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US Open: New York, e l’ATP, incoronano il loro nuovo re. Alcaraz supera Ruud, primo Slam e più giovane n.1 di sempre
Carlos Alcaraz batte in quattro set il norvegese,Casper Ruud e riscrive l’ennesimo record

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Il video-commento di Ubaldo che compare qui continua sul sito di Intesa Sanpaolo nella sezione “Sottorete” curata in collaborazione con Ubitennis, che potrete trovare al seguente link.
Clicca qui per guardare il video-commento completo di Ubaldo Scanagatta sulla finale maschile dello US Open 2022 sul sito di Intesa Sanpaolo
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[3] C. Alcaraz b. [5] C. Ruud 6-4 2-6 7-6(1) 6-3
Una finale, quella andata in scena oggi a Flushing Meadows, come mai prima si era vista, e chissà se mai si rivedrà. Una finale che non metteva in palio “solo” un trofeo del Grande Slam, ma che avrebbe regalato al vincitore anche il primo posto nel ranking da domani. Una finale, quella vinta da Carlos Alcaraz su Casper Ruud, che passerà alla storia per questi e svariati altri motivi, a partire dal nuovo record che lo spagnolo è andato a segnare: sarà il più giovane n.1 della storia della classifica ATP, a 19 anni e 4 mesi, battendo il precedente record di Lleyton Hewitt, che lo diventò invece a 20 anni e 9 mesi. Record di precocità in primis, ma anche balzo di ranking più grande (a pari merito con Moya, Agassi e Sampras), dato che passerà al n.1 dalla classifica di inizio torneo che era di n.4 al mondo.
Non sarà il più giovane a vincere uno Slam, neanche tra i più giovani, ma sicuramente Alcaraz si dimostra un campione di resilienza, divenendo solo il quindicesimo tennista nell’Era Open a vincere un torneo dello Slam dopo aver annullato match point nel corso del torneo. Diventa il primo a farlo qui allo US Open dal 2016, quando Wawrinka vinse ma rischiò contro Evans, e il settimo nella storia del torneo. La voglia e la caparbietà di Carlos sono emerse anche stasera, a più riprese: con i set point annullati nel terzo set, il saper tenere sempre a debita distanza Ruud, trattenere l’esuberanza e giocare con calma o sfruttare il servizio quando il match lo richiedeva. Piccoli dettagli, forse non così chiari come le corse e i passanti, ma che alla lunga hanno permesso ad Alcaraz di reggere il timone della finale.
Il match – in partenza già due palle break da fronteggiare per Ruud, molto reattivo sotto rete sulla seconda delle due, preciso nel piano tattico di muovere tanto lo spagnolo, che però subito fa paura con la risposta alla seconda, che specie dal lato del rovescio può essere una chiave a suo favore, anche per costringere il norvegese a forzare quando non entra la cara prima. Situazione che si ripete nel game di servizio di Carlitos, che subisce la variazione e il coraggio in risposta di Ruud, molto centrato, ma se la cava con due prime vincenti, importante segnale di lucidità. Non si fa però molto attendere il break, ed è a favore di Alcaraz nel terzo gioco, non gestito benissimo dal n.5 del seed, un po’ titubante su un paio di punti, ma soprattutto costretto a capitolare sulla rapidità e la prepotenza dello spagnolo, dalla risposta per poi tutto il punto, di qualche giro superiore. Il norvegese ha però un’immediata chance di contro-break, causata anche da qualche decisione che la sfrontatezza e la gioventù portano Alcaraz a sbagliare, annullata dalla prima (certo non ultima) palla corta riuscita, con passante a seguire, del match. Si prosegue senza scossoni, con lo spagnolo che più spesso cerca di uscire dallo scambio e si ritrova anche ad attaccare, preferendo volée lunghe e decise, in luogo di un Ruud che preferisce sempre la costruzione, e ossessivamente cerca il dritto da ogni angolo (e ha vinto il premio sportività per un doppio rimbalzo non visto, da lui indicato come tale). Il primo set, viene vinto 6-4 da Alcaraz, un tantino più meritevole per l’iniziativa, nel primo gioco al servizio tenuto a 0, senza alcun problema, addirittura andandosi a prendere i primi due punti con il serve and volley, piano da non trascurare per tenere fuori ritmo Ruud e impedirgli di palleggiare come vuole.
