Berrettini avanza al Queen's (Battaggia, Giammò, Bertellino). Serena forever (Martucci)

Rassegna stampa

Berrettini avanza al Queen’s (Battaggia, Giammò, Bertellino). Serena forever (Martucci)

La rassegna stampa di mercoledì 15 giugno 2022

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Sicurezza Berrettini: 21 ace «Gioco sull’erba e sono felice» (Simone Battaggia, La Gazzetta dello Sport)

Un doppio 6-3 ricco di significato, di sicurezze consolidate e di colpi ritrovati. Dopo aver trionfato a Stoccarda nel torneo del rientro dopo tre mesi di stop per l’operazione alla mano destra, Matteo Berrettini mette un altro mattone importante nella scala che lo porterà a Wimbledon, e lo fa a prescindere dal fatto che ieri si trattasse “solo” del primo turno del Queen’s. Perché la partita contro il britannico Daniel Evans – numero 31 del ranking – poteva nascondere molte insidie, a iniziare dal fatto che pure quest’ultimo veniva da un torneo vinto, quello della scorsa settimana a Nottingham. Il romano ha sciolto tutti i dubbi in un’ora e 36 minuti, usando le sue armi migliori. La prima, ovviamente, è il servizio. Anche ieri ha messo a segno tanti ace – 21 -, con il 70% di prime palle, e quando si serve la prima con una velocità media di 213 km/h, per gli avversari si fa dura. E infatti il primo set è filato liscio per Matteo, che prima ha strappato il servizio all’avversario e poi nel game più delicato, con due palle break concesse sul 5-3, ha inanellato tre ace e un servizio vincente. Tra il primo e il secondo set l’inglese vive un passaggio a vuoto che gli costerà cinque games persi consecutivamente e di fatto segnerà la partita. Così Berrettini si prende subito il break di vantaggio, ma chiudere la partita non sarà affatto scontato. Gli ultimi due giochi della partita sono i più belli: sul 4-3, Berrettini riesce ad annullare quattro palle break all’inglese, tra passanti e discese a rete, costruendo così il 5-3 dopo una maratona di 16 punti. Sul suo servizio Evans non vuole cedere, Matteo fa prendere uno spavento a tutti quando scivola col piede sinistro mentre tenta di salvare una palla corta – nessuna conseguenza – ma ritrova scambi di alto livello e alla fine chiude al quarto match point. «Entrambi avevamo vinto un torneo la settimana scorsa ed eravamo in fiducia – ha detto Berrettini, che nel 2021 vinse il torneo – e lo abbiamo dimostrato. Amo giocare sull’erba e amo giocare qui al Queen’s. Tre mesi fa mi sono operato a una mano e davvero non sapevo se sarei riuscito a giocare questa stagione sull’erba. Sono davvero grato di esserci». […]

Ancora Berrettini «Vinco anche qui» (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

«Domenica ho battuto Murray e oggi Evans, ma prometto che non ce l’ho con voi inglesi». Ride stavolta Matteo Berrettini, al termine del match vinto nel primo turno del Queen’s contro il britannico Daniel Evans. Al di là della collocazione, tornare in campo dopo aver vinto un titolo, e farlo per di più in un torneo dove bisogna difenderne un altro, era scenario che poteva instillare qualche dubbio. Sono bastati invece pochi scambi per rendersi conto che il senso per l’erba di Matteo Berrettini è dote che né una lunga assenza né il cambio di cornice sono in grado di intaccare. Che a farne le spese sia stato un altro britannico, dà ulteriore peso a questa vittoria: un po’ per la predisposizione al gioco sul verde di cui gode, ma soprattutto perché reduce anch’egli da un titolo colto domenica nel Challenger di Nottingham. «Entrambi avevamo vinto un torneo la settimana scorsa ed eravamo in fiducia», ha sottolineato l’azzurro. Sostenuto ancora una volta dal suo servizio (chiuderà con 21 aces), Berrettini ha dovuto anche annullare sette palle break: pesanti le due in chiusura di primo parziale che hanno impedito a Evans di rientrare nel set, decisive le tre che nell’ottavo game del secondo set gli hanno poi permesso di andare al servizio per il match. «Gli ultimi due game sono stati molto lunghi ma questo è il bello del tennis. Bisogna lottare», ha infatti commentato a caldo Berrettini, giunto ieri alla sua quinta vittoria consecutiva sul verde del 2022. Così come Stoccarda, anche il Queen’s sarà per lui territorio di caccia. «Pochi mesi fa mi sono operato e tornare sull’erba è stata una decisione importante. Avevo dei dubbi sulla superficie scelta per il rientro ma adesso l’obiettivo è vincere di nuovo qui». Sulla sua strada troverà ora Denis Kudla che in tre set ha eliminato Lorenzo Sonego. Intanto ieri dai suoi canali social è tornata a parlare Serena Williams. Scarpe bianche su prato verde, l’americana vincitrice di 23 Slam ha annunciato che farà il suo ritorno in campo a Wimbledon: «SW (le sue iniziali, ndr) e SW19 (il codice postale di Wimbledon, Ndr), questo è un appuntamento. 2022, ci vediamo lì. Let’s go». 

