Il numerosissimo pubblico che ha assiepato gli spalti dello splendido centrale di San Marino (Challenger 80, terra battuta outdoor) avrebbe voluto che fosse lâazzurro Matteo Arnaldi ad alzare al cielo il trofeo. E il ragazzo ha fatto davvero di tutto per riuscirci, non gli è mancata la tecnica e nemmeno la resistenza fisica, ma giusto quel pizzico di malizia di cui il 23enne russo Pavel Kotov è giĂ abbondantemente provvisto. La partita, 7-6(5) 6-4, è stata davvero bella con entrambi i giocatori a cercare le righe con palle veloci e angolate. Gli scambi si risolvevano quasi sempre in un brutale corpo a corpo, senza esclusione di colpi, in cui il tennista sanremese non ha certo sfigurato, anzi era spesso lui a tenere in mano il pallino. E in ogni caso era solo lui a cercare interessanti variazioni con la palla corta. Il problema è che Kotov è un giocatore solidissimo, uno che se ti azzanna alla caviglia è difficile convincerlo a mollare la presa. CosĂŹ il primo set, al termine di un frenetico ping-pong che partorisce solo un break per parte, si decide in volata con il russo che nel tie-break va avanti 6-3. A quel punto Arnaldi gioca il tutto per tutto e con due autentici capolavori sembra sul punto di raddrizzare la situazione. Di capolavoro però ne servirebbe un altro e Kotov non è per niente dâaccordo, riuscendo a giocarsi lâultimo set point in maniera magistrale.
Arnaldi non si scompone e inizia il secondo parziale nel migliore dei modi, anzi continua ad accelerare e a chiamare a rete Kotov con la palla corta, finendo per innervosirlo. Il russo si arrabbia e sbatte per terra la racchetta. Lâarbitro fa finta di non vedere ma la strategia di Kotov ormai è chiara: vuole spezzare il ritmo di Arnaldi, costi quel che costi. E allora va a cercarsi ostinatamente il warning che finalmente arriva per âtime code violationâ. Ma il comportamento di Kotov non sembra sortire gli effetti desiderati perchĂŠ il break arriva inesorabile. Il russo allora scopre di avere la bua e chiama immediatamente un medical time-out, insomma tutti i piccoli espedienti del giocatore esperto che vuole impedire allâavversario di risalire la corrente. Matteo non cade nella trappola e rimane saldo al timone, almeno fino allâottavo gioco quando è il suo turno di cedere il servizio. Nel game successivo sembra poter rimettere le cose a posto ma purtroppo non sfrutta tre palle break consecutive e questo mette la parola fine allâincontro: vittoria del russo col punteggio di 7-6(5) 6-4. Un risultato tutto sommato ineccepibile anche se lascia un po’ di amaro in bocca, soprattutto perchĂŠ Matteo ha tuttâaltro che demeritato e con pizzico di malizia in piĂš avremmo probabilmente visto unâaltra partita. Per Kotov terza vittoria Challenger dopo la doppietta a ForlĂŹ di qualche mese fa, e nuovo best ranking alla posizione n.115, stessa cosa dicasi per lâitaliano che sale al n.186 ATP, meritato sigillo di unâottima stagione. E adesso tutti a New York.Â