Il secondo set si apre seguendo l’ordine dei servizi, con entrambi i giocatori bene in battuta, senza permettere all’altro di trovare un passo differente, questo almeno fino al quinto game, dove il servizio di Ruud inizia ad entrare un po’ meno e lo spagnolo prova a cavalcarne l’onda accelerando da fondo, e dando più dinamismo ai propri colpi, già di per sé più estrosi e capaci di cambiare ritmo, per arrivare a palla break. Ma proprio quando la palla scotta il norvegese richiama il proprio servizio e annulla l’occasione allo spagnolo, trovando buona risposta anche dalla seconda. E la lucidità di Ruud si rivela ancora più importante nel sesto gioco, quando è lui ad alzare il livello, con un grandissimo game in risposta e un paio di punti da maratoneta, dovuti in parte ad un Alcaraz quasi incerto al momento di chiudere, che gioca smorzate fuori contesto, ma soprattutto alla voglia e la qualità difensiva del norvegese. Prosegue l’ottimo secondo set confermando il vantaggio subito dopo, prontamente annullando una chance di contro-break al n.3 del tabellone, sempre senza strafare ma ancora contando sulle solite armi del servizio e della costruzione, neutralizzando la debordante potenza dell’avversario, che non sta trovando la solita cambiale di punti nelle palle corte, con soli 2 punti su 7 giocate, tutte però non strettamente necessarie né ben costruite. E chiude con un brusco crollo il suo set Alcaraz, con Ruud che va a pareggiare il match con un netto 6-2, in un ultimo game rovinoso dello spagnolo, che soffre la tensione e le aspettative, con errori e scelte da rivedere, tutto a favore della tranquillità di Casper, che non deve far altro che ribattere da fondo, come ama, e andarsi a prendere un meritato secondo set, la cui vittoria è partita dalla prima palla break annullata.
Entra male nel terzo parziale Ruud, subito sotto 0-40 con un piccolo calo di tensione e un paio di errori assolutamente rivedibili, dovuti alla concentrazione. Le prime due palle break scorrono lisce, alla terza Alcaraz riprova l’amata palla corta, stavolta eseguita però ai limiti della perfezione, che gli permette di mettere subito il naso avanti nel set. Non dura però a lungo la gioia per lo spagnolo, che nel quarto gioco viene prontamente riacciuffato da Ruud, complice un aumento della pressione e un piccolo passaggio a vuoto con un paio di brutti errori, che permettono al norvegese di prendere coraggio e ed esuberanza, quasi mescolando i ruoli. Pesa molto la palla del doppio break non sfruttata nel terzo game da Carlitos, dovuta ancora alla compattezza e alla lucidità del suo avversario, meno falloso. Lo spagnolo sembra a tratti un po’ a corto di energie, cercando sempre l’affondo che vada a spiazzare Ruud, da parte sua sempre tranquillo, pronto in caso di bisogno a calcare con pesantezza la mano sul dritto. La via del tie-break, dopo un terzo set di altissimo livello tecnico e di intensità, viene tracciata definitivamente da un dodicesimo game fiume di più di 10 minuti, in cui si susseguono prodezze di entrambi, da risposte super di Ruud a incredibili accelerazioni di Alcaraz, che annulla anche due set point, in entrambi i casi andando con coraggio a rete, cercando di stanare il rovescio del norvegese, che sta andando alla grandissima dal lato destro. Tutto bene per Ruud…almeno fino al tie-break, dove tutti i problemi che può dare la lontananza dalla linea di fondo da cui parte emergono, con errori da ambo i lati che da un po’ non commetteva, e solo il primo punto vinto. Dunque Alcaraz, ad un passo dallo svantaggio, si rialza, e senza dover strafare, si trova davanti 2 set a 1.
