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WTA Cincinnati: trionfo Garcia, Kvitova lotta ma non basta
Partita dalle qualificazioni, Caroline Garcia trionfa a Cincinnati battendo per 6-2,6-4 Petra Kvitova. Per la francese decimo titolo in carriera, terzo mille

[Q] C. Garcia b. P. Kvitova 6-2 6-4

Una settimana perfetta, la settimana perfetta. Potremmo dire così della vittoria al torneo di Cincinnati di Caroline Garcia che ha battuto in due set Petra Kvitova in 6-2, 6-4. Potremmo perché in realtà la giocatrice francese ha iniziato a giocare ben prima di tutte le altre, provenendo dal torneo di qualificazione al torneo ed avendo dovuto disputare ben due match prima di accedere al tabellone principale. Una storia che ricorda, se volete, la favola di Emma Raducanu dello scorso anno agli US Open. Sarà il cemento americano ad ispirare queste storie? Crediamo di no, ma ne prendiamo atto. Come prendiamo atto di questa finale che ha visto la giocatrice francese rispondere presenti nei momenti importanti del match dove ha sempre giocato il suo miglior tennis, affidandosi ad una prima di servizio molto solida, grazie ad 11 ace ottenuti e ad un dato che è emblematico dello stato di forma della giocatrice francese: 8 palle break salvate su 8 non sono un caso.
La finale di Cincinnati è il nono incontro in carriera tra le due giocatrici con uno score che parla a favore della tennista ceca, vincitrice in ben cinque occasioni le ultime due disputatesi nel 2019 a Miami e Madrid, in entrambe le circostanze al secondo turno dei rispettivi tornei. Questa nona sinfonia è un match che parte decisamente a favore della giocatrice francese che non solo ottiene il break in apertura di incontro, non solo lo conferma nel proprio turno di battuta ma moltiplica il tutto per due; il 4-0 iniziale è un’impronta moto importante su questo match soprattutto per la sicurezza nei turni di battuta: nel primo annullando due palle break, nel secondo ottenendo il game a zero. E fin qui, visto il torneo della francese potremmo dire, nulla di nuovo sotto il cielo bizzarro di Cincinnati. La differenza è ovviamente sui turni in risposta: ed è proprio grazie ad una risposta profonda e aggressiva che Garcia riesce a togliere tempo e fiato a Kvitova. La logica conseguenza è il 4-0 iniziale. È solo nel quinto game dell’incontro che, la ex numero 2 al mondo, riesce a scuotersi e a porre degli argini a quello che sembra un fiume in piena inarrestabile. Il 4-1 sembra destare Petra che prova a reagire da campionessa, procurandosi altre due palle break. Il destino, però, è lo stesse delle precedenti: annullate. Occasione troppo ghiotta che la giocatrice francese non può non cogliere, ed è grazie all’ennesimo errore in risposta della sua avversaria che conquista il game numero 5. Il set sostanzialmente finisce qui: il successivo turno di battuto, vinto a zero dalla ceca, è solo l’anticamera alla conclusione del set su cui Garcia mette il punto esclamativo con un’ottima prima, in 39 minuti di gioco. Fino a questo punto del match la francese è stata praticamente perfetta soprattutto nel rendimento al servizio, arma sfruttata a pieno: 4 ace e l’80% di punti con la prima di servizio, in poche parole una sentenza.
Il secondo set si apre più o meno com’è finito il primo, con Garcia avanti nel punteggio grazie ad un break e Kvitova incapace di chiudere un game che conduceva per 40-15. Il motivo? Il solito: ceca insicura nei momenti decisivi, Garcia con i piedi in campo ad attendere il servizio. Ovviamente il secondo game non fa che confermare il leit motiv. Il 2-0 è un punteggio giusto anche nel secondo set che però a questo punto ha uno stop. Non è la pioggia questa volta a decidere quando e se continuare, ma il medical time out chiesto da Kvitova che rientra negli spogliatoi. Fu vera necessità? Ai successivi game l’ardua sentenza si potrebbe dire. Se il primo di questi è a favore dell’ex campionessa di Wimbledon, il secondo riconferma ancora una volta la giornata no di Kvitova e delle palle break: cancellata anche la quinta possibilità di break, la giocatrice francese rinsalda il proprio vantaggio sul 3-1. Quello che succede nel quinto game del set è piuttosto emblematico del match visto finora: il punteggio è di 3-2 per la Garcia con Kvitova avanti 0-40. Non vogliamo girarci troppo attorno: non sono bastate altre 3 palle break alla ceca per vincere il game. In totale sono 8 nel match con un tasso di conversione dello 0%. L’altra faccia della medaglia, quella francese, invece parla di altri 3 ace, 8 nel match. Numeri a specchio che vogliono dire tutto ma soprattutto 4-2 Francia. I successivi due game seguono i servizi delle giocatrici fissando il punteggio sul 5-3 e consentendo a Garcia di poter servire per titolo. E così in effetti è. Il game numero 4 per Kvitova è poco più di una formalità. Come quasi una formalità è il decimo e decisivo game che, grazie all’undicesimo ace e ad un servizio sempre efficace, permettono a Caroline Garcia di conquistare il decimo titolo in carriera, terzo in un mille (ultimo Pechino 2017 con Simona Halep), terzo titolo in stagione su tre superfici diverse. Da domani sarà numero 17. Cosa chiederle di più?
Il tabellone completo del WTA di Cincinnati
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ATP Miami, Sinner: “Ho sfruttato le mie chance e ho sbagliato poco da fondocampo”[ESCLUSIVA]
L’azzurro al termine del match con Rublev: “Quando servo così bene mi sento più tranquillo in risposta”