Martello Matteo, l’erba è casa sua (Roberto Bertellino, Tuttosport)

A chi si chiedesse l’origine del soprannome con il quale è conosciuto Matteo Berrettini nel circuito ovvero “the hammer”, “il martello”, ieri il romano ha dato ulteriori risposte in merito, esordendo da campione uscente nel 500 ATP del Queen’s. Opposto al giocatore di casa Daniel Evans, fresco di titolo nel Challenger 125 di Nottingham ed “erbivoro” naturale, Matteo si è imposto in due frazioni mettendo a segno i suoi colpi “marchi di fabbrica”: servizio e diritto. Con la battuta ha fatto la differenza, basti ricordare come ha chiuso la prima frazione. Dal 15-40 e sul 5-3 ha piazzato quattro ace consecutivi che hanno lasciato fermo il rivale. Più equilibrata la seconda parte dell’incontro nella quale l’azzurro ha manovrato di più venendo anche spesso a rete e lottato maggiormente con Evans. Il sigillo è arrivato al quarto match point, dopo un’ora e 36′: «Il bello del tennis – ha detto Berrettini – è che devi sempre lottare e dare il massimo. Anche stavolta l’ho fatto contro un avversario in fiducia Inutile ribadire che mi piace l’erba. Dopo l’infortunio avevo dubbi sulla mia stagione sui prati ma ora sono qui, dopo aver vinto a Stoccarda, e cercherò ovviamente di ripetermi, anche sostenuto dal pubblico». Sono stati 33 i colpi vincenti di Matteo, con ben 21 ace e 7 diritti. Berrettini tornerà in campo domani contro il lucky loser americano Denis Kudla che ha fermato la corsa di Lorenzo Sonego al termine di 3 set combattuti e 2 ore e 15 minuti. Sconfitta amara del torinese che dopo essere partito male nella prima frazione, persa al decimo gioco, nella seconda è sembrato aver rimesso le cose a posto grazie al miglior rendimento del servizio e a meno errori non forzati. L’andamento a proseguito in avvio di terzo set, con il 27enne piemontese avanti di un break (2-0). Non è stato sufficiente perché Kudla è risalito ed è stato più lucido e aggressivo nei passaggi chiave. […]

Serena forever (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

«Il palcoscenico aspetta. La nostra 7 volte campionessa Serena Williams tornerà a Wimbledon con una wild card quest’estate per la ventunesima volta». La notizia dilania l’elegante tweet confezionato dall’All England Club e deflagra sui social, moltiplicando l’eco in migliaia di commenti, per una volta, pressoché univoci nella sorpresa, nel dubbio, nella perplessità, nella domanda più naturale: perché? Perché non abbandonare la scena nel silenzio senza esporsi a un ritorno che appare complicatissimo, per non dire disperato, senza partite, senza condizione fisica, senza riferimenti se non legati ai ricordi di un passato sia pur trionfale? Con la sua schiacciante personalità, la quarantenne afroamericana, che dal numero 1 del mondo è scaduta al 1208, ha avvisato i fans via Instagram: «SW (per Serena Williams…) e SW 19 (il codice postale di Wimbledon). È un appuntamento! Ci vediamo lì». Con la foto delle sue scarpe su un prato. Che, da lunedì, sarà il torneo di Eastbourne. Andrà con coach Mouratoglou, che era passato ad allenare Simona Halep? Serena, che ha trionfato ai Championships 2002, 2003, 2009, 2010, 2012, 2015 e 2016, non gioca sul circuito WTA dal 29 giugno dell’anno scorso, quando si ritirò in lacrime sul 3-3 15-30 contro Aliaksandra Sasnovich nel primo turno proprio dello Slam sull’erba dopo essersi storta la caviglia destra. Da allora ha postato foto di gala, di riunioni familiari, di svago con l’adorata figlioletta, con il marito, con le sorelle e alla presentazione del film “King Richard”, senza più riferimenti agonistici. Forse si basa sulla sensazione di superiorità sulle avversarie, e soprattutto sull’uno-due servizio-risposta, una condizione che la rassicura nel panorama attuale del circuito che presenta come unica protagonista solida la numero 1 del mondo, Iga Swiatek. Oppure il suo è un gesto disperato di chi, una volta a quota 23 Slam, agli Australian Open 2017, ha perso sotto il traguardo di Wimbledon e US Open 2018 e 2019. A una sola tacca dal record di 24 Slam di Margaret Court, record spurio fondato sugli 11 titoli nel torneo che negli anni ’60 e ’70 era la “gamba zoppa” dello Slam, e quindi disertato da molti. Dopo le tante pause prese negli ultimi anni, ora Serena torna per rilanciare ancora, torna per ritirarsi sul Centre Court, il campo più importante del tennis e dei suoi ricordi più belli? Di sicuro, da autentica star, riconquista tutti i riflettori.

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