Entrambi appaiono più stanchi in avvio di quarto parziale, e quasi risparmiano le energie, senza affondare mai in risposta, ma limitandosi a tenere i game di battuta. Infatti non a caso le percentuali al servizio, nonché la qualità, sono notevolmente aumentate, specie per Ruud, mentre va apprezzata ora anche una miglior gestione da parte di Alcaraz, che tira al massimo sì, ma ci pensa su due volte. E questo gioco più equilibrato dà fiducia allo spagnolo, che alza sensibilmente il suo livello nel sesto game, riattivando la massima velocità delle gambe e non concedendo nulla al norvegese, giocando anzi lui con pazienza e in costruzione, così da forzargli l’errore alla lunga, che costa al fantasmino un pesante break. Il 19enne di Murcia, che ha perso solo 2 punti quando ha messo la prima in campo in questo set, lo va prontamente a confermare, con un altro game dove il servizio gli dà una mano non indifferente, arrivando a 11 ace e risalendo da uno 0-30 che sarebbe potuto essere pericoloso. E così, con pazienza, con coraggio, con merito soprattutto, Carlos Alcaraz Garfia da Murcia va a chiudere con il quattordicesimo ace (8 dei quali nel quarto set, uno dei fattori principali della vittoria a conti fatti) una bella finale, contro un grande avversario, che fino all’ultimo ha combattuto, e ha dato tutto, ma quel tutto non è bastato per ritardare l’inarrestabile corsa di questo ragazzo, al primo Slam di tanti, probabilmente. E per il più giovane n.1 al mondo della storia, riuscito a vincere al nono Slam della carriera, le probabilità sfociano nella super realtà che sta costruendo.
“Prima di parlare di tennis, vorrei dire qualcosa perché oggi è una giornata importante per questo Paese – ha esordito Ruud durante la premiazione – Voglio ricordare tutte le persone che hanno perso la loro vita in quella giornata tragica nel 2001, a loro vanno tutte le mie preghiere, il mio cuore, il mio pensiero e il mio affetto. Sta andando tutto alla grande quest’anno, è fantastico e sono molto contento, è difficile spiegarlo in poche parole. È stata una serata speciale, Carlos e io sapevamo quello che ci fosse in palio. È bello che da domani saremo i primi due giocatori nel ranking, mi spiace ovviamente non essere il numero 1, ma posso dire che nemmeno il numero 2 è così male. Ora posso continuare ad andare ancora alla ricerca del mio primo Slam. Devo tutto alla mia famiglia, sono stati lì con me dal primo giorno, non posso ringraziarli a sufficienza ed è il motivo per cui sono qui in questo momento. Hanno fatto grandi sacrifici per me, non posso che essere loro grato”
“Come ha fatto Casper, anch’io voglio prima parlare di che cosa rappresenta questo giorno: i miei pensieri sono con tutti voi in questa giornata particolare – gli ha fatto eco Carlos Alcaraz prima di ricevere il trofeo – è difficile affrontarla normalmente. I miei pensieri sono tutti con voi, vi sono vicino. Tutto quello che sto vivendo oggi è un sogno che si realizza, ho lavorato molto duramente. Non è facile parlarne ora, ci sono davvero molte emozioni in gioco. Ho cercato di raggiungere questi traguardi anche grazie ai miei genitori e al mio team, anche perché tutte le decisioni complicate le hanno prese loro. Ho pensato molto alla mia mamma, che non è qui, così come mio nonno. Ci sono diversi miei parenti qui, ma anche altri che non sono potuti venire: stavo pensando a tutti quanti loro. Ho sempre detto che non è il momento di essere stanco, soprattutto prima in una finale Slam. Devi dare tutto quello che hai e tutto quello che senti dento, quindi non era proprio il momento per sentirsi stanco. In tanti sono venuti in queste settimane, anche dalla Spagna, per fare il tifo per me. Sono arrivati un po’ da tutto il mondo per incoraggiarmi. Il calore e l’affetto che ho sentito fin dal primo turno sono stati incredibili, questo è stato probabilmente il pubblico con cui mi sono sentito maggiormente in sintonia in tutto il mondo“.
