatto gli sono costati l’incontro. L’ultima mezz’ora è stata sicuramente la più spettacolare dove i due giocatori hanno dato vita a scambi spettacolari sia da fondo che sotto rete.
“Entrambi avevamo vinto un torneo la settimana scorsa ed eravamo in fiducia, e lo abbiamo dimostrato sul campo” ha commentato un raggiante Berrettini nell’intervista sul campo al termine del match. Berrettini dunque supera nuovamente il 32enne Evans, dopo averlo battuto lo scorso anno proprio sui campi del cinch Championships, e ora lo attende il vicnente di Denis Kudla.
“È stato un match duro anche se il punteggio non lo dimostra” ha poi aggiunto Berrettini in conferenza stampa. “Ora sono solo contento di stare di nuovo in saluto e di poter giocare questo torneo, non penso a Wimbledon. Ci sarà tempo per pensarci; lo scorso anno ho raggiunto la finale quindi ovviamente vorrei avere un’altra lunga cavalcata lì”.
“Credo che le condizioni a Stoccarda siano un po’ più veloci, nel senso che il club si trova un po’ in collina quindi è in altura e la pallina rimbalza un po’ di più. Inoltre la qualità dei campi non è esattamente come qui, dove i campi sono molto più omogenei e la palla rimbalza sempre uguale. Ho anche ridotto la tensione delle mie corde“.
“Non c’è affatto il rischio che stia giocando troppe partite. L’obiettivo è quello di giocarne il più possibile anche perché non ho giocato molto quest’anno. Ho fatto gli Australian Open e Rio, poi Acapulco e mi sono infortunato, dopo c’è stato Indian Wells e mi sono infortunato di nuovo, quindi non ho avuto molte chance di giocare partite; sarei più che contento se riuscissi a giocare altre quattro partite qui. Forse poi potrei essere un po’ stanco come lo scorso anno. Mi ricordo di aver chiamato il mio mental coach prima del primo turno dello scorso anno: “il torneo deve iniziare e mi sento già stanco”. Ma quando c’è uno Slam di mezzo non ha importanza, perché vai lì per giocare il più duramente possibile”.
IL MATCH – Primo set in distaccato controllo da parte di Matteo il quale, seppur passa avanti di un break solamente nell’ottavo game, è sempre sembrato in procinto di piazzare l’accelerazione decisiva. Evans gli dà una mano commettendo un doppio fallo sulla prima palla break del match – preceduta da un altro paio di gratuiti da fondo – mandando così Berrettini al servizio sopra 5-3. A questo punto, servendo per il set, c’è il primo momento di difficoltà dell’italiano che si deve difendere da due palle break. L’arma principale di Berrettini è ovviamente il servizio e ha pensato bene di farne uso: quattro prime vincenti consecutive mettono letteralmente k.o. Evans, e il parziale si chiude 6-3 in 37 minuti.
Il tabellone completo dell’ATP 500 del Queen’s
La piccola pausa fuori dal campo presa da Evans non gli giova più di tanto, visto che perde il servizio in apertura di secondo set, commettendo questa volta addirittura due doppi falli. Con l’aumento del pubblico sugli spalti (rimasti scarni dopo la fine del match Peniston-Ruud) anche il livello del gioco sale, raggiungendo l’apice nel terzo game del secondo set in cui Berrettini, ovviamente con il servizio, annulla una palla break dopo aver subìto due volte un pallonetto dal suo avversario. La facilità con la quale Matteo può salire di livello con il servizio è da vero campione, e quest’oggi anche lo slice ha funzionato bene.
La resistenza britannica inizia a farsi più coriacea sul finire di match, in particolare sul 4-3 quando il n.31 si procura altre quattro palle break, e solo dopo una serie di scambi lunghi e appassionanti Matteo riesce a sventare la minaccia. Superato quest’ultimo ostacolo Berrettini, con grande fatica e dopo un altro game interminabile, brekka nuovamente Evans, svegliatosi decisamente troppo tardi, ma che se non altro ha dimostrato al pubblico di poter lottare alla pari con l’italiano. Al quarto match point (dopo un dritto lungo di Evans) Berrettini può alzare le braccia al cielo e festeggiare la quinta vittoria consecutiva, la 29esima della carriera sull’erba.
