ATP Firenze, Sonego: “La superficie lenta non mi ha agevolato”

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ATP Firenze, Sonego: “La superficie lenta non mi ha agevolato”

Al microfono del direttore Scanagatta, Lorenzo Sonego racconta la sua sconfitta con Zapata Miralles e altro ancora

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Lorenzo Sonego – ATP Firenze 2022 (foto Giampiero Sposito/FIT)
 

È finita subito l’avventura fiorentina di Lorenzo Sonego, fermato in due set da un buon Bernabé Zapata Miralles. Dopo l’incontro, un Lorenzo udibilmente abbattuto ha incontrato il direttore Ubaldo Scanagatta per parlare di cosa è andato storto mercoledì pomeriggio, della superficie lenta (tema affrontato anche dal suo coach Gipo Arbino), di Matteo Berrettini e del prossimo torneo.

Mi dispiace che questa partita sia finita così. Lui giocava molto bene, tu non servivi troppo bene. O era una mia impressione?

“Questa superficie non agevola i grandi servitori, si sono visti tanti break anche nelle altre partite, quindi c’è un motivo. Di sicuro, questa superficie che molto lenta è per chi risponde bene e chi ha un gran servizio… Non mi ha agevolato oggi. Però è stato bravo lui a rispondere bene, a mettermi anche in difficoltà e io cercavo magari di fare qualcosa di più al servizio e non ci sono riuscito.”

Sulla diagonale di rovescio eri particolarmente in difficoltà. Lui gioca molto bene di rovescio e tu tante volte ti sei trovato a giocare con una mano sola e ti finivano in rete. C’era anche un problema di corde, di incordatura magari lenta, qualcosa del genere?

“No, lui è stato molto preciso e poco schematico, quindi era difficile capire dove voleva tirare. Soprattutto con il rovescio riusciva a giocare lungolinea, diagonale molto stretto e farmi muovere subito, quindi mi trovavo in difficoltà. Non è come sulla terra che puoi scivolare e hai più tempo per recuperare, qua facevo più fatica a muovermi.”

Quello che hai detto sulla difficoltà del servizio può essere un problema anche per Matteo Berrettini che basa molto del suo tennis sul servizio?

“Più la superficie è veloce, più punti i grandi servitori fanno con il servizio. Lui si adatta a tutte le superfici, gioca bene, ha un gran tennis anche tolto il servizio. Di sicuro questa superficie lo agevola un po’ di meno, però lo può aiutare in altri aspetti. Non agevola neanche gli altri.”

Per quanto riguarda il tuo programma, qui devi giocare il doppio, poi vai a Napoli dove si gioca all’aperto. Lo preferisci oppure preferisci giocare al chiuso? Però dipende dalla superficie…

“Dipende più dalla superficie, se è più rapida mi può avvantaggiare un po’ di più. Non so che condizioni ci sono a Napoli, ma tra outdoor e indoor non mi fa una grande differenza.”

Qui l’audio dell’intervista:

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IL TABELLONE COMPLETO E AGGIORNATO DELL’ATP 250 DI FIRENZE

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