Poco dopo, ai microfoni di Eurosport, Alcaraz ha risposto alle domande di Alex Corretja: “È qualcosa di incredibile essere il n°1 del mondo e avere la coppa in mano, realizzo un sogno che avevo fin da bambino, fin da quando ho iniziato a giocare a tennis. Ho lavorato tantissimo per essere qui, è un momento molto speciale e, ovviamente, non me lo dimenticherò mai. Sono riuscito a vincere il primo set perché ho servito molto bene, anche se credo che Casper aveva più possibilità di vincerlo, così come il terzo: ero molto teso. Sono fortunatamente riuscito a sciogliermi un po’ perché lui giocava benissimo da fondo. È stata una partita durissima, fortunatamente sono riuscito a portarla a casa. L’unico obiettivo ad un certo punto era alzarmi bene la palla e servire al meglio. L’ultimo gioco è stato durissimo, mi pesavano moltissimo le gambe nonostante avessi sotto controllo il battito cardiaco. Sapevo di dover servire benissimo nell’ultimo gioco.“
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WTA Miami: Giorgi salva se stessa e la giornata delle italiane. Paolini esce tra i rimpianti
Camila ha bisogno di tre ore e mezza (match più lungo della stagione WTA) per superare Kanepi. Jasmine va vicina al 4-1 nel parziale decisivo contro Bjorklund e poi si fa rimontare

Si è conclusa con una nota positiva una giornata complicata per le tenniste azzurre nel day 1 del Miami Open by Itaù. Dopo la sconfitta di Cocciaretto e quella di Paolini, che ha sprecato un set di vantaggio e diverse altre occasioni (su tutte la doppia opportunità di salire sul 4-1 nel parziale decisivo) nel match contro la qualificata Mirjam Bjorklund, è arrivata quantomeno la soffertissima vittoria di Giorgi che ha avuto la meglio di Kanepi dopo tre set (tutti finiti al tie-break) e 3 ore e 37 minuti di gioco: si tratta del record di durata della stagione WTA. Il match tra la marchigiana e l’estone ha assunto i tratti dello psicodramma quando Camila si è fatta rimontare dal 5-0 nel parziale decisivo per colpa soprattutto dei doppi falli (5 nei due game in cui ha servito per chiudere l’incontro e 14 totali). L’azzurra ha comunque ritrovato la lucidità nell’ultimo tie-break e ha così ottenuto la seconda vittoria in carriera a Miami (la prima risale al 2015) dove aveva perso al match d’esordio in sei occasioni su sette. Al prossimo turno per lei ci sarà Vika Azarenka, battuta già due volte (nel 2014 e nel ’18).
Bjorklund, invece, superando Paolini, ha ottenuto la prima affermazionein un 1000 al primo tentativo, confermandosi bestia nera per le nostre portacolori: ora sono 13 le sue vittorie contro giocatrici italiane a fronte di sole tre sconfitte. Questo è inoltre il suo settimo successo contro una top 100. Per Jasmine si tratta invece della terza eliminazione consecutiva al primo turno dopo quelle di Dubai e di Indian Wells.
C. Giorgi b. K. Kanepi 7-6 (4) 6-7 (4) 7-6 (4)
Primo set – Giorgi si complica la vita ma il tie-break è suo
L’inizio del match di Giorgi è fulminante: l’azzurra serve benissimo concedendo un solo punto nei primi due turni di battuta e brekka Kanepi alla prima occasione utile approfittando di due doppi falli dell’avversaria. Camila ha l’occasione per ipotecare il set già nel quarto game, ma l’estone si salva dopo aver annullato tre palle break. L’azzurra viaggia spedita al servizio, almeno fino al 4-2 quando la sua percentuale di prime in campo si abbassa repentinamente (scendendo ben al di sotto del 50%). Fortunatamente, però, la seconda non le crea troppi problemi e il numero di doppi falli rimane contenuto. Le difficoltà con la prima di servizio continuano anche sul 5-3, ma Camila arriva comunque a un punto dal primo parziale: qui, però, commette un grave errore colpendo un dritto senza appoggiare bene i piedi sul campo. Kanepi, allora, non si fa pregare e picchiando con il rovescio da fondocampo rientra nel set. Sul 6-5 Giorgi ha un’altra occasione per chiudere: l’esito è però uguale a quello del primo set point. Nel tie-break la giocatrice estone si porta in un amen sul 3-0, ma la marchigiana rimane lucida e poi sono due doppi falli dell’avversaria e un nastro fortunoso a portarla avanti: il terzo set point, dopo un’ora un quarto di gioco, è quello buono.