Jannik Sinner continua a volare nel Miami Open presented by Itaù: il tennista altoatesino ha superato in scioltezza 6-2 6-4 Andrey Rublev, conquistando per la terza volta consecutiva i quarti di finale nel torneo della Florida. Una prestazione convincente e soddisfacente quella dell’attuale numero 11 del mondo che ha analizzato così la sua prova ai nostri microfoni e in conferenza stampa.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Congratulazioni, bellissima vittoria. Ho notato che negli ultimi match hai limitato molto il numero degli errori, adesso pensi di più al colpo che devi giocare. È una cosa che ti aiuta a sbagliare di meno?
Jannik Sinner: “Stiamo lavorando molto su ogni colpo da giocare in partita, ma devo sempre avere la palla giusta per giocarlo. Come avevo detto quando ho vinto con Dimitrov, stiamo lavorando per essere più imprevedibili, gli avversari altrimenti ti conoscono bene. Sicuramente oggi ho sbagliato poco da fondocampo, ho giocato le palle giuste. Ho servito bene e quindi mi sento più tranquillo in risposta, potendo rischiare di più”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Servizio e risposta sono stati importanti in questo match: hai servito molto bene e l’hai messo sotto pressione con la risposta. Hai fatto qualcosa di particolare che ha funzionato bene?
Jannik Sinner: “Sicuramente di stare aggressivo sulla seconda, quando serve la prima è difficile rispondere, serve forte e preciso. Oggi ha servito il 70% di prime, quindi dovevo sfruttare ogni chance che avevo. Nel primo set ho sbagliato la volée sulla prima palla break e nel secondo set un dritto. Oggi sono riuscito a sfruttare le mie chance, ma arriveranno anche le giornate in cui farò più fatica a sfruttarle”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: In questi tornei in cui a volte c’è un giorno di pausa e a volte no, per alcuni giocatori è più difficile gestire la routine. Per te com’è questo ritmo?
Jannik Sinner: “Alla fine ti devi adattare. Nei giorni di riposo ti alleni in base a quanto hai giocato il giorno prima, se stai servendo peggio fai un po’ più di servizio. Ieri ho fatto un po’ meno perché mi sono sentito meglio. Oggi mi riposerò perché so di rigiocare domani, quindi devo gestirmi”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Parlaci del tuo prossimo avversario.
Jannik Sinner: “Con Emil sarebbe una partita dura, ci conosciamo abbastanza bene, ci siamo allenati nella preparazione insieme. È un giocatore solido, sta iniziando a servire bene. Van de Zandschulp forse serve un po’ meglio, si muove bene da fondocampo e tira forte. Sarebbe una partita nuova, non ci siamo mai allenati insieme”.
Interessanti anche le dichiarazioni ai giornalisti in inglese, soprattutto riferite al suo atteggiamento in campo: “Sono un giocatore migliore adesso. Cerco di trovare sempre a strada migliore per interpretare il match, ho un piano chiaro in testa e cerco di portarlo avanti. Cerco di fare sempre il possibile e di dare il meglio, con il migliore atteggiamento possibile che posso tenere”.
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WTA Miami, Trevisan: “Ho tolto certezze a Ostapenko sin dall’inizio, le ho fatto giocare sempre una palla in più” [ESCLUSIVA]
Intervista esclusiva di Ubitennis alla toscana dopo il successo contro Jelena Ostapenko: “Ho cercato sempre di farla difendere”