[LL] D. Kudla b. L. Sonego 6-4 3-6 6-4
Non avrà luogo il secondo derby consecutivo su erba tra Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego. Il torinese infatti viene eliminato in tre set da Denis Kudla. Ad alimentare il rammarico per la sconfitta non è tanto il nome dell’avversario, quanto il dritto sbagliato e il doppio fallo sul 5-4 30-30 del terzo set, figli di un’evidente tensione. Kudla infatti gioca molto bene sull’erba e anzi, su questa superficie si è tolto anche qualche soddisfazione. Lo statunitense vanta un titolo challenger (Ilkley 2015) e altre tre finali (Surbiton 2015 e 2022, Nottingham 2021), oltre ad aver raggiunto gli ottavi a Wimbledon 2015, quando sconfisse Alexander Zverev finendo poi per cedere in quattro set contro Marin Cilic, e il terzo turno nel 2021, sconfitto da Novak Djokovic ma vendendo cara la pelle in tre set lottati, oltre alle quattro finali Challenger. I rimpianti per quel game finale però sono tanti, soprattutto dopo che Lorenzo era riuscito a rimettere in piedi il match, arrivando addirittura a condurre di un break nel terzo parziale.
IL MATCH – Sin da inizio partita, Sonego soffre dal lato del rovescio, permettendo a Kudla di prendersi un immediato break di vantaggio, sigillato da una bella discesa a rete in controtempo. Col servizio Lorenzo salva ben tre palle del doppio break ed entra finalmente in partita. Anzi, riesce addirittura a strappare il servizio all’avversario riportando il punteggio in parità. Lo statunitense si trova molto a suo agio sull’erba e muove benissimo il gioco con ambedue i fondamentali, mentre Sonego mantiene un atteggiamento forse un po’ troppo passivo in questa fase del match. Sul 3-3 Lorenzo cede nuovamente la battuta e manca due palle del controbreak in un game di risposta durato ben diciotto punti. Il torinese non riesce a ricucire lo strappo e perde il primo parziale per 6-4, nonostante abbia messo in campo l’84% di prime (facendo il punto solamente nel 56% dei casi).
Con questi ritmi al servizio però è solo questione di tempo prima che segua anche un’adeguata resa e in avvio secondo set infatti Sonego sembra trovare punti con maggiore facilità. L’azzurro prova la fuga sul 3-1, ma nel game successivo torna a soffrire in battuta e manca l’allungo sul 4-1. Subito dopo il controbreak però, Kudla pasticcia sotto rete e offre una chance di tornare di nuovo in vantaggio a Lorenzo, che si fa aggressivo col dritto fin dalla risposta e sale 4-2. L’azzurro rischia ancora grosso, ma alla fine riesce con fatica a tenere il servizio, annullando due palle break consecutive. Sul 5-3 invece le cose scivolano via più lisce per Sonego che difende la battuta a 30 e pareggia il conto dei set.
Sulle ali dell’entusiasmo l’italiano sale subito 2-0, ma subisce il prepotente ritorno nel match di Kudla, bravissimo a prendere l’iniziativa per primo e a sfruttare qualche errore di Sonego con il dritto anomalo. I due procedono spalla a spalla fino al 5-4 quando Kudla si affaccia sul 15-30 in risposta grazie a una buona combinazione di passanti. Sonego pareggia sul 30-30 con un ace, ma si lascia condizionare dal momento delicato e getta al vento la partita prima stampando in rete un comodo dritto e poi incappando in un doppio fallo, seguito da un lancio di racchetta che ben esprime tutta la frustrazione del ragazzo di Torino.
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