Secondo set – Ancora tie-break ma questa volta Kanepi è perfetta
La prima a servire, dopo un lungo toilet break di Giorgi, è Kanepi: sembra un game interlocutore con Kaia avanti 30-0, ma a Camila basta poco per rimettersi in corsa e arrivare alla palla break. Sulla prima la numero 57 del mondo si salva con l’ace, ma sulla seconda l’azzurra entra nello scambio e sfonda con il dritto. I game tranquilli si succedono fino al 3-2 quando l’estone torna a fare paura in risposta: Giorgi, però, è brava (ace sporco sulla prima palla break) e fortunata (rovescio che sembrava destinato a rete ma che supera il nastro dopo avergli dato un bacino) e resta in vantaggio. Sul 4-3, invece, Camila è incosciente perché in due momenti delicati tira la seconda come fosse una prima: sul 30-30 trova l’ace, mentre sulla parità il doppio fallo. Purtroppo non è nemmeno il solo del game: ne arriva infatti un altro più doloroso (e più sfortunato per via del tocco beffardo del nastro) sulla seconda palla break per Kanepi. Come nel primo parziale c’è quindi da soffrire fino in fondo. Anche perché sul 6-5 per Kaia, la marchigiana deve annullare un set point dopo aver sprecato un vantaggio di 40-15 per guadagnarsi il tie-break. Il livello si alza rispetto a quello del primo, e in particolare è l’estone a giocare bene: la numero 57 del mondo è impeccabile al servizio e, dopo aver ricevuto in dono da Camila il mini-break, si prende il set con una risposta di rovescio che lascia ferma l’azzurra.
Terzo set – Camila scappa via subito ma soffre fino all’ultimo
L’inizio del parziale conclusivo è un film già visto: anche in questo caso, infatti, Kanepi si fa brekkare immediatamente. E lo fa sbagliando tutto il possibile anche di più: due dritti e un rovescio sparacchiati oltre la linea di fondocampo e un doppio fallo danno il vantaggio all’azzurra, senza che quest’ultima metta a segno colpi vincenti. La grande differenza tra i primi due set e questo sta però tutta nel quarto game: finalmente Giorgi riesce infatti ad allungare in modo deciso conquistando il secondo break. In realtà è più Kaia a consegnarsi all’avversaria: l’estone è palesemente a corto di energie e non riesce più a trovare il campo con il dritto, giocato praticamente da ferma. Camila sale così sul 4-0 e poi si porta a un passo dalla chiusura dopo aver tenuto agevolmente il servizio.
Senza il brivido finale, però, non sarebbe un match in linea con la storia della 31enne di origini argentine: il game del 5-1 e poi quello del 5-3 sono da vietare ai giovani di qualsiasi scuola tennis. Giorgi cade infatti nell’incubo dei doppi falli (5 in questi due turni) e fa così rientrare in partita l’avversaria che ha il merito di non regalare nulla in questi due giochi. A rimonta quasi completata, però, l’estone torna a commettere gratuiti figli della stanchezza e concede così un match point ma nemmeno questa è la volta buona: si va avanti. Sul 5-5 Camila interrompe quantomeno la striscia negativa e si assicura il tie-break che comunque non riesce a evitare. Il primo mini-break è dell’azzurra che vince un bel braccio di ferro sulla diagonale di dritto. Quasi incredibilmente, Giorgi amministra il vantaggio senza sbavature e riesce finalmente a porre fine a un match estenuante.
[Q] M. Bjorklund b. J. Paolini 4-6 6-4 6-4
Primo set – Paolini in controllo ma chiude con il brivido
Prima palla break per Paolini che prende subito il vantaggio su Bjorklund: 2 giochi a 0. Tutto molto semplice fino ad ora per l’azzurra che tiene il turno di servizio successivo a 0 ed in soli 9 minuti va a sedersi avanti 3 a 0. Si sblocca ai vantaggi la svedese riuscendo a portare a casa finalmente il primo game: 3-1 Paolini. Entrambe tengono i turni di servizio successivi e Paolini sopra 5-2 va a rispondere per provare a portare a casa il primo set. Ma la numero 149 del mondo non è ancora pronta ad arrendersi e tiene il servizio per accorciare le distanze: 5-3 Paolini che ora può servire per il primo set. Arrivano però le prime due palle del contro break a favore della svedese.
Paolini annulla la prima con un dritto al volo da manuale, e la seconda con un altro dritto vincente. Il nastro protagonista di questo game non aiuta l’azzurra che deve annullare una terza palla del contro-break. Questa volta però la tensione non da scampo a Paolini che commette un fatale doppio fallo e va sedersi sopra 5-4. Ma poco dopo Bjorklund restituisce il favore all’italiana e le regala due palle break, ovvero due set point. Paolini sbaglia la prima ma con grande coraggio porta a casa la seconda: 6-4.