Una grande Martina Trevisan ha conquistato per la prima volta in carriera un quarto di finale a livello WTA 1000 nel Miami Open presented by Itaù, superando con un netto 6-3 6-3 Jelena Ostapenko, ex campionessa del Roland Garros. Con questa vittoria, la tennista fiorentina si è issata virtualmente addirittura al numero 20 del ranking mondiale. La numero 1 d’Italia ha rilasciato delle parole al nostro inviato in Florida, Vanni Gibertini.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Congratulazioni Martina. Un’ottima partita, sicuramente lei (Ostapenko, ndr) ti ha dato una mano, ma tu hai approfittato di tutte le occasioni che ti ha concesso.
Martina Trevisan: “Lei ha iniziato molto bene perché nel primo game ha fatto subito tre, quattro vincenti. Da parte mia sono stata brava a toglierle le certezze che aveva inizialmente, l’ho portata a un punto in cui ha perso un po’ di pazienza e mi ha concesso qualcosa in più, ma credo che sono stata brava a toglierle certezze in quel momento”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: All’inizio del secondo set si sentiva forte una voce parlare, non so se anche in campo si è sentito come dagli spalti.
Martina Trevisan: “Fortunatamente non ho sentito questa voce, ma c’era un sacco di movimento, c’era uno che si alzava costantemente con la maglietta arancione”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Ultimamente si è parlato molto del lasciare più libertà agli spettatori, ne hanno parlato sia Jessica Pegula che Frances Tiafoe. Che cosa ne pensi tu?
Martina Trevisan: “Penso che sia uno sport in cui abbiamo bisogno di silenzio e di calma rispetto ad altri sport. Loro sono più abituati alla confusione con il basket e il football, ma a mio parere è meglio così”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Tornando alla partita di oggi, come si fa a gestire una giocatrice che non ti dà ritmo, spara tutto ed è capace di fare i punti in un modo e nell’altro.
Martina Trevisan: “La cosa che mi ero prefissata di fare era di contrattaccare quando avrei avuto la possibilità perché a lei non piace difendere. Sono entrata in campo con molta decisione e ho cercato di farle giocare sempre una palla in più”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Tu giocherai domani contro un’avversaria sicuramente forte, una tra Rybakina e Mertens. Parlaci di entrambe.
Martina Trevisan: “Con Rybakina non ci ho mai giocato, ma sappiamo come gioca. Con Mertens ci ho giocato ad Abu Dhabi un mese fa, ma siamo a Miami e sarebbe sicuramente una partita diversa, so come prepararla”.
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Varvara Gracheva diventerà presto francese? La fredda reazione di Tarpischev
Cresciuta tennisticamente in Francia dove risiede da sette anni, la moscovita classe 2000 avrebbe completato la procedura di naturalizzazione

Nata a Mosca il 2 agosto 2000, Varvara Gracheva si sta facendo notare in questo inizio di stagione. Dopo il balzo del 2019 dalla posizione n. 479 alla 108 del ranking, è rimasta per buona parte degli ultimi tre anni all’interno della top 100, arrivando tra le prime 60 per un breve periodo durante la scorsa estate per poi perdere una quarantina di posizioni. In queste settimane, dopo il terzo turno all’Australian Open battendo anche Daria Kasatkina, ha messo a segno diverse vittorie che tra l’altro l’hanno portata in finale a Austin e agli ottavi a Indian Wells. In California, partendo dalle qualificazioni, si è arresa solo alla futura campionessa Elena Rybakina, risultato che l’ha premiata con un nuovo best ranking al n. 54 che è tuttavia già “scaduto”, dal momento che è ancora in gara a Miami e virtualmente 44a nella classifica live, in attesa del match di ottavi contro Kvitova nella tarda serata italiana di lunedì.
Varvara fa ora parlare di sé anche per un motivo non direttamente legato alle sue prestazioni sul campo da tennis. Secondo quanto riporta l’Équipe citando beIN Sports, la tennista al momento senza bandiera sarebbe sul punto di ottenere la cittadinanza francese. Sulla procedura è stato mantenuto uno stretto riserbo e, sempre stando al quotidiano parigino, sia la federtennis francese sia la Direction Technique Nationale (preposta alla formazione dei campioni e allo promozione dello sport) erano state istruite a non divulgare la notizia, che alla fine è evidentemente trapelata.
Varvara vive in Francia e si allena all’Élite Tennis Center da quando aveva sedici anni e il processo di naturalizzazione non sarebbe in alcun modo legato all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. A quanto pare, la procedura è stata completata lo scorso 5 marzo ed è ora al vaglio del ministro degli Interni, restando dunque solo da attendere la pubblicazione ufficiale del decreto.
Sulla vicenda si registra anche un commento non esattamente conciliante di Shamil Tarpischev, il capo della federtennis russa. “Sono in un training camp in Turchia, non ho informazioni su Gracheva, quindi non posso commentare. Ma non vedo grandi perdite per noi. Abbiamo tante ragazze talentuose e stiamo lavorando sulla prossima generazione”, ha detto, come riportato da ubitennis.net.
Da parte francese, la speranza è che possa gareggiare sotto il drapeau tricolore già dal Roland Garros e partecipare alla Billie Jean King Cup, anche se difficilmente già alle qualificazioni di metà aprile, con les bleues attese a Coventry dalla Gran Bretagna. Oltre a considerare i vantaggi di un passaporto comunitario per chi viaggia continuamente come i professionisti del tennis, Varvara sta per diventare la seconda tennista di Francia, dietro alla numero 4 Caroline Garcia e davanti ad Alizè Cornet, 66a.