Secondo set – Fuga Bjorklund: Jasmine si ferma a un passo dalla rimonta
Le difficoltà palesate da Jasmine in battuta nella parte finale del primo set si ripresentano anche in avvio di secondo: la svedese trova il giusto timing in risposta e riesce così a entrare bene nello scambio. Dall’altro lato, l’azzurra è meno solida rispetto alla prima mezz’ora di gioco e Bjorklund, che invece ora sbaglia molto poco, ne approfitta per iniziare il parziale con il break. Il momento complicato di Paolini non si esaurisce qui perché anche nel turno di battuta successivo, sul 2-0 per la numero 149 del mondo, abbondano le palle break. La giocatrice di Stoccolma si porta infatti sullo 0-40 ancora grazie a una serie di risposte incisive. Jasmine reagisce annullandole tutte ma poi sulla parità Mirjam effettua un paio di recuperi quasi impensabili e, sulla quinta palla break, la toscana non ha la calma di scambiare e spedisce in rete una palla corta di rovescio. Sulle ali dell’entusiasmo, la svedese domina i suoi turni di servizio contando su un grande feeling con il dritto.
Bjorklund arriva così a servire per il set sul 5-2. La tensione, per lei che è all’esordio in un main draw di un torneo 1000, si fa sentire e Jasmine se ne accorge: l’azzurra spinge sul rovescio dell’avversaria e raccoglie i frutti di questa strategia penetrando poi dall’altro lato. Uno dei due break di svantaggio è così recuperato, ma la svedese ha una seconda opportunità per portare la partita al terzo sul 5-4. Il braccio di Mirjam trema ancora, mentre Jasmin combatte punto su punto e si guadagna l’opportunità per riportare in equilibrio il set. Qui Bjorklund trova il soccorso del servizio e nei due punti successivi mette da parte la tensione pescando due vincenti imprendibili prima con il rovescio e poi con il dritto che le valgono e le fanno meritare il parziale.
Terzo set – Paolini spreca un break di vantaggio. Bjorklund ne ha di più nello sprint finale
Paolini inizia il set conclusivo con il piede giusto tenendo un turno di servizio tanto cruciale quanto complicato: l’azzurra, infatti, tiene alto il ritmo ma la svedese sembra ormai reggerlo nella maggior parte delle occasioni. Questa impressione si conferma anche sull’1-1 con Jasmine che spesso fatica a leggere la direzione del dritto dell’avversaria. Con caparbietà, però, la toscana resta lì e annulla una palla break con un servizio vincente. Da qui Jasmine trova le energie per riprendere in mano il controllo degli scambi e, con grande intensità combinata alla regolarità, si va a prendere di forza il break. Sembra la svolta decisiva del match anche perché la nostra portacolori ha due occasioni per salire sul 4-1: proprio nel momento di consolidare il vantaggio, però, Paolini perde completamente le misure del campo con il dritto in uscita dal servizio. Bjorklund, costantemente incitata dal fidanzato e a tratti anche coach Shapovalov, viene così rivitalizzata dagli errori di Jasmine e ritrova il coraggio per essere aggressiva in risposta: il set torna quindi in equilibrio.
L’italiana sembra comunque avere il controllo della partita e infatti costruisce bene i punti. A mancarle è però la mazzata definitiva. Oltretutto, quando la svedese si trova con le spalle al muro, dal suo cilindro esce sempre fuori un colpo imprendibile, come quando pesca l’ace sulla palla break nell’ottavo game. Dopo l’ennesima occasione non colta, allora, tocca a Mirjam avere l’opportunità per brekkare e un dritto in corsa spedito a rete da Jasmine manda la giocatrice di Stoccolma a servire per il match. La toscana è a corto di energie e infatti è piuttosto passiva in risposta, ma il discorso vale anche per Bjorklund. Paolini ha così due chance per rimandare la fine dell’incontro ma è nuovamente troppo attendista in entrambe le occasioni. Con coraggio, invece, la svedese arriva a match point: il primo è annullato da Jasmine con un dritto vincente dopo un scambio estenuante, mentre sul secondo l’azzurra deve cedere al pressing continuo dell’avversaria. Termina così il torneo di Paolini dopo un primo turno da oltre due ore e venti di gioco che non può non lasciare l’amaro in bocca. Prossima avversaria di Bjorklund sarà Ostapenko.
(con la collaborazione di Margherita Sciaulino)
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WTA Miami: vincono Begu e Mertens, Marino elimina Putintseva
Prima giornata molto tranquilla in Florida, pochi scossoni al tabellone

Prima giornata di incontri del Miami Open e primi verdetti. La giapponese Nao Hibino, proveniente dalle qualificazioni, ha sconfitto in due set (6-3 6-3) la montenegrina Danka Kovinic in 1 h e 12′ di gioco. Una partita in controllo quella giocata dalla Hibino che ha mantenuto costantemente alta la percentuale con la prima palla di servizio (83%). Nel primo set ci sono stati diversi break, sei in tutto, ma quello decisivo lo piazza la giapponese nel nono game che chiude il primo set. Nella ripresa la musica non cambia: Hibino breakka due volte, nel secondo e nell’ottavo gioco, per assicurarsi l’approdo al secondo turno.
Vittoria anche per la romena Irina-Camelia Begu, 6-2 7-5, contro la diciassettenne filippina Alexandra Eala, presente in tabellone grazie ad una wild-card. Dopo un primo set a senso unico, dove nonostante il break iniziale Eala racimola solamente due game, la filippina si riprende nel secondo set. La diciassettenne infatti riesce a strappare il servizio per ben tre volte a Begu che però risponde sempre. La maggior esperienza alla fine premia la romena – in modo particolare nel nono game, molto tirato- che infila il break decisivo sul 5-6 per poi chiudere nel gioco successivo al primo match point utile.
Vittorie nette per Elise Mertens (6-1 6-4 all’americana Parks) e la canadese Rebecca Marino, quest’ultima ha eliminato Yulia Putintseva (7-6 6-2)
Il tabellone aggiornato con tutti i risultati
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Ufficiale: da quest’anno lo US Open in chiaro
SuperTennis trasmetterà l’ultimo Slam stagionale in chiaro gratuitamente, dopo oltre trent’anni

Come già preannunciato la settimana scorsa, lo US Open torna in chiaro sulla televisione italiana dopo 34 anni. Il canale televisivo SuperTennis gestito dalla Federazione Italiana Tennis e Padel annuncia di aver trovato l’accordo con la United States Tennis Association (la federtennis statunitense) per acquistare in esclusiva tutti i diritti media dello US Open, in un accordo pluriennale. Nel comunicato si legge che: “SuperTennis trasmetterà i match più importanti sia in diretta che in differita nell’arco delle 24 ore, mentre, in aggiunta, la piattaforma digitale SuperTenniX darà ai tesserati FITP e ai propri abbonati la possibilità di vedere tutte le partite del torneo in streaming”.
SuperTennis è visibile sul canale 64 del digitale terrestre e sul canale 212 di Sky Sport. SuperTenniX è scaricabile da Google Play, Apple Store e Prime Video ed è visibile gratuitamente da tutti i tesserati FITP o a pagamento dai non tesserati. L’abbonamento costa 3,99 euro al mese o 34,99 all’anno.
“La Federazione Italiana Tennis e Padel prosegue nella sua politica di sviluppo attraverso la promozione del Grande Tennis nel nostro Paese – ha commentato il Presidente Angelo Binaghi – Dopo aver fondato, 15 anni fa, il canale SuperTennis, riportando così il nostro sport nelle case di tutti gli italiani, e dopo aver riaperto una finestra in chiaro su Wimbledon, siamo ora orgogliosi di mettere a disposizione di tutta la vasta platea degli appassionati tricolori un altro dei quattro tornei più importanti del mondo. Gli US Open sono una delle competizioni che di recente ci hanno regalato le migliori soddisfazioni, inclusa la storica finale del 2015 vinta da Flavia Pennetta su Roberta Vinci, e, qualora questa fresca tradizione venga riaffermata nei prossimi anni sotto gli occhi del grande pubblico televisivo nazionale, ritengo che SuperTennis possa così contribuire non solo a promuovere vieppiù il tennis ma anche a incentivare i nostri giocatori a migliorarsi e a guadagnare in popolarità”.
Kirsten Corio, Chief Commercial Officer, USTA: “SuperTennis ha dimostrato di essere una fidata casa dello sport in Italia. Con così tanti giocatori italiani in questa nuova generazione di astri nascenti, è il momento ideale per dare il via a questa nuova collaborazione. Non vediamo l’ora di iniziare il lavoro a fianco di SuperTennis, con il comune obiettivo di accrescere sempre più la visibilità dello